Buongiorno,
la fase di alti e bassi dei prezzi degli “industriali” denota una grande incertezza principalmente correlata alle aspettative di una crescita economica che tarda a manifestarsi in termini reali.
Gli utilizzatori di metalli, in questo primo scorcio del nuovo anno, sono come seduti su un ottovolante, con le quotazioni di Borsa che continuano ad essere indecifrabili, un percorso con continue salite e discese repentine, il cui punto di arresto non è ancora ben precisato.
La metafora del luna park e della sua giostra più iconica, l’ottovolante, risulta estremamente calzante per rappresentare il momento di forte variabilità degli “industriali”, che nelle ultime settimane ha percorso più tratti in discesa che in salita.
L’indice LMEX infatti, al termine della scorsa cinquina di sedute, ha riportato una contrazione dello 0.7%, mentre in termini complessivi, nella prima parte di febbraio l’accumulo negativo dell’indicatore LME è stato di 6,5 punti percentuali.
RAME – SEGNALI DI INVERSIONE DI TENDENZA
Il Rame nell’ultima ottava ha dato più di un segnale in termini di inversione di tendenza, anche se poi ha sempre fatto registrare delle retrocessioni di prezzo che lo hanno riportato al punto iniziale e in molti casi, anche al di sotto del riscontro di inizio seduta. La quotazione di venerdì 17 Febbraio, merita però un attento approfondimento. Infatti, c’è stato il superamento della soglia dei 9mila USD 3mesi che deve essere visto come un elemento positivo. Se questo trend dovesse mostrarsi “tenace” per l’intera settimana, potrebbe portare dei benefici indubbi e diffusi all’intero listino LME.
La crescita repentina del “metallo rosso” ha in ogni modo prodotto un accumulo di denaro “lungo”, con la possibile conseguenza di rallentare nell’immediato l’evolversi dell’escursione rialzista del prezzo.
ZINCO – FASE CALANTE GIUNTA AL SUO EPILOGO?
La fase calante dello Zinco è giunta al suo epilogo, ma questo non vuole significare un rapido riposizionamento del valore del metallo ai livelli anche solo di qualche settimana fa. La progressione rialzista vista sul finale di seduta di venerdì 17 non ha comunque i caratteri dell’occasionalità e quindi va vista come un’importante base di partenza con prospettiva rialzista.
OTTONE E ZAMA
Le leghe a base di Rame e Zinco rifletteranno l’evoluzione dei prezzi a seconda delle loro composizioni. L’Ottone avrà una definizione di valore decisamente più articolata, visti i possibili incroci di tendenza dei due metalli di riferimento, lasciando supporre che la sua quotazione base difficilmente subirà delle variazioni significative. La Zama avrà invece nel fattore rivalutazione dello Zinco l’elemento principale della proiezione rialzista, ma il dato più significativo è che la lega, ai valori attuali, abbia raggiunto il suo minimo relativo.
ALLUMINIO IN UN CONTESTO DI ELEVATO INTERESSE
L’Alluminio, nonostante le aspettative recenti, non ha ancora terminato la sua corsa di riposizionamento verso il basso. L’entità di questa nuova collocazione ribassista del prezzo USD 3mesi non sarà comunque rilevante in termini di differenziale rispetto ai valori della scorsa ottava, questo a significare che il metallo risulta in un contesto di elevato interesse per gli approvvigionamenti futuri.
NICHEL – FLESSIONE IMPORTANTE
Il Nichel ha finalmente fatto chiarezza sulla sua reale forza in considerazione dei recenti valori di Borsa, decisamente sopravvalutati da fattori esterni, leggi speculazione. La flessione del metallo è stata importante e negli ultimi otto giorni ha lasciato sul terreno il 7.5% in rapporto al prezzo USD 3mesi, e non ci sono attualmente, elementi per vedere il Nichel nuovamente in crescita nel breve periodo.
QUOTAZIONI DEL PIOMBO CONDIZIONATE DAL CONTESTO GENERALE
Il punto di minimo relativo fatto registrare dal Piombo, circa un mese fa, è stato doppiato sul finire della scorsa serie di sedute settimanali al LME. Il metallo inevitabilmente subirà il condizionamento dato dal contesto generale di Borsa e pertanto la nuova collocazione di prezzo ai minimi del periodo potrebbe essere piuttosto lunga.
STAGNO TORNATO AI LIVELLI DI INIZIO ANNO
Le attese di rialzi importanti sullo Stagno si sono riconvertite in movimenti di prezzo con il segno opposto. Le situazione relativa al lavoro, non proprio in linea con i pronunciamenti generali improntati all’ottimismo, da parte di governi e istituzioni, si riflettono nella contrazione che ha avuto questo metallo durante l’ultima settimana di Borsa. Le aspettative sullo Stagno non sono al momento rosee, anche se non bisogna sottovalutare l’elemento di tenuta del prezzo USD 3mesi attuale, che risulta essere allo stesso livello della quotazione di inizio gennaio.
UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA
Alluminio al minimo di 5 settimane. Domanda cinese troppo debole.
I prezzi dell’alluminio scivolano al minimo di cinque settimane. Le scorte di borsa aumentano e la domanda cinese delude.
I prezzi dell’alluminio soffrono per la debole domanda in Cina e per il rapido aumento delle scorte nei magazzini di borsa. Tutto ciò ha fatto scendere le quotazioni del metallo al minimo di cinque settimane.
Le scorte di alluminio nei magazzini del London Metal Exchange (LME) sono salite a 602.150 tonnellate dalle 375.950 tonnellate di metà gennaio. In Cina, le scorte nei magazzini dello Shanghai Futures Exchange (SHFE) sono arrivate a 268.984 tonnellate, contro le 95.881 tonnellate del 30 dicembre.
A gennaio la speculazione aveva scommesso al rialzo
Le quotazioni dell’alluminio LME sono arrivate a 2.410 dollari a tonnellata, molto vicine ai minimi di 2.387 dollari toccati il 9 gennaio di quest’anno.
Lo scorso mese, un po’ tutti i metalli industriali erano aumentati, con l’alluminio che aveva raggiunto il massimo di sette mesi (2.679,50 dollari), mentre gli speculatori scommettevano che la crescita della Cina, il principale consumatore di metalli nel mondo, si sarebbe ripresa dal crollo dello scorso anno.
Ma i fondamentali dell’alluminio rimangono forti
Per il momento, queste aspettative sono andate deluse, con la domanda cinese che rimane debole e il metallo che si riversa in grandi quantità nei magazzini di borsa (ma le scorte sono ancora ben al di sotto della media a lungo termine). Inoltre, secondo JPMorgan, l’ondata di investimenti speculativi è rallentata, con 2,3 miliardi di dollari che hanno lasciato i mercati dei metalli di base la scorsa settimana.
Anche i timori che saranno necessari tassi di interesse più elevati, continuano a mettere sotto pressione i mercati dei metalli (oltre a quelli azionari). Infatti, tassi di interesse americani più alti portano ad un rafforzamento del dollaro, rendendo i metalli prezzati in dollari più costosi per molti acquirenti.
Tuttavia, come sostengono anche gli analisti di WisdomTree, i fondamentali dell’alluminio rimangono forti e la domanda della Cina dovrebbe crescere nel corso di quest’anno. Inoltre, la produzione di metallo in Cina si sta contraendo. Tutti elementi che fanno pensare ad un prossimo rialzo dei prezzi.
Conti di Norsk Hydro peggio delle attese. Il 2023 sarà imprevedibile
L’utile del colosso norvegese dell’alluminio per l’ultimo trimestre 2022 delude le previsioni. Inoltre, l’azienda dichiara che le prospettive per quest’anno sono imprevedibili.
Settimana dopo settimana, l’aggettivo che sta prendendo sempre più piede nei discorsi degli operatori del settore e nelle analisi degli esperti di mercato è “imprevedibile“. Ma quando è una multinazionale come Norsk Hydro che descrive come imprevedibili le prospettive per il 2023, non è certo una buona notizia, ne per gli imprenditori e nemmeno per gli investitori.
Il panorama del 2023 è imprevedibile
Hilde Merete Aasheim, CEO di Hydro, ha dichiarato questa settimana che il panorama per quest’anno è imprevedibile, anche se con una prospettiva più positiva in termini di pressione inflazionistica e di sviluppo macroeconomico rispetto a pochi mesi fa. Nella stessa occasione, il CEO ha evidenziato un calo maggiore del previsto dell’utile aziendale per il quarto trimestre 2022.
Come riporta anche Reuters, l’utile rettificato prima degli oneri finanziari e delle imposte (EBITDA) è sceso a 7,18 miliardi di corone norvegesi (704 milioni di dollari) tra ottobre e dicembre dai 9,01 miliardi (882 milioni di dollari) dell’anno precedente. Di conseguenza, gli analisti sono rimasti delusi visto che si aspettavano un utile di almeno 7,37 miliardi (723 milioni di dollari).
Inoltre, Hydro prevede di pagare un dividendo di 5,65 corone per il 2022, inferiore alle 7,50 corone previste dagli analisti e in calo rispetto alle 6,85 corone pagate per il 2021.
Un anno problematico anche per il colosso norvegese dell’alluminio
La società ha detto anche che prevede di riacquistare azioni proprie per un valore di 2 miliardi di corone (196 milioni di dollari).
Il mercato dell’alluminio dello scorso anno è stato assai problematico anche per un gigante come Norsk Hydro, travolto dall’eccessiva volatilità dei prezzi. Nel 2022 i prezzi del metallo hanno toccato livelli record superiori a 4.000 dollari per tonnellata al London Metal Exchange (LME), mentre attualmente sono a 2.382 dollari (LME cash, 13 febbraio).
APPROFONDIMENTO
Un solido motivo per la guerra dell’Occidente in Ucraina? Il titanio…
I veri interessi occidentali e russi che hanno scatenato i sanguinari combattimenti sui territori dell’Ucraina, non sono per nulla chiari all’opinione pubblica. Come nel caso del titanio…
Mentre il conflitto in Ucraina si conferma una guerra di logoramento e a tempo indefinito, il destino di Kiev e dell’Unione Europea sembra sempre più legato alle decisioni della NATO e degli Stati Uniti.
Nel caso di una vittoria dell’Ucraina, l’idea occidentale è di accogliere il Paese tra le braccia della comunità euro-atlantica e su questa ipotesi gli Stati Uniti vorrebbero identificare, sviluppare e utilizzare le vaste risorse ucraine di un metallo chiave cruciale per lo sviluppo della tecnologia militare più avanzata dell’Occidente e che costituirà la spina dorsale della futura deterrenza contro la Russia e la Cina.
Il metallo di cui parliamo è il titanio!
Il titanio è un metallo leggero ma resistente, molto utilizzato nelle applicazioni militari avanzate come gli aerei da combattimento, gli elicotteri, le navi militari, i carri armati, i missili a lungo raggio e molti altri.
Come ha ben descritto recentemente l’autorevole settimanale americano Newsweek, se l’Ucraina vince, gli Stati Uniti e i suoi alleati saranno in pole position per accaparrarsi il titanio ucraino. Ma se sarà la Russia a mettere le mani sui giacimenti e sugli impianti dell’Ucraina, Putin rafforzerà la sua influenza globale su una risorsa sempre più strategica.
Gli americani hanno classificato il titanio come uno dei 35 beni minerali vitali per la sicurezza economica e nazionale del Paese. Inoltre, gli Stati Uniti non producono attualmente nemmeno un grammo di spugna di titanio (prodotto intermedio, la base del titanio metallico) poiché l’ultimo produttore nazionale ha chiuso i battenti nel 2020.
L’Ucraina invece è uno dei soli sette paesi che producono spugna di titanio, insieme a Cina e Russia, rivali militari degli Stati Uniti. Secondo lo US Geological Survey (USGS), lo scorso anno la Cina ha prodotto più di 231.000 tonnellate di spugna di titanio, pari al 57% della produzione globale. Seguono il Giappone con il 17% e la Russia con il 13%. L’Ucraina ne produce più di 4.000 tonnellate.
Nessuna sanzione contro il titanio russo
L’importanza del titanio per l’Occidente è testimoniata anche dal fatto che tra le migliaia di sanzioni contro la Russia nessuna ha sfiorato il titanio. D’altronde, sia Europa che Stati Uniti temono fortemente che il Cremlino possa un giorno congelare le esportazioni di questo metallo, mettendo in difficoltà tutte le aziende aerospaziali e della difesa.
Fonti americane anonime citate da Newsweek affermano che il Dipartimento di Stato statunitense sta studiando la fattibilità di utilizzare il titanio dell’Ucraina come alternativa alle fonti cinesi e russe. Inoltre, l’Ucraina ha depositi davvero significativi di terre rare e, come ha dichiarato un membro dello staff del congresso americano “se giochiamo bene le nostre carte, potrebbe effettivamente essere un’alternativa davvero interessante alle fonti russe e cinesi, dove attualmente c’è molta dipendenza“.
La guerra per il titanio
Dal punto di vista dell’Ucraina, che spera di attrarre sempre più denaro occidentale oltre che protezione politica, c’è una forte consapevolezza che l’industria del titanio sia un asse portante grazie al quale chiedere quello che vuole. Come dice uno dei consiglieri economici di Zelensky “Oggi abbiamo il titanio e abbiamo il litio, entrambi sono molto richiesti ora e lo saranno ancora di più in futuro. La maggior parte di questi depositi non è nemmeno sfruttata e le opportunità di business in questo settore sono davvero enormi “.
Se qualcuno si domanda quale sia l’interesse dell’Occidente nel sostenere l’Ucraina nel protrarre la guerra a tempo indefinito, il titanio è uno degli argomenti più solidi per farlo. Mentre l’argomentazione che lo schieramento dell’Occidente a fianco dell’Ucraina sia per difendere i nostri valori democratici sembra abbastanza debole e spendibile soltanto verso un’opinione pubblica poco informata, la guerra per il titanio (e per le altre preziose risorse naturali dell’Ucraina) sembra poggiare su basi più solide e, soprattutto, molto più vicine alla realtà.
LINK UTILI
METALLI RARI: https://www.metallirari.com/alluminio-minimo-5-settimane-domanda-cinese-debole/
METALLI RARI: https://www.metallirari.com/conti-norsk-hydro-peggio-previsto-2023-imprevedibile/
METALLI RARI: https://www.metallirari.com/solido-motivo-guerra-occidente-ucraina-titanio/
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METALWEEK : https://www.metalweek.it//filemanager/mw/MWBASE230220.html
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