Buongiorno,

finito il periodo di ferie estive, rieccomi qui ad informarvi sugli ultimi eventi legati ai prezzi di Borsa dei metalli ed alle prospettive dell’economia mondiale.

Partirei subito dicendo che il crollo settimanale del prezzo del Rame ha aperto molti dubbi su quello che in futuro potrà essere il ruolo della Borsa LME, tra gli utilizzatori di metalli e leghe.

“Climate Change” per la Borsa LME

◾ La Borsa LME sta subendo il suo “cambiamento climatico” e, come il Pianeta Terra, oltre a gestire le mutazioni in corso, dovrà considerare importanti modifiche di sistema, pena la sua irreversibile riduzione di centralità all’interno del panorama mondiale dei metalli “industriali”.

◾ Una considerazione senza dubbio forte che non troverà tutti d’accordo, ma gli eventi della settimana appena conclusa, mettono in evidenza una realtà dei fatti e quindi uno scenario in cui si sta collocando la Borsa londinese dei metalli, decisamente mutato rispetto anche solo a qualche mese fa.

◾ La riduzione dell’indice LMEX, di quasi un quinto su base primo Gennaio 2022, è un elemento di non secondaria importanza, questo sta a significare che il 20% del valore insito degli “industriali” è andato letteralmente in fumo, ma visto che in qualsiasi Borsa del mondo “il denaro non si genera al suo interno, ma si sposta”, per il comparto speculativo-finanziario, la variazione negativa ha costituito la sua lauta remunerazione, prima di abbandonare in modo massiccio le rive del Tamigi.

Cosa è successo al Rame

◾ Il metallo rosso è passato da 8.300 USD / 3mesi (un attimo prima dell’intervento di Powell al summit di Jackson Hole) a 7.550 Dollari al termine della seduta di venerdì scorso, accumulando una perdita di 750 USD per tonnellata, che rappresenta, sotto l’aspetto del valore unitario, una quantificazione numerica decisamente più alta rispetto a quella che oggi occorre destinare come margine (634 Dollari/tonnellata), per operare alla Borsa LME su un lotto di Rame da 25 TON.

Nuovi approcci per gli utilizzatori ?

◾ Alla luce di questi fatti, chi utilizza metalli deve comunque continuare a confrontarsi con quotazioni certe, stabili e formalmente regolamentate, un buon momento quindi per testare nuovi approcci procedurali a ridotto rischio e con modalità operative più semplici ed economiche.

◾ Come detto in precedenza, il Rame ha vissuto un’ottava non facile, trovandosi ora ad un punto di minimo, la cui evoluzione rialzista potrebbe non risultare, almeno in questo frangente, così scontata.

Le conseguenze sulle leghe a base rame

◾ Il prezzo della lega di ottone in barra, nella settimana scorsa, ha subito una serie di diminuzioni che hanno collocato il riferimento ufficiale 430 Euro/tonnellata più basso rispetto alla quotazione indicata nell’immediato dopo ferie.

◾ Un valore questo che, alla luce degli ultimi ribassi di Rame e Zinco, non esprime a pieno l’effettivo adeguamento della lega in oggetto, collocabile verso ulteriori 100 Euro/tonnellata di calo.

Anche lo Zinco cala vistosamente

◾ Lo Zinco, come appena accennato, ha subito anch’esso una sensibile riduzione su base settimanale, con il prezzo USD 3mesi che in un contesto di normalità avrebbe avuto le connotazioni di un minimo relativo, ma la scarsa domanda da parte degli utilizzatori porterà questo metallo verso ulteriori ribassi.

◾ L’attuale momento dello Zinco sta condizionando anche quello della lega Zama, che negli ultimi otto giorni ha registrato una diminuzione media tendenziale di circa 200 Euro/tonnellata, questa al netto di eventuali adeguamenti dovuti al caro-energia.

Lontano il momento rialzista dell’Alluminio

◾ L’Alluminio vede ancora lontano il momento di un potenziale collocamento del riferimento USD 3mesi nella zona di proiezione rialzista, pertanto, il prezzo sarà destinato ancora a scendere nei prossimi giorni.

Il Nichel sembra l’unico metallo indenne al calo dei valori di Borsa

◾ Una situazione di relativa regolarità negli scambi è invece quella che sta riguardando il Nichel, dove è possibile ipotizzare l’avvio di una fase di correzione al rialzo del suo riferimento USD di Borsa.

Piombo e Stagno uniti in una importante azione ribassista

◾ l Piombo si trova in un momento di difficoltà, con il prezzo sempre più compresso verso il basso a dimostrazione che domanda ed offerta non hanno ancora trovato il punto ottimale d’incontro.

◾ Un contesto analogo per lo Stagno, con gli utilizzatori confidenti di trovarsi nel pieno di un’importante azione di correzione ribassista del prezzo LME, il cui epilogo risulta ancora lontano.

Federal Reserve e mosse di politica monetaria

◾ In ultimo una considerazione di carattere generale, l’origine di questo importante insieme di ribassi che sta interessando gli “industriali”, oltre al fattore legato ad un livello della domanda insoddisfacente, ha come movente principale la Federal Reserve, verso la quale si attende maggiore chiarezza sulle mosse di politica monetaria che vorrà adottare nelle prossime settimane.

UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA

Anche Francia e Germania non se la passano bene

🔸 La Dunkerque Aluminium, principale produttrice di alluminio d’Europa, dal 12 settembre darà il via alle operazioni di taglio della produzione che entro il 1 ottobre porteranno l’output a -22% dal livello normale a causa dell’insostenibilità dei costi energetici. Di fatto, un quinto della produzione sparita.

🔸 L’amministratore delegato del gruppo, Guillaume de Goys non ha usato giri di parole nel descrive l’impatto della decisione, sia a livello di mercato che simbolico: Il settore ha già pagato un prezzo molto alto alla crisi energetica. E alla luce di questa nuova, obbligata riduzione, occorre dire chiaramente che ulteriori tagli significherebbe la perdita di sovranità produttiva per l’Ue. Un qualcosa di molto negativo

🔸 Entro fine mese si unirà la chiusura totale di una fonderia in Slovacchia della Norsk Hydro ASA. La situazione sta letteralmente precipitando. E lo fa con le modalità tipiche del disastro: quasi senza dare preavviso.

🔸 La tedesca Speira taglierà la produzione di alluminio del 50% da ottobre, nel suo stabilimento di Rheinwerk a causa degli alti prezzi dell’energia, ha detto la società in un comunicato sul suo sito web.

Continuano i tagli

🔸 Si stima che le fonderie europee abbiano tagliato da 800.000 a 900.000 tonnellate annualizzate di produzione di alluminio da quando i prezzi dell’energia hanno iniziato a salire l’anno scorso.

🔸 Gli analisti dicono che altre 750.000 tonnellate di produzione potrebbero essere tagliate il prossimo inverno, il che significherebbe maggiori deficit e prezzi più alti per i consumatori europei nei settori dei trasporti, degli imballaggi e delle costruzioni.

🔸 La fusione dell’alluminio è estremamente energivora e i prezzi dell’energia in Europa, che sono aumentati ulteriormente dopo che la Russia ha ridotto le forniture di gas, hanno determinato una situazione dove i costi di produzione per molti sono superiori al prezzo di mercato.

Il paradosso dei prezzi che in Borsa calano e per i consumatori salgono

🔸 I prezzi dell’alluminio sono scesi oggi ai minimi di 17 mesi e la maggior parte degli altri metalli hanno perso terreno a causa della vacillante crescita economica globale che ha indebolito le prospettive della domanda e ha rafforzato il dollaro.

🔸 Il dollaro si è rafforzato nel 2022 più che in qualsiasi altro anno dal 1981 e mercoledì ha raggiunto un massimo di 20 anni, rendendo i metalli a prezzo in dollari più costosi per gli acquirenti con altre valute.

🔸 I mercati azionari globali sono scesi a causa dei dati commerciali più deboli del previsto in Cina, il più grande consumatore di metalli, che si sono aggiunti al quadro negativo dell’economia globale.

🔸 In pratica, per i consumatori europei, oltre che l’aumento dato dal costo dell’energia, c’è da considerare un aumento dato dall’apprezzamento del dollaro sull’euro.

LA CRISI ENERGETICA NON PERDONA – APETTIAMOCI SOMMOSSE E RIVOLTE

Shock nella vita quotidiana che portano a disordini civili

🔴 Secondo Verisk Maplecroft, importante società di consulenza britannica specializzata nella valutazione dei rischi, nell’ultimo trimestre l’indice di disordini civili (Civil Unrest Index) è in forte aumento in oltre il 50% dei 198 paesi monitorati. Germania e Norvegia, due degli stati più ricchi d’Europa, sono tra i paesi che stanno subendo forti shock della vita quotidiana che potrebbero portare a disordini civili.

🔴 Gli analisti di Verisk Maplecroft affermano che l’impatto dell’inflazione sul prezzo degli alimenti di base e dell’energia provocherà un aumento senza precedenti dei disordini civili. Con oltre l’80% dei paesi nel mondo che registra un’inflazione superiore al 6%, i rischi socioeconomici stanno raggiungendo livelli critici. Quasi la metà di tutti i paesi presi in esame sono ora classificati come ad alto o estremo rischio e si prevede che un gran numero di stati subirà un ulteriore deterioramento nei prossimi sei mesi. In altre parole, il peggio deve ancora venire.

“Chi è causa del suo mal pianga sé stesso”

🔴 Per l’Unione Europea, la cui sicurezza energetica era già compromessa anche prima della guerra in Ucraina, le sanzioni imposte alla Russia e la volontà di limitare il prezzo per le spedizioni petrolifere russe stanno rendendo più drammatica che altrove la crisi energetica.

🔴 Una crisi che secondo molti osservatori è figlia di scelte politiche errate e incoscienti, che trascineranno inevitabilmente molti governi europei alla dissoluzione.

🔴 Naturalmente, a pagare il conto degli enormi danni provocati saranno i cittadini, sia di questa generazione che della prossima.

LINK UTILI PER APPROFONDIRE

MONEY.IT : https://www.money.it/germania-default-francia-crisi-alluminio

METALLI RARI : https://www.metallirari.com/author/rareadmin404/

REUTERS : https://lnkd.in/gkgt9mHf

COMMODITY EVOLUTION : https://lnkd.in/dTRi2z_6

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METALWEEK : https://www.metalweek.it//filemanager/mw/MWBASE220905.html

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