Buongiorno e Buon Anno!!

Riprendo oggi, dopo tre mesi di stop, le pubblicazioni della newsletter sul mio blog.

Tre mesi nei quali ho volutamente staccato la spina dopo un periodo intenso in cui lo spazio per la mia Vita privata era stato trascurato.

Mi sono ritagliato un momento di pausa e di riflessione per pensare a come riorganizzare la mia attività lavorativa.

Riprendo quindi a condividere con te le ultime notizie dalla Borsa LME relative alla scorsa settimana ed alcuni approfondimenti dal mondo dei metalli.

Il comparto speculativo-finanziario è stato l’indubbio protagonista di questo avvio d’anno al LME. La situazione legata ai fabbisogni di “fisico” di tutti i metalli del listino LME resta comunque deludente.

Il primo momento di verifica di quest’anno, sulla tenuta dei prezzi degli “industriali” al LME e relativi indirizzi a essi correlati, ha avuto inizio a partire dalla seduta conclusiva della scorsa ottava.

Le evoluzioni rialziste dei prezzi USD 3mesi, del listino londinese dei metalli, di queste prime tre settimane del 2025, hanno collocato l’indice LMEX a quota 4.078, con un incremento di 1,8 punti percentuali rispetto alla scorsa settimana e una crescita complessiva del 4,4% rispetto all’inizio delle contrattazioni datate 2 gennaio.

 I recenti indirizzi rialzisti dei prezzi non trovano supporto al di fuori di movimenti di carattere speculativo-finanziario e non dettati da reali incrementi di fabbisogni di metalli da parte degli utilizzatori. A dimostrazione di questa evidenza, la crescita diffusa di denaro oltre i limiti consueti, su tutto il listino LME.

Rame soggetto ad un riposizionamento

L’avvicinamento alla linea dei 9.300 USD / 3mesi non è più un obiettivo alla portata del Rame, questa evidenza è supportata da una deludente conclusione di ottava, che ha visto il metallo perdere oltre 100 dollari nella parte pomeridiana della seduta di venerdì.

Il Rame sarà quindi soggetto a un riposizionamento meno ambizioso nei suoi presupposti di prezzo, ma che continuerà a collocarlo in un’area di massimo relativo interessante rispetto ai valori di inizio mese.

Tentativo di recupero dello Zinco

Lo Zinco nel corso dell’ultima settimana di Borsa ha tentato di recuperare rispetto a un prezzo 3mesi che dalla seconda decade di dicembre ha solo conosciuto ridimensionamenti. L’attuale collocazione di valore dello Zinco, seppure promettente e in una zona di massimo relativo, sarà temporanea e quindi si porterà nuovamente nelle vicinanze della linea dei 2.900 dollari / 3mesi.

Le Leghe, Ottone e Zama

Le leghe a base di Rame e Zinco adegueranno le loro quotazioni in relazione agli andamenti dei metalli di riferimento e soprattutto al posizionamento dell’euro rispetto al dollaro, che seppure in un contesto di costante precarietà, ha dato segnali di resistenza rispetto alla valuta statunitense, con un recupero su base otto giorni di un punto percentuale.

La flessione del Rame porterà l’Ottone a un riposizionamento dei prezzi dei suoi principali stati di fornitura, barre e lamiere, visti a inizio della settimana scorsa, mentre per la Zama inciderà la buona fase di recupero intrapresa dallo Zinco al LME, seppure con una previsione di breve durata.

Alluminio sotto pressione speculativa del comparto finanziario

L’Alluminio assocerà ancora per qualche seduta di Borsa la sua azione rialzista alle dinamiche speculative di un comparto finanziario che sta puntando con incisività nel vedere questo metallo come uno dei più performanti in avvio di 2025.

La situazione di richieste di metallo “fisico” non è comunque confortante e potrebbe subire un’ulteriore contrazione visti i recenti progressi di prezzo dell’Alluminio al LME, soprattutto in previsione del superamento della linea dei 2.700 dollari 3mesi.

Nichel ancora in rialzo

La progressione del Nichel è ancora in atto, portando il suo rifermento di Borsa a valicare i 16mila USD / 3mesi a distanza di sei settimane e quindi per la prima volta nel corso di quest’anno. Il relativo appesantimento dovuto ad un crescente eccesso di denaro sulle posizioni del Nichel non permetterà a questo metallo di rinforzarsi ulteriormente.

Piombo, domanda di metallo fisico deludente

La deludente situazione della domanda di metallo fisico collegata al Piombo, anche in vista del lungo fermo produttivo in Cina nella quarta settimana di gennaio, lascia poche speranze legate ad una ripresa del suo prezzo LME, senza escludere nel corso di questa settimana dei fenomeni di volatilità ribassista a dare maggiore spinta alla correzione negativa del riferimento di Borsa.

Lo Stagno prosegue l’azione di rinforzo

Lo Stagno proseguirà nella sua azione di rinforzo del prezzo dollari / 3mesi, anche se con una cadenza meno elevata rispetto a quella vista nel corso del mese, subendo inevitabilmente l’effetto di un possibile momento di arresto delle dinamiche rialziste degli altri metalli che compongono il listino LME.

Cosa sta infiammando i prezzi dell’alluminio?

I prezzi dell’alluminio stanno crescendo, mentre si affacciano nuovi fattori rialzisti sul mercato globale.

I prezzi dell’alluminio sono aumentati notevolmente nelle ultime sedute (oggi, 20 gennaio, sono a 2.680 dollari per tonnellata).

La causa di questa fiammata è l’Unione Europea, che sta prendendo in considerazione l’imposizione di ulteriori sanzioni sui prodotti in alluminio russi.

Le sanzioni colpirebbero l’alluminio primario e farebbero parte del 16° pacchetto di sanzioni di Bruxelles contro la Russia. Secondo Reuters, queste nuove restrizioni sull’alluminio saranno graduali e le tempistiche e la portata sarebbero ancora da definire.

Le importazioni europee di alluminio primario dalla Russia sono diminuite del 50% dal 2022 e ora rappresentano circa il 6% delle importazioni totali.

Un fattore di destabilizzazione per il mercato globale

Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno già vietato l’importazione di metalli prodotti in Russia nel 2024. La UE, fino ad oggi, ha invece vietato alcuni prodotti in alluminio, tra cui fili, tubi e fogli, che rappresentano meno del 15% delle importazioni dei paesi europei.

Come noto, la Russia è il più grande produttore di alluminio al mondo, esclusa la Cina, e rappresenta circa il 5% della produzione mondiale di alluminio.

Secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, le sanzioni di Bruxelles sulle importazioni di alluminio primario russo rischiano di destabilizzare un mercato globale già fragile.

Un altro fattore rialzista che viene dalla Cina

Per gli analisti di ING Group, il divario lasciato dalle forniture russe è stato in gran parte colmato dalle importazioni dal Medio Oriente, dall’India e dal sud-est asiatico. Inoltre, questa tendenza sarebbe destinata a continuare nel 2025.

Sul mercato pesa anche un altro fattore rialzista: la Cina.

Infatti, il più grande consumatore di alluminio al mondo, ha registrato un aumento significativo delle importazioni di alluminio primario russo, mentre la sua capacità produttiva sta raggiungendo livelli record, avvicinandosi al limite di capacità annuale di 45 milioni di tonnellate.

Tutto ciò lascia poco spazio ad un’ulteriore crescita.

Secondo ING Group, il limite di capacità della Cina significa anche che il paese rimane un importatore netto di alluminio.

Miniera di carbone

Il mondo usa meno carbone? Tutt’altro, nel 2024 la domanda è da record.

La domanda mondiale di carbone ha raggiunto quest’anno un livello record secondo l’AIE e, almeno per i prossimi tre anni, non calerà.

La domanda globale di carbone ha toccato un nuovo record nel 2024, nonostante gli sforzi dell’Europa (a volte più a parole che nei fatti) di allontanarsi da questa risorsa.

Secondo l’ultimo report dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), il consumo mondiale di carbone quest’anno raggiungerà quota 8,77 miliardi di tonnellate, superando il record precedente stabilito nel 2023.

Nonostante un rallentamento nel ritmo di crescita rispetto agli anni passati, con un aumento dell’1% rispetto al 2023, la tendenza al rialzo evidenzia come il carbone continui a giocare un ruolo cruciale nel panorama energetico globale.

Un ruolo che, secondo l’AIE, continuerà a giocare a livello mondiale almeno fino al 2027. Successivamente, si spera che l’incremento delle capacità di produzione di energia rinnovabile possa sottrarre consumi al carbone.

La Cina e l’India trainano la domanda

Il quadro globale mostra una domanda di carbone in calo nell’Unione Europea (UE) e negli Stati Uniti, seppur con una riduzione più lenta rispetto al 2023. In netto contrasto, Cina e India continuano a guidare il consumo globale.

La Cina, che rimane il maggiore consumatore di carbone al mondo, vedrà un aumento dell’1% nel 2024, raggiungendo i 4,9 miliardi di tonnellate.

Anche l’India registra un notevole incremento, con una crescita superiore al 5% che porterà il consumo nazionale a 1,3 miliardi di tonnellate, un livello finora raggiunto solo dalla Cina. Questi numeri sottolineano il ruolo predominante delle due economie asiatiche, dove il carbone continua a rappresentare una colonna portante per la generazione di energia.

Sebbene il carbone rappresenti ancora circa il 60% della generazione di elettricità in Cina, il paese sta compiendo progressi significativi nell’adozione di energie rinnovabili.

La generazione di energia idroelettrica ha registrato un’impennata all’inizio del 2024, favorita da abbondanti piogge. Tuttavia, l’AIE sottolinea che la transizione verso fonti energetiche più pulite è ancora in evoluzione, con il carbone che continua a soddisfare una parte considerevole della domanda energetica globale.

I consumi di carbone rimarranno alti anche nei prossimi anni

Nei prossimi tre anni, il consumo globale di carbone dovrebbe mantenersi vicino ai livelli record del 2024. Questa previsione è supportata dalle speranze che l’accelerazione della transizione energetica e l’aumento delle capacità di generazione da fonti rinnovabili possano compensare la crescita della domanda di elettricità.

Anche se l’AIE si dichiara ottimista sul fatto che la quota del carbone nel mix energetico globale si ridurrà gradualmente, il futuro della domanda di carbone dipenderà in larga parte dalla Cina e dall’India, oltre che dalla capacità globale di integrare fonti di energia più sostenibili.

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