La repentina flessione dei prezzi di alcuni “industriali”, in particolare Rame e Nichel, avvenuta nel pomeriggio di venerdì scorso alle contrattazioni della Borsa LME di Londra e alla vigilia della riapertura cinese dopo il periodo di festività dovute al Capodanno, rappresenta un importante “punto mappa”.

La collocazione attuale dei valori LME riferiti ai metalli risulta fondamentale per definire le coordinate su cui basare le strategie d’acquisto nell’immediato e fino al termine della stagione primaverile.

Non bisogna però dimenticare le incognite a livello congiunturale, dove avranno un peso determinante le linee di politica monetaria che intenderanno adottare la Federal Reserve negli USA e in modo particolare la BCE nell’Eurozona.

Gli argomenti certamente non mancano, considerando che tutti i metalli del listino LME sono collocati molto alti nelle rispettive aree di grafico prezzi. La resistenza a presidiare questi livelli di quotazioni USD 3mesi risulta pertanto importante per capire e soprattutto anticipare i movimenti di indirizzo futuri che stabiliranno i valori dei semilavorati utilizzati per i propri scopi produttivi.

POSIZIONE DELICATA DELLA QUOTAZIONE DEL RAME

Il Rame, come già accennato precedentemente, ha demoltiplicato l’impatto di riduzione venutosi a creare in Borsa nella seconda parte dell’ultima seduta della scorsa settimana. La posizione attuale del metallo risulta molto delicata, dove qualsiasi sviluppo di indirizzo sarà possibile, anche se nel complesso non determinerà variazioni significative in ambedue le direzioni.

Il prezzo del Rame, potrebbe rappresentare un punto d’incontro interessante sia per chi compra, sia per chi vende, anche se bisognerà mettere in conto qualche estemporanea “fiammata” di origine speculativa di natura rialzista, ma di limitato disturbo.

ZINCO – STABILITA’ ACQUISITA

La stabilizzazione del prezzo USD 3mesi dello Zinco è ormai una cosa acquisita, con il metallo che ha dato prova di resistere a qualsiasi turbolenza vista negli ultimi tempi al LME. Un contesto generale di Borsa relativamente tranquillo sarà determinante per ancorare lo Zinco ai valori riportati nelle ultime sedute.

Le leghe di Ottone e Zama risentiranno in maniera diretta delle variabilità dei metalli di riferimento, con la prima, che grazie al Rame, continuerà nella sua progressione di ribassi, già visti a partire da mercoledì scorso, e la seconda stabilizzarsi sui valori massimi del periodo.

ALLUMINIO IN UNA FASE DI EQUILIBRIO TRA DOMANDA E OFFERTA

L’Alluminio trova nell’attuale prezzo USD 3mesi una collocazione dove domanda e offerta stanno avendo vedute affini. Il dato di Borsa è in una fase di equilibrio perfetto e quindi nell’immediato non emergono elementi tali da determinare degli scostamenti di indirizzo significativi in ambedue le direzioni.

NICHEL – NON E’ DA ESCLUDERE RIALZO SPECULATIVO

La discesa del prezzo del Nichel, vista la poco omogenea compagine che ruota attorno a questo metallo, potrebbe avere una lettura prettamente di tipo speculativo, il cui comparto si troverà a breve ad operare con denari sempre più cari. Il valore USD 3mesi dello scorso venerdì è comunque da considerare troppo basso in rapporto alle più recenti quotazioni del metallo, pertanto, una leggera correzione rialzista non è da escludere nell’immediato.

SCORRIBANDE FINITE PER IL PIOMBO?

La parola fine può essere messa in modo pressoché definitivo alle scorribande del Piombo, con il metallo che confermerà la linea di prezzo che ha agganciato dalla metà in avanti della scorsa settimana.

STAGNO – ECCESSI DI CRESCITA RIENTRATI Gli eccessi di crescita registrati nelle ultime sedute dallo Stagno paiono essere rientrati, anche grazie alla contrazione generale dei prezzi LME. Il superamento della soglia dei 30mila USD 3mesi risulta un valore acquisito, che viste le recenti evoluzioni della quotazione, difficilmente potrà essere infranto verso il basso.

UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA

Pani di alluminio

Alluminio: salgono i premi, ma l’ottimismo è ancora fuori luogo

I premi dei pani di alluminio sono saliti questo mese, ma la spinta verso l’alto potrebbe essere speculativa. Le aspettative ottimistiche per l’aumento della domanda cinese potrebbero presto rivelarsi eccessive.

I premi dei pani di alluminio hanno iniziato ad aumentare questa settimana. Un segno di forza del mercato che fa però storcere il naso a molti operatori che avvertono come, in questo momento, l’ottimismo potrebbe non essere del tutto giustificato.

Secondo Argus, media-group specializzato in commodities, il premio per i pani di alluminio P1020 (sdoganati nei magazzini di Rotterdam) è salito a 270-290 dollari per tonnellata, in crescita di 20 euro a tonnellata. Le aspettative di una ripresa della domanda in Cina dopo le festività del Capodanno lunare e l’aumento dei premi negli Stati Uniti hanno infiammato il mercato.

Prezzi e premi che aumentano

Infatti, anche sull’altra sponda dell’oceano i premi sono aumentati, ma in misura molto maggiore che in Europa. Si stima una crescita di quasi il 36% da inizio anno a causa dei continui problemi sul fronte dell’offerta e per le aspettative di un prepotente ritorno della domanda cinese.

Tornando al mercato europeo, sembra che alcuni consumatori abbiano chiesto premi fissi per contratti a lungo termine (che fino ad oggi nessuno voleva), un segno che i premi potrebbero aver toccato il fondo.

Nel frattempo, i prezzi dell’alluminio al London Metal Exchange (LME) sono aumentati significativamente dall’inizio dell’anno. Il 18 gennaio hanno raggiunto un picco di 2.662 dollari per tonnellata. Una ondata di positività che si riflette anche nel giudizio della banca d’investimento statunitense Goldman Sachs che ha aumentato drasticamente le sue previsioni sui prezzi dell’alluminio per il 2023.

La faccia nascosta del mercato

Tuttavia, non tutti sono disposti a condividere a questa narrativa, poiché ci sono ancora molti interrogativi che incombono sul mercato dell’alluminio.

Innanzitutto, esistono grossi dubbi che la domanda cinese riparta a gonfie vele. L’allentamento delle restrizioni relative al Covid-19 ha portato ad un forte aumento delle infezioni e il periodo delle vacanze potrebbe stimolare ulteriori casi. Anche le temperature invernali da record in alcune zone della Cina peseranno sulla ripartenza dell’attività industriale.

I prezzi cinesi dell’alluminio sono aumentati bruscamente nella settimana prima delle festività, ma in precedenza venivano scambiati ben al di sotto dei livelli LME. Se le attività cinesi dovessero riprendersi più lentamente, i prezzi potrebbero nuovamente scendere tanto da creare un arbitraggio negativo tra la borsa di Londra e quella di Shanghai, con una spinta alle esportazioni dalla Cina. Ciò sarebbe esattamente l’opposto di quello che si attendono i mercati occidentali, che sperano di poter vendere alluminio ai consumatori cinesi.

Speculazione o domanda reale?

Tornando invece in Europa, la domanda che scaturisce dall’edilizia rimane in territorio profondamente negativo, tanto è vero che nel 2023 i premi delle billette sono calati. Secondo Argus, questa settimana, i premi delle billette di alluminio 6063 (franco Italia e Germania) sono scesi a 550-650 dollari per tonnellata.

La domanda automobilistica è scarsa nel 2023 dopo che la produzione in tutta Europa è diminuita nel 2022, mentre le vendite di nuovi veicoli negli Stati Uniti lo scorso anno sono state le peggiori in oltre un decennio. Nel Regno Unito la produzione di automobili è caduta al livello più basso dal 1956.

Tutto ciò considerato, è lecito pensare che l’aumento dei prezzi LME di questo periodo, sia stato soprattutto determinato da investitori e speculatori piuttosto che dalla domanda reale. Insomma, la storia del grande ritorno della domanda dopo il Capodanno cinese potrebbe rivelarsi una delusione e sgonfiare la speculazione.

Per saperlo non dobbiamo far altro che aspettare la prossima settimana…

Il mercato del rame si restringe. I prezzi toccheranno livelli record?

Coils di rame

Buone notizie per gli investitori ma non altrettanto per i consumatori. I prezzi del rame potrebbero battere nuovi record nei prossimi mesi a causa di un mercato estremamente ristretto.

Il mercato del rame si sta scaldando. Proprio questa settimana sono stati pubblicati i risultati del sondaggio MLIV Pulse di Bloomberg che non lasciano dubbi sulle aspettative di mercato per il metallo rosso. Investitori al dettaglio e professionisti si aspettano che il rame sia la commodity che avrà le migliori performances nel corso di quest’anno.

Il 45% degli investitori al dettaglio e il 36% degli investitori professionali pensano che il rame sarà la materia prima con le migliori prestazioni. Per la cronaca, soltanto il 26% degli investitori professionali e il 21% degli investitori al dettaglio hanno scelto il petrolio come materia prima vincente.

Un’enorme carenza di rame

Il motivo di tanto ottimismo è nei fondamentali. Il mercato sembra sempre più ristretto, mentre avanza a lungo termine la necessità di questo metallo per la transizione energetica. Inoltre, più a breve termine, la riapertura dell’economia cinese dovrebbe stimolare una domanda aggiuntiva.

Secondo Goldman Sachs, i prezzi del rame toccheranno un nuovo record nel 2023. Gli analisti della banca d’investimento sottolineano come il deficit di rame sia una realtà e, mentre qualcuno si attendeva una carenza significativa in un futuro lontano, il problema di un’offerta insufficiente è già qui.

Lo scorso mese, il gigante delle materie prime Glencore ha avvertito gli investitori che si profila un’enorme carenza di rame, cosa che metterà in pericolo la transizione energetica. Secondo le stime di Glencore, considerando gli obbiettivi di emissioni nette a zero dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), mancheranno oltre 50 milioni di tonnellate di rame tra il 2023 e il 2030.

È impossibile per l’offerta tenere il passo con la domanda

Come ormai da anni dicono gli esperti del settore, la mancanza di investimenti in nuovi progetti minerari rende impensabile che l’offerta possa tenere il passo con la domanda e, di conseguenza, è giocoforza che i prezzi debbano salire in modo significativo. Fino ad oggi, l’unico dubbio era quando ciò sarebbe avvenuto.

Certamente, tutto questo fermento tra gli investitori non è certo una buona notizia per i consumatori di rame fisico che potrebbero trovarsi a mal partito in un mercato troppo rialzista e accompagnato da una crescente speculazione, che non vorrà certo farsi scappare l’occasione di ingrassare il proprio portafoglio. In ogni caso, sempre dal punto di vista dei consumatori, meglio sapere come si stanno mettendo le cose…

APPROFONDIMENTO

Il paradosso verde che strangola la produzione di alluminio

I problemi energetici frenano la crescita della produzione globale di alluminio, con il sistema produttivo europeo ormai spento.

La crisi energetica che ha attanagliato l’Europa sta mettendo a dura prova il settore dell’alluminio, notoriamente energivoro. Ma, soprattutto, sta mettendo sotto gli occhi di tutti il paradosso energetico dell’alluminio (ma lo stesso vale per altri metalli): la produzione di un metallo fondamentale per realizzare un sistema energetico più verde è vulnerabile alla disponibilità di energia tradizionale (gas, petrolio e nucleare).

C’è ancora qualcuno che non si rende conto di questo paradosso? Andiamo a vedere gli ultimi dati disponibili a riguardo…

Secondo l’International Aluminium Institute (IAI), la produzione globale di questo metallo è aumentata nel 2022 del 2%, un tasso di crescita che è peggiore però di quello dei due anni precedenti.

La Cina, il principale produttore mondiale di alluminio primario, ha registrato una crescita della produzione del 4% per il secondo anno consecutivo. Ma anche il gigante asiatico è alle prese con con problemi energetici che hanno costretto durante lo scorso anno alla chiusura di impianti nelle province dello Yunnan e del Sichuan.

L’Europa si è ormai spenta

Come ben sappiamo, la situazione più drammatica è in Europa, con la produzione di alluminio che si sta spegnendo. Nel 2022 è diminuita del 12,5% e lo scorso mese (dicembre) è scesa di 540.000 tonnellate rispetto a dicembre 2021, registrando il tasso di produzione più basso di questo secolo. La causa di un simile disastro è la guerra in Ucraina e la conseguente impennata dei prezzi dell’energia elettrica.

Anche se pare che la crisi energetica europea abbia superato l’apice e l’impianto di Dunkerque (Francia), uno dei più grandi della regione (285.000 tonnellate all’anno), stia ripristinando la produzione tagliata nel quarto trimestre del 2022, molti esperti ritengono che sia troppo tardi.

L’unico smelter della Slovacchia (175.000 tonnellate all’anno) ha chiuso dopo 70 anni di attività. Quello di Podgorica (Montenegro) ha cessato di produrre alla fine del 2021. Stessa strada seguita dalle fonderie di primario in Romania e Slovenia, che hanno ridotto drasticamente la produzione.

Il paradosso verde e l’alluminio

La corsa all’energia rinnovabile non fa che accentuare il paradosso di cui abbiamo accennato. Poiché sempre più fonderie di alluminio passano a fonti di energia verde, la produzione globale di alluminio dipende sempre più dalla disponibilità di energia variabile stagionalmente.

A complicare le cose ci si mette anche il riscaldamento globale che sta cambiando la stagionalità, con periodi di prolungata siccità e ondate di calore che aumentano il consumo di energia mentre ne penalizzano la produzione. Il fenomeno è evidente in Cina dove tutte le industrie ad alta intensità energetica (alluminio in testa) sono le prime a subire restrizioni energetiche quando la rete elettrica di una provincia manifesta carenze.

Questa nuova modalità cinese “stop-and-go” di produrre alluminio, ormai entrata a far parte integrante del panorama della produzione globale, provoca un nuovo grado di volatilità sul fronte dell’offerta di alluminio. Probabilmente, anche un colosso nella produzione di alluminio come la Cina non riuscirà nei prossimi anni a sfornare tutto l’alluminio che la sua capacità produttiva gli consentirebbe.

Di fatto, il collo di bottiglia energetico, reso ancora più stretto dalle ambizioni verdi, non permette di produrre tutto l’alluminio che il mondo vorrebbe.

LINK UTILI

METALLI RAR : https://www.metallirari.com/alluminio-salgono-premi-ottimismo-fuori-luogo/

METALLI RARI : https://www.metallirari.com/paradosso-verde-strangola-produzione-alluminio/

METALLI RARI : https://www.metallirari.com/mercato-rame-restringe-prezzi-toccheranno-livelli-record/

Newsletter redatta in collaborazione con Metalweek – per maggiori informazioni e per consultare grafici e tabelle prezzi , ti metto qui di seguito il link

METALWEEK : https://www.metalweek.it//filemanager/mw/MWBASE230130.html

Se sei arrivato a leggere fino a qui ti ringrazio, vuol dire che ti è piaciuto l’articolo.

Ti chiedo di lasciare un commento o una tua considerazione in merito ai temi trattati oppure una domanda alla quale vorresti risposta.

Se conosci qualcuno al quale potrebbero interessare questi temi inoltra il link al blog, grazie per la collaborazione.