Buongiorno,
questa settimana, la nuova spinta rialzista del listino LME è coincisa con l’improvvisa debolezza del Dollaro USD.
Questa spinta rialzista, vista nelle ultime due sedute di Borsa, potrebbe essere giunta al punto di massima espansione.
La crescita del listino LME è coincisa con la pubblicazione negli USA degli incoraggianti dati sull’inflazione, in aumento del 7.7% su base annua, ma molto al di sotto delle previsioni, il successivo deprezzamento del Dollaro è stato un autentico vettore per la corsa al rialzo degli “industriali”.
Una situazione che può essere definita oltre il limite del paradosso, dove il forte e improvviso deprezzamento del Dollaro USD ha praticamente annullato gli incrementi di prezzo espressi in Euro dell’intero listino LME.
In ulteriore sintesi e alla luce di quello che sta accadendo in Borsa, in tutto il mondo, la sola economia che subirà gli aumenti degli “industriali”, sarà quella a stelle e strisce, visto che l’indice LMEX è salito negli ultimi otto giorni del 5.9%!
Le analisi di prezzi e tendenze vanno comunque condotte sulla base delle “quotazioni madre” e quindi sulle indicazioni espresse in dollari per tonnellata, con le elaborazioni che hanno riportato degli elementi di importanza fondamentale sulle dinamiche future della struttura dei valori di diversi metalli.
Rame ai massimi da giugno
Il Rame, come sempre accade, risulta essere l’origine di questo nuovo turbine destabilizzante, che in pratica pur non trovando un minimo comune denominatore con lo “scalino” prodotto al LME una decina di giorni fa, ha determinato una continuità di linea rialzista che ha portato questo metallo ai massimi dalla quarta settimana dello scorso giugno.
L’inerzia rialzista della quotazione USD 3mesi del Rame, porterà a delle ulteriori situazioni di aumento della sua quotazione di Borsa, considerando tutto ciò una nuova referenza statistica di massimo relativo, evitando che questa possibile ulteriore impennata del “rosso” possa indurre alcuni utilizzatori a procedere con acquisti di natura difensiva. Un ultimo dettaglio, ma altamente significativo, riguarda la concentrazione di denaro “lungo” sul metallo, che ha raggiunto un livello verso l’alto di natura inusuale.
Lo Zinco beneficerà dell’ondata rialzista
Lo Zinco, si trova in un contesto di struttura di prezzo diametralmente opposto rispetto a quello del Rame, essendo questo metallo uno dei pochi che beneficerà di questa ondata rialzista che sta coinvolgendo il listino LME. La crescita su base settimanale dello Zinco, in rapporto al valore USD 3mesi, è stata del 4% ,ricollocandosi oltre la soglia dei 3mila dollari, area questa in cui il metallo era consono trovarsi posizionato fino allo scorso mese di settembre. L’aspettativa sullo Zinco sarà quindi quella di un ulteriore rinforzo del prezzo di Borsa e, a supporto di tale indicazione occorre guardare la quota di denaro “lungo” che sta interessando il metallo, collocata entro i limiti di tolleranza.
Ottone e Zama
Le principali leghe che interessano i due metalli appena citati, ovvero Ottone e Zama, assumeranno delle formazioni di prezzo diametralmente opposte. La Zama continuerà a progredire in diretta correlazione con quello che avverrà sullo Zinco, mentre l’Ottone subirà in modo piuttosto tumultuoso le inevitabili vicende che vedranno protagonista il Rame, tutto questo in considerazione degli sviluppi prossimi del rapporto di cambio tra Euro e Dollaro.
Alluminio collocazione innaturale
L’Alluminio si trova ora in una collocazione di prezzo USD 3mesi sicuramente innaturale, sebbene con prospettive di incremento ancora possibili. Il vantaggio del dollaro, improvvisamente debole, non sta facendo percepire a pieno questa situazione, ma il denaro “lungo”, decisamente sopra soglia, lascerebbe supporre nel breve ad una sua improvvisa ricollocazione verso il basso del valore di Borsa.
Nichel corsa rialzista, per quanto?
La corsa rialzista del Nichel sarà uno dei temi maggiormente dibattuti in questa ottava. Il contesto di oscillazione di prezzo nel quale il metallo si inserirà, seppur vagamente ricorderà quello che avvenne ad inizio marzo, anche se il tutto si svolgerà in termini estremamente più contenuti, il superamento della soglia dei 28mila USD è quasi certa, ma per un tempo limitato.
Il Piombo segue la “moda del momento”
Anche il Piombo sta seguendo la “moda del momento”, prezzi elevati non più riproposti da tempo e fortemente alimentati da una componente di denaro “lungo” fuori controllo. La linea di fine corsa è prossima per questo metallo, sebbene la situazione generale LME lo riposizionerà nelle zone di massimo relativo già esplorate nella seconda parte dello scorso mese di agosto.
Stagno e reperibilità
Il grande timore che aleggia tra gli utilizzatori di Stagno è quello legato alla reperibilità di metallo “fisico” nel caso avesse luogo una nuova fase di regressione del prezzo USD. La possibile carenza di materia prima sul mercato è il vero effetto volano della momentanea crescita dello Stagno al LME.
UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA
No al divieto di metallo russo. LME decide a favore dei consumatori.
Il London Metal Exchange ha deciso di non vietare il metallo russo nei magazzini di borsa. I consumatori europei tirano un sospiro di sollievo, mentre altri si arrabbiano (Alcoa e Hydro, per esempio).
Il London Metal Exchange (LME) ha infatti deciso, alla fine della scorsa settimana (a contrattazioni ormai chiuse), di non vietare le consegne di metallo russo nei magazzini di borsa, nonostante le forti pressioni dei grandi produttori occidentali di alluminio e di alcuni traders internazionali per mettere fuori gioco la Rusal, il gigante russo del settore. All’uscita della notizia, i prezzi dei titoli azionari dei produttori di alluminio quotati negli Stati Uniti sono scesi.
La delusione di Alcoa
Come riportato da Bloomberg, Alcoa ha dichiarato la sua delusione verso la decisione LME, dicendo che rimane un rischio significativo che metallo indesiderato di origine russa inondi i magazzini di borsa, destabilizzando i prezzi dell’alluminio.
L’LME ha preferito non imporre giudizi morali sulla guerra in Ucraina e ha constatato che i consumatori stanno ancora facendo affidamento sui metalli (nichel, rame ma soprattutto alluminio) provenienti dalla Russia.
Mentre fino ad oggi l’Unione Europea (UE) e gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni alla Russia, i metalli scambiati alla borsa di Londra sono stati tenuti fuori dalle restrizioni. Alcuni acquirenti si sono auto-sanzionati rifiutando il metallo russo e si temeva che l’LME potesse allinearsi a queste posizioni, provocando distorsioni ai prezzi di borsa.
Rusal sembra non avere in programma grandi consegne di alluminio nei magazzini LME
I prezzi erano cresciuti nelle ultime settimane proprio sulle aspettative di un divieto LME, soprattutto per quanto riguarda l’alluminio russo. Nel frattempo, le associazioni che rappresentano migliaia di società europee avevano avvisato che qualsiasi sanzione contro i metalli russi sarebbe stata disastrosa per il settore europeo dell’alluminio.
La Rusal, la multinazionale russa dell’alluminio, ha comunque confermato di non avere in programma di effettuare grandi consegne di metallo nei magazzini di borsa.
L’alluminio in Europa è alla vigilia di cambiamenti drammatici?
Entro la fine del prossimo anno potremmo constatare la desertificazione delle fonderie di alluminio in tutta Europa. Nel frattempo, i premi di pani e billette continuano ad indebolirsi.
Tira proprio un’aria drammatica sul mercato europeo dell’alluminio. Dopo i primi sei mesi di quest’anno che hanno visto i prezzi volare a livelli altissimi, è arrivata la depressione. La domanda è diminuita e le prospettive per tutta l’industria manifatturiera nel 2023 sono sempre più cupe.
La maggior parte dei consumatori ha esagerato con gli ordini di acquisto di metallo, proprio perché il mercato sembrava impazzito e la sicurezza degli approvvigionamenti vacillava. Di conseguenza, l’unico modo di mettersi al riparo era di aumentare il magazzino delle materie prime e ordinare qualcosa di più.
Tutti a ritardare le consegne di metallo ordinato in eccesso
Ma, questa situazione spingerà i consumatori a cercare di ritardare le consegne del metallo prenotato in eccesso. Sul mercato dei premi già si misurano gli effetti di tutto ciò. Ad oggi, secondo Argus, i premi dei pani di alluminio 99,7 franco Rotterdam si aggirano intorno ai 265 dollari per tonnellata (a maggio erano a quasi 600 dollari), mentre quelli delle billette 6063 franco Italia sono a 800 dollari per tonnellata (nel secondo trimestre erano arrivati a 1.550 dollari).
La manifattura europea sta per crollare?
Le voci che si raccolgono sul mercato in queste settimane sono decisamente preoccupanti. C’è il timore che in Europa l’attività manifatturiera stia per crollare. Infatti, fino ad oggi, la maggior parte delle attività non ha ancora sentito l’impatto degli enormi aumenti dei costi energetici, ma la botta arriverà nel primo e nel secondo trimestre del prossimo anno. Naturalmente, allo stato attuale non esiste alcun fornitore di energia che possa offrire contratti a prezzo fisso.
Anche se la gente crede che la discesa dei prezzi spot dell’energia nell’ultimo mese abbiano risolto tutti i problemi, la verità è che i prezzi attuali sono molto al di sopra dei livelli pagati dai produttori con i contratti a termine precedenti, molti dei quali scadranno nel nuovo anno. In altre parole, i produttori dovranno affrontare presto un enorme aumento dei costi per poter far funzionare gli stabilimenti.
I prezzi dell’energia rimarranno alle stelle?
Anche se il futuro sembra spesso imprevedibile, nel caso dei prezzi dell’energia in Europa è certo che rimarranno alle stelle, a livelli insostenibili per la maggioranza delle attività manifatturiere. L’unica speranza è che intervengano dall’alto i governi con misure atte a diminuire l’impatto di costi gonfiati anche da speculazioni. Ma quanto spazio di manovra rimane ai governi che già si sono dissanguati per attenuare i colpi inferti dalla Pandemia di Covid-19?
Naturalmente, tutta la domanda è in sofferenza e gli analisti pensano che nel primo trimestre 2023 l’attività commerciale, sia acquisti che vendite, sarà molto bassa. Tuttavia, quando prima o poi i consumatori riprenderanno gli acquisti, lo stato dell’offerta potrebbe essere radicalmente diverso rispetto ad oggi.
Fonderie di alluminio in Europa: una desertificazione annunciata?
Se, come si prevede, la domanda rimarrà molto bassa a lungo, l’offerta di alluminio in Europa potrebbe cambiare radicalmente, con molti impianti produttivi chiusi. Già ad oggi, più di un terzo della capacità di fusione europea di alluminio è ferma a causa degli elevati costi energetici. Ma, se i timori degli esperti si concretizzeranno, la produzione europea potrebbe scendere ulteriormente, forse per sempre.
Lo scenario infausto che gli analisti stanno tracciando è di un’Europa senza fonderie di alluminio al di fuori della Scandinavia entro la fine del prossimo anno. Sarà il 2023 a dare il colpo di grazia a quegli impianti che sono riusciti a resistere fino ad oggi?
APPROFONDIMENTO
Alluminio e rame in gran quantità se i veicoli saranno (tutti?) elettrici.
Un recente studio di Fitch mostra che carrozzerie in alluminio e cablaggi in rame per veicoli elettrici guideranno la domanda globale di metalli.
Mentre l’orizzonte dei mercati dei metalli nel breve termine appare sempre più fosco, possiamo consolarci allargando lo sguardo nel lungo termine.
In questo modo possiamo scorgere tempi migliori, quando la domanda aumenterà per la prevista transizione energetica. Secondo Fitch Ratings ci sarà un boom di richieste di tutti quei metalli utilizzati nella produzione di veicoli elettrici (EV) e nella generazione di energia rinnovabile. Quali? Alluminio, rame, nichel, cobalto e litio.
Alluminio, il vincitore tra i metalli per veicoli elettrici
I pareri sono abbastanza concordi (la pensano così anche Bloomberg e Wood-Mackenzie) sul fatto che l’allontanamento dall’energia basata sui combustibili fossili sia vantaggioso per la domanda di metalli non ferrosi. Di conseguenza, tale aumento della domanda dovrebbe portare a maggiori investimenti su questi metalli, ma anche sul riciclo delle batterie dei veicoli elettrici.
L’analisi di Fitch confronta gli impatti di un veicolo con motore a combustione interna (ICE) con uno elettrico, oltre agli investimenti conseguenti in infrastrutture.
L’alluminio risulta nettamente vincente nei veicoli elettrici, visto che se ne utilizza una quantità maggiore rispetto ai veicoli ICE. Anche l’impiego di rame e litio risulta maggiore negli EV, mentre il nichel segue la stessa logica ma soltanto nel caso di batterie nichel-manganese-cobalto (NMC).
Quanta CO2 verrà emessa per estrarre e lavorare tutti i metalli necessari per la mobilità elettrica?
In termini generali, i veicoli elettrici e la generazione di energia rinnovabile richiedono molti più metalli rispetto alle alternative basate sui combustibili fossili. Ciò richiederà forniture maggiori rispetto ad oggi e, nei prossimi due decenni, saranno necessari molti investimenti in miniere e nuovi progetti estrattivi.
Purtroppo, il settore minerario soffre proprio del problema opposto e cioè di investimenti insufficienti. Inoltre, mentre tutti si aspettato che minerali e metalli vengano prodotti senza compromettere gli standard ESG (Environmental, Social and Governance), potremmo presto scoprire che la quantità di emissioni di CO2 prodotte dell’estrazione e della lavorazione di cobalto, alluminio e nichel è troppo elevata, soprattutto quando la domanda globale sarà alle stelle, ma forse sarà ormai troppo tardi per tornare indietro.
LINK UTILI
METALLI RARI : https://www.metallirari.com/no-divieto-metallo-russo-lme-decide-favore-consumatori/
METALLI RARI : https://www.metallirari.com/alluminio-europa-vigilia-cambiamenti-drammatici/
METALLI RARI : https://www.metallirari.com/alluminio-rame-gran-quantita-veicoli-tutti-elettrici/
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METALWEEK : https://www.metalweek.it//filemanager/mw/MWBASE221114.html
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