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Condivido con te le ultime notizie dalla Borsa LME relative alla scorsa settimana ed alcuni approfondimenti dal mondo dei metalli.

L’altalena del Rame sta condizionando l’andamento del listino LME, con alcuni metalli seguire il trend rialzista, mentre per altri abbandonare i livelli massimi raggiunti

Una “zona mista” che pone il mercato italiano in una fase di relativa inattività dal punto di vista lavorativo per il collocamento di calendario delle festività del XXV aprile e del Primo Maggio, sebbene la Borsa LME avrà come suo giorno di fermata il 6 maggio, portando con sé l’alea di un’ottava corta.

Una concatenazione di date festive che renderà il panorama delle fissazioni dei prezzi dei metalli in un ambito decisamente instabile.

La lettura dell’indice LMEX, in flessione dell’1,15% su base settimanale, non è certo sufficiente come elemento per poter fare un’attenta analisi su quello che è avvenuto a Londra in modo particolare a partire da mercoledì 24 aprile.

La liquidità che gravita su ciascun metallo è, come spesso capita in questi frangenti, un dato non secondario per poter individuare i futuri orientamenti dei prezzi e le loro conseguenti “prese d’atto” da parte del comparto industriale-manifatturiero.

Il Rame rappresenta al meglio quello che è avvenuto al LME la settimana scorsa.

L’altalena di prezzi, prima a ridosso dei 10mila USD 3mesi, poi una discesa di quasi 300 dollari e una chiusura nuovamente vicina ai 10mila, avendola oltrepassata in alcuni frangenti della seduta di venerdì scorso mette in evidenza quanta incertezza ci sia attorno al metallo di riferimento della Borsa e così su tutti gli “industriali”.

La soglia dei 10mila dollari tre mesi non è più un tabù per il Rame, ma potrebbe anche rappresentare la base per un importante movimento di revisione ribassista accompagnata da una situazione di volatilità sul prezzo LME ad accelerare la discesa.

Zinco – in bilanciamento domanda e offerta

L’attuale situazione di mercato dello Zinco è caratterizzata da un evidente bilanciamento tra le componenti domanda e offerta, mettendo in chiaro che l’attuale quotazione di Borsa rappresenta un punto importante di riferimento nella sua valorizzazione dollari 3mesi.

Le Leghe – Ottone e Zama

Il netto posizionamento rialzista del valore del Rame inciderà in modo determinante nella definizione del prezzo dell’Ottone che avrà la sua collocazione momentanea in quella già vista ad inizio della settimana scorsa. La Zama continuerà anch’essa nella correzione al rialzo dei riferimenti delle varie leghe, con i produttori molto restii ad inserire nei computi dei prezzi di vendita i recentissimi arretramenti dello Zinco.

L’Alluminio ha perso lo spunto dei giorni migliori

L’Alluminio pur mantenendosi alto non sembra più avere lo spunto dei giorni migliori, ma la diminuzione registrata nella seconda parte della settimana scorsa non potrà essere considerata come l’avvio di una fase di ribassi per il metallo.

Momento positivo per il Nichel

Il momento pare positivo per il Nichel con l’attuale riferimento USD 3mesi mettere in evidenza un deciso miglioramento della sua situazione di Borsa, prendendo anche slancio da una condizione generale del listino LME non certo in arretramento.

Zona di massimo relativo per il Piombo

Le avvisaglie di un avvicinamento alla zona di massimo relativo si sono manifestate con una certa chiarezza nelle ultime sedute nei riguardi del Piombo con l’accumulo della liquidità rialzista rappresentare un freno nella sua ulteriore crescita.

Una breve “pausa” per lo Stagno

La diminuzione registrata dalla Stagno negli ultimi giorni di Borsa non è sicuramente da considerare come l’inizio di una fase di rientro dai massimi relativi degli ultimi tempi, ma più una pausa condizionata da una estemporanea attività speculativa “corta” su questo metallo che ne ha determinato il suo arretramento.

Le aspettative per lo Stagno LME rimangono rialziste e quindi gli utilizzatori non dovranno temporeggiare in un’eventuale azione di riposizionamento migliorativo del valore medio degli acquisti.

Spese militari a livelli record. Previsioni rosee per gli affari di guerra

È stato pubblicato l’ultimo report del SIPRI, da cui emerge che le spese militari globali hanno raggiunto il massimo storico.

Le spese militari nel mondo hanno raggiunto livelli record che, come risulta dall’ultimo report dello Stockholm International Peace Research Institut (SIPRI), mai erano stati raggiunti nella storia recente.

Secondo il SIPRI, lo scorso anno, la spesa totale per la difesa globale ha raggiunto i 2.443 miliardi di dollari, una cifra che segna il massimo da quando l’isitituto di ricerca svedese raccoglie i dati.

Stati Uniti e Cina davanti a tutti

I due paesi con le maggiori spese militari, gli Stati Uniti (916 miliardi) e la Cina (296 miliardi), rappresentano da soli circa la metà di tutta la spesa mondiale. Nel 2023, gli Stati Uniti hanno aumentato la spesa militare del 2,3% e la Cina del 6%.

La Russia ha aumentato le sue spese militari del 24% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 109 miliardi di dollari. Dal 2014 l’aumento è stato del 57%, una percentuale elevata ma di molto inferiore a quella dell’Ucraina che ha visto decollare le spese del 1270%.

Nel 2023, il maggiore aumento percentuale della spesa militare è stato registrato dalla Repubblica Democratica del Congo, con un balzo del 105% su base annua.

Considerando che nel corso di quest’anno sempre più paesi hanno dichiarato di voler aumentare ulteriormente le spese in armi, non è difficile prevedere che le aziende produttrici godranno di un mercato in rapida espansione e che porterà grandi profitti.

I 10 paesi che con le maggiori spese militari

È in Cina il carburante che sta alimentando il rally dell’oro

La Cina è al centro del boom del mercato dell’oro che, secondo gli analisti, poggia su solide basi. La domanda è attesa in ulteriore crescita.

L’oro sta vivendo un momento straordinario caratterizzato da un’ascesa dei prezzi che hanno infranto tutti i record.

Al centro di questo boom del mercato dell’oro c’è il più grande produttore e consumatore mondiale di metallo giallo: la Cina.

A spingere gli investitori verso l’oro ci sono anche il peggioramento delle tensioni geopolitiche (dalla guerra in Medio Oriente alla guerra in Ucraina) e le prospettive di tassi di interesse più bassi negli Stati Uniti.

Tuttavia, è stata l’inarrestabile domanda cinese ad alimentare il rally, con gli acquirenti al dettaglio, gli investitori di fondi, i traders e persino la banca centrale cinese che guardano al metallo giallo come una riserva di valore in tempi incerti.

C’è ancora spazio per una crescita della domanda

Secondo Bloomberg, lo scorso anno il consumo in Cina di gioielli, lingotti e monete è salito a livelli record. La domanda di gioielli in oro è aumentata del 10%, mentre gli investimenti in lingotti e monete sono aumentati del 28%.

Per Precious Metals Insights Ltd, c’è ancora spazio per una crescita della domanda di oro, che beneficerà della prolungata crisi nel settore immobiliare, della volatilità dei mercati azionari e dell’indebolimento dello yuan.

Va anche considerato che in Cina, con i controlli sui cambi e sui capitali, non ci sono molte alternative per gli investimenti.

Anche se la Cina estrae più oro di qualsiasi altro paese, ha comunque bisogno di importare oro in quantità che stanno diventando sempre più grandi.

Negli ultimi due anni, l’import ha superato 2.800 tonnellate, una quantità che, tanto per avere qualche riferimento, corrisponde a circa un terzo delle scorte detenute dalla Federal Reserve statunitense.

I premi cinesi dell’oro sono balzati a 89 dollari

Ma la protagonista del mercato è stata certamente la Banca Popolare Cinese, impegnata in una corsa agli acquisti per 17 mesi consecutivi, nel tentativo di diversificare le sue riserve lontano dal dollaro e per proteggersi dal deprezzamento della valuta.

Tutte le previsioni indicano che tali acquisti rimarranno elevati anche nel 2024.

Un interessante indice del grande interesse degli acquirenti cinesi è il premio che devono pagare rispetto alle quotazioni ufficiali.

Questo premio è balzato a 89 dollari l’oncia all’inizio di questo mese, quando la media nell’ultimo anno è stata di 35 dollari contro una media storica di soli 7 dollari.

Considerando tutti questi fattori, è facile capire perché la società di consulenza Metals Focus Ltd sostiene che il rally dell’oro poggia su basi sostenibili.

La domanda cinese potrebbe continuare a crescere poiché gli investitori cercano di diversificare le loro partecipazioni in materie prime.

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