I movimenti del listino LME, seppure impercettibili, nascondono delle tracce di tendenza che non possono essere sottovalutate.

I movimenti del listino LME vanno messi sotto la lente d’ingrandimento, non tanto per trovare dettagli significativi nell’evoluzione dei prezzi settimanali degli “industriali”, quanto per il loro ridotto movimento, anche in ragione della variazione del LMEX nel periodo.

L’indice di riferimento della Borsa londinese dei metalli, infatti, questa settimana è cresciuto dello 0.035%, un dato assimilabile allo zero. Il nulla è quindi la misura su cui andare a trovare gli indirizzi evolutivi dei prezzi USD del listino LME, con le situazioni del “fisico” che non stanno fornendo riscontri confortanti in termini di consumi.

Rame stabile

L’evoluzione settimanale del prezzo del Rame rende più chiaro questo concetto. Il “metallo rosso” ha chiuso la cinquina di sedute al LME con un dato che nel suo complesso è rimasto lineare in termini di valore USD 3mesi. Le prossime mosse del Rame andranno comunque lette in un ambito di indirizzo che quasi sicuramente vedrà l’ultimo valore della settimana scorsa come la soglia di massimo relativo.

Zinco scende sotto i 2500 dollari

Lo Zinco ha chiuso la precedente ottava di Borsa sotto la linea dei 2500 USD 3mesi, un riscontro quasi impensabile solo qualche mese fa, che mette in evidenza la scarsa dinamica di richiesta di metallo sui mercati dell’utilizzo. La prospettiva è quella di una stabilità del prezzo di Borsa nel corso di questa settimana.

Ottone e Zama  

La “stanchezza” delle quotazioni di Rame e Zinco avrà ripercussioni dirette su quelle delle leghe, con Ottone e Zama orientati più a far registrare valori verso il basso, che al mantenimento dei riferimenti visti la scorsa settimana.

Alluminio in crescita rispetto al resto del listino

L’Alluminio ha tenuto fede alle aspettative, con una crescita su base ottava, in positivo, di quasi 2 punti percentuali. La corsa al rialzo, seppur blandamente, proseguirà con l’obiettivo di posizionare il suo valore 3mesi oltre la soglia dei 2300 dollari in modo stabile.

Nichel, discesa che sta per finire?

Il Nichel permetterà dei margini di attesa nella definizione di acquisti di rilievo in ottica futura, questo a significare che per il metallo la discesa del prezzo non è ancora giunta al suo epilogo, anche se non potrà continuare all’infinito.

Piombo in controtendenza

Una situazione molto particolare la sta vivendo il Piombo, con il riferimento USD 3mesi che non sarà di certo orientato verso il basso, in netta contrapposizione con la tendenza generale del listino LME.

Incertezze anche per lo Stagno

Le incertezze stanno affiorando anche sullo Stagno, con gli utilizzatori disorientati dagli ultimi valori altalenanti registrati dal metallo. La struttura decisamente “sottile” di questo mercato è in grado di determinare variazioni significative di indirizzo del prezzo, ma il recente accumulo di denaro “lungo” sul metallo va letto come un riposizionamento verso l’alto dello Stagno al LME.

UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA

Sul mercato delle materie prime tira una brutta aria

Il sentiment rimane ampiamente negativo sul mercato delle materie prime. Il pessimismo riguarda soprattutto i metalli base, il petrolio e le commodities agricole.

I mercati cambiano e quelli delle materie prime negli ultimi mesi sono decisamente cambiati. Nessuna sorpresa visto che le commodities sono per eccellenza mercati ciclici dove, dopo l’espansione, c’è sempre la contrazione.

Pessimismo diffuso per i metalli industriali

Naturalmente, la cosa riguarda da vicino anche i metalli di base, dove il sentiment rimane negativo. Lo si vede molto bene dai comportamenti degli speculatori che hanno aumentato le posizioni short nette (in altre parole vendono) sul rame al COMEX per la terza settimana consecutiva.

Caso a parte tra i metalli preziosi quello del platino. Il World Platinum Investment Council prevede che il deficit del mercato del platino si allarghi a 983.0000 once nel 2023 a seguito della maggiore domanda da parte del settore automobilistico e per le limitate forniture dal Sudafrica. Fa impressione la grande differenza con le stime precedentemente rilasciate, che indicavano un deficit per quest’anno di 556.000 once.

Anche il mercato dell’energia è preoccupato per la crisi della domanda

Ma quando si parla di materie prime non si fa riferimento soltanto ai metalli, ma anche a mercati molto più grandi come quello petrolifero, dove da ormai quattro settimane i prezzi stanno scendendo. Il Brent è andato sotto i 75 dollari al barile, mentre il WTI sotto i 70 (negli ultimi giorni hanno recuperato qualcosa).

Il mercato è molto preoccupato per la crisi della domanda, mentre le incertezze che riguardano il tetto del debito statunitense non aiutano certo a migliorare le cose.

Nonostante le roboanti parole di alcuni politici, l’imminente G7 di Hiroshima, che ha l’energia all’ordine del giorno, non dovrebbe cambiare le prospettive fondamentali per il mercato energetico. Infatti, l’Unione Europea (UE) e gli Stati Uniti stanno cercando di vietare l’importazione di gas attraverso i gasdotti che la Russia ha già bloccato. Una decisione simbolica e totalmente ininfluente per i flussi a breve termine.

Dall’inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha interrotto quasi tutti i flussi di gas tramite gasdotto verso la UE, ad eccezione di quelli che attraversano l’Ucraina e del TurkStream. I flussi giornalieri di gas russo sono attualmente in calo di circa l’85% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Dato che i prezzi del gas in Europa sono scesi di oltre il 50% quest’anno e che lo stoccaggio di gas della UE è pieno per oltre il 60%, i politici europei si sentono tranquilli sul fatto che l’imposizione di un divieto di importazione di gas dalla Russia non avrà conseguenze negative oltre a quelle ormai già registrate.

Prezzi delle commodities agricole previsti in calo per la crescita dell’offerta

Infine, qualche dato sul mercato globale dell’agricoltura, grazie agli ultimi dati pubblicati dallo United States Department of Agriculture (USDA).

Nel mondo, la produzione mondiale di mais raggiungerà 1,22 miliardi di tonnellate nel 2023/24, con un aumento del 6% su base annua. L’offerta aumenterà nella UE, negli Stati Uniti e in Argentina, che più che compenseranno le perdite produttive in Ucraina e in Brasile.

Anche la produzione mondiale di soia aumenterà (+11%), raggiungendo 410,6 milioni di tonnellate annue. I paesi che contribuiranno a questa crescita sono l’Argentina, il Brasile, gli Stati Uniti e il Paraguay.

APPROFONDIMENTO

È il momento dell’oro.

I prezzi dell’oro sono in un momento critico, essendo molto vicini ai massimi storici. Riusciranno a superarli?

All’inizio di questo mese i prezzi dell’oro hanno toccato 2.067 dollari per oncia. È un livello che non si vedeva da marzo 2022, molto vicino ai massimi storici.

Sono sempre più numerosi i fattori che stanno spingendo il metallo giallo verso l’alto. Gli investitori sono preoccupati per il settore bancario dopo il fallimento della Silicon Valley Bank e la conseguente acquisizione del Credit Suisse da parte di UBS. A tutto ciò si è aggiunto recentemente il problema del tetto del debito degli Stati Uniti.

Quali sono i fattori chiave per il prezzo dell’oro?

Per i meno esperti ricordiamo che il prezzo dell’oro è modellato dalle forze della domanda e dell’offerta, con gli investitori che lo usano come bene rifugio durante le recessioni o nei periodi di incertezza o per proteggersi dall’inflazione.

Storicamente, i periodi di alta inflazione sono stati positivi per il prezzo dell’oro, poiché gli investitori tendono a fuggire dalle valute fiat verso il metallo giallo. Quindi, la politica monetaria delle banche centrali nel controllare l’inflazione è fondamentale per il destino dell’oro.

Inoltre, va considerato che l’oro è quotato in dollari, cosa che crea una relazione inversa con il biglietto verde. Quando il dollaro aumenta rispetto ad altre valute, l’oro diventa più costoso, il che danneggia la domanda. Quando invece il dollaro scende, aumenta il prezzo dell’oro poiché il metallo diventa più economico per gli acquirenti esteri.

La strada verso i massimi

È dalla fine del 2022 che l’oro ha visto un’inversione di tendenza dei prezzi, dando inizio ad un trend rialzista. Con una serie di massimi e minimi sempre più alti, il prezzo è aumentato del 14% da novembre 2022 all’inizio di febbraio 2023, sostenuto anche da una minore aggressività della Federal Reserve americana (FED).

L’oro ha poi superato la soglia dei 2.000 dollari a marzo a causa delle turbolenze nel settore bancario che ha visto il crollo della statunitense Silicon Valley Bank. Ma la corsa verso l’alto è proseguita nelle settimane successive e il 4 maggio sono stati toccati i 2.067 dollari, in seguito alle preoccupazioni per il tetto del debito degli Stati Uniti.

Le previsioni di prezzo

Ma passando a considerare le previsioni sul prezzo per i prossimi mesi, molti analisti pensano che la domanda di beni rifugio non si fermerà. D’altronde, come accennato, ci sono fondati timori sulla solidità del settore bancario statunitense, sugli effetti degli alti tassi di interesse e la questione del tetto sul debito degli Stati Uniti.

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METALLI RARI Sul mercato delle materie prime tira una brutta aria – Metalli Rari

METALLI RARI https://www.metallirari.com/momento-oro-prezzi-supereranno-massimi-storici/

METALWEEK https://www.metalweek.it//filemanager/mw/MWBASE230522.html

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