Buongiorno,

questa è la mia ultima newsletter del 2022, mi prendo una breve pausa di riposo durante le festività Natalizie. Ci ritroveremo più riposati e pronti per trascorrere insieme un nuovo anno a partire dal 10 gennaio.

Ma vediamo come è andata questa settimana appena trascorsa, per quanto concerne le quotazioni dei metalli “industriali”, poi alcune informazioni riguardanti il mondo produttivo e l’ormai abituale approfondimento finale.

Partiamo da Federal Reserve e BCE che hanno ritoccato all’insù i tassi di interesse.

Le misure delle correzioni rialziste, in entrambe i casi dello 0.50%, erano ampiamente previste dai mercati, ma quello che ha destato molta preoccupazione tra gli operatori del comparto finanziario-speculativo è che i principali istituti di emissione del sistema economico mondiale nel 2023 intensificheranno le misure restrittive sul credito, con l’obiettivo di riportare il tasso d’inflazione al 2% nelle rispettive aree geografiche di competenza.

Quest’azione delle Banche Centrali americana ed europea, ha caratterizzato la settimana delle quotazioni LME, con riduzioni che sono andate oltre le aspettative degli operatori.

Il dubbio se fare o meno acquisti di metalli, in ottica nuovo anno, sta attanagliando gli utilizzatori, ma ci sono buone occasioni sotto l’albero, e qualcuno potrebbe approfittare delle riduzioni dell’ultima settimana.

La prima cosa che risulta evidente infatti è riferita all’indice LMEX, sceso sotto quota 4.000 punti per la prima volta nel mese in corso e chiudendo a quota 3.915 nella giornata di venerdì 16. Una flessione del 3.7% su base settimanale e del 3% sulla prima parte di dicembre.

L’inerzia ribassista caratterizzerà l’andamento del listino LME per tutta questa settimana, sebbene gli indirizzi di tendenza per alcuni metalli potrebbero mutare a breve.

Forte ridimensionamento per il Rame

Il Rame ha chiuso la scorsa ottava con la quotazione USD 3mesi fortemente ridimensionata rispetto al momento di massimo relativo che aveva fatto registrare la settimana precedente. Nelle prossime sedute “il rosso” non correggerà al rialzo il suo prezzo di riferimento, anzi fisserà dei valori più bassi rispetto a quelli visti i giorni scorsi, ma interessanti in prospettiva inizio 2023.

Anche lo Zinco cala vistosamente.

Un discorso analogo può essere fatto per lo Zinco, la flessione su base settimanale è stata del 6%, ma è andata oltre l’8% dal suo massimo relativo del 13 dicembre, valore che non si vedeva più dallo scorso mese di settembre. Il metallo sfiorerà la soglia dei 3mila USD 3mesi ma resisterà seppur di poco sopra tale valore.

Ottone e Zama, buone occasioni di acquisto.

Una situazione di indubbio interesse per l’Ottone e la Zama, che vedranno i loro metalli di riferimento posizionarsi su dei valori di minimo, costituendo senza ombra di dubbio delle buone occasioni di acquisto sulla prospettiva dei primi mesi del nuovo anno.

Anche l’Alluminio non si sottrae al momento dei ribassi.

La parabola ribassista dell’Alluminio non si è ancora compiuta totalmente, anche se non occorrerà temporeggiare a lungo per chi vorrà cogliere il momento di minimo relativo, che si verificherà tra la fine di questa ottava e le tre ultime sedute di questo 2022.

Nichel in posizione di attesa.

Al Nichel non mancherebbe alcun elemento per risollevare il suo livello di prezzo USD 3mesi, anche se il rallentamento delle attività lavorative nelle prossime due settimane ed un comparto finanziario-speculativo estremamente preoccupato dalle prove di forza imposte dalle Banche Centrali, metteranno il metallo in posizione di attesa fino a metà gennaio.

Piombo da seguire con attenzione.

Il Piombo sarà da seguire con attenzione, con il valore LME collocato in un’area di indubbio interesse e prossimo per una nuova ripartenza. L’obiettivo del prezzo fissato nuovamente nei pressi dei 2.200 dollari 3mesi.

Stagno, buon momento in prospettiva.

Una certa vitalità verrà messa in evidenza anche dallo Stagno, a rappresentare un buon momento d’acquisto in prospettiva anno nuovo.

UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA

L’alluminio scommette sulla ripresa cinese e spera in nuovi rialzi

I mercati stanno scontando il ritorno della domanda cinese, anche se non è certo fino a che punto e a quale ritmo ci sarà una ripresa.

I prezzi dell’alluminio hanno recentemente toccato i massimi di circa 6 mesi (quasi 2.500 dollari a tonnellata), grazie alle aspettative che il governo cinese possa presto rimuovere tutte le restrizioni anti-COVID. Anche altri metalli, soprattutto rame e argento, hanno goduto in termini di rialzi del nuovo umore che si respira in Cina.

Il gigante asiatico consuma circa la metà di tutte le materie prime mondiali e, per quanto riguarda l’alluminio, lo scorso anno ha consumato 4 milioni di tonnellate. Di conseguenza, un ritorno della domanda cinese avrà sicuramente un impatto significativo sui metalli anche se, fino ad oggi, i prezzi sui mercati scontano solo in termini speculativi lo scenario più favorevole.

Due fattori a sostegno dei prezzi dell’alluminio

Ma esistono anche altri due fattori che potrebbe dare un sostegno all’alluminio. Innanzitutto, l’annuncio del governo cinese circa una serie di nuove misure di stimolo per sostenere l’economia, con grande attenzione nel settore edile e immobiliare. Poi, le enormi quantità di petrolio e gas naturale che la Cina ha importato dalla Russia, approfittando dei prezzi più bassi dovuti alle sanzioni occidentali.

Ciò ha consentito al paese di avere sotto controllo la crisi energetica, con energia più economica per sostenere le industrie manifatturiere. Esattamente il contrario di quanto è accaduto in Europa, nello stesso periodo.

Nel caso dell’alluminio, un metallo che da produrre ha bisogno di un’alta intensità energetica, l’aumento delle bollette energetiche aveva dapprima provocato la chiusura di molte fonderie ma ora, grazie alle risorse energetiche russe a basso prezzo, gli impianti potrebbero finalmente essere in grado di riaprire e aumentare la produzione.

Apertura veloce o yo-yo?

Secondo alcuni operatori di borsa, la domanda di alluminio, così come quella di altri metalli, risente ancora di tutta una serie di fattori negativi: il calo dei redditi, la situazione geopolitica incerta, la crisi energetica e i tassi di interesse più elevati.

Nel prossimo anno, se proprio vogliamo eleggere il driver principale per i prezzi dell’alluminio, questo sarà la velocità con cui l’economia cinese riaprirà, a guidare le sorti del metallo. Sempre che non si prosegua con lo yo-yo delle aperture e chiusure, cosa che determinerebbe soltanto una grande volatilità dei prezzi, senza una direzione precisa.

Norsk Hydro acquisisce l’estrusore tedesco Hueck

Acquisizione strategica sul mercato degli estrusi in Germania. Hydro Extrusions allarga il suo parco presse e aggiunge il marchio WICONA alla sua offerta.

Questa settimana c’è stato l’annuncio di una nuova acquisizione da parte di Norsk Hydro ASA, il colosso norvegese dell’alluminio. Il nuovo membro della famiglia Hydro è l’estrusore tedesco Hueck, produttore di sistemi per l’edilizia (finestre, porte e facciate in alluminio).

Secondo i dettagli forniti da Hydro, si tratta di un’operazione da 60,3 milioni di euro, a tanto ammonta infatti il valore dell’azienda acquisita tenuto conto dell’indebitamento netto e del capitale circolante. Nel 2021, Hueck ha fatturato 172 milioni di euro, con un EBITDA di 12,8 milioni di euro.

Presse perfettamente complementari con le attività tedesche di Hydro

Le presse da estrusione da 305 mm e da 203 mm di Hueck sono state considerate perfettamente complementari con le attività di Hydro in Germania, così come la produzione di sistemi per l’edilizia con il marchio WICONA. Con ogni probabilità, l’acquisizione rafforzerà la quota di mercato di Hydro sul mercato tedesco e consentirà a entrambe le attività di continuare a crescere.

Secondo Paul Warton, vicepresidente esecutivo di Hydro Extrusions, “Hueck è ben posizionata in Germania per servire il mercato europeo dei sistemi per l’edilizia e degli estrusi e si adatterà bene a Hydro Extrusions“. Inoltre, “l’acquisizione rafforzerà la capacità di Hydro di offrire un servizio di qualità ai clienti europei con una gamma di prodotti ancora più ampia“.

In Europa, 50mila tonnellate di estrusi all’anno per Hydro

Ad oggi, la capacità totale di estrusione di Hydro nel nostro continente è di 50.000 tonnellate all’anno.

La storia di Norsk Hydro risale al 1905, anno di fondazione con il nome impronunciabile di Norsk hydro-elektrisk Kvælstofaktieselskab. Ad oggi, è diventata una delle più grandi aziende globali di alluminio, con stabilimenti sparsi in tutto il mondo (ma soprattutto in Europa). È finanziata dalla famiglia svedese dei Wallenberg e da alcune banche francesi, mentre il governo norvegese possiede circa il 40% della società.

APPROFONDIMENTO

Guerra, paura e volatilità. Record di profitti (7 miliardi) per Trafigura

Un’altra storia di guadagni stratosferici, dopo quella delle compagnie petrolifere americane, complice la guerra e la conseguente paura.

Trafigura ha guadagnato 7 miliardi di dollari quest’anno, una cifra maggiore di tutti i quattro anni precedenti messi insieme.

È un anno d’oro per i traders di Trafigura, la multinazionale svizzera delle commodities con sede a Singapore.

Come ha dichiarato la società la scorsa settimana, i profitti sono più che raddoppiati quest’anno e hanno raggiunto la cifra record di 7 miliardi di dollari, mentre i ricavi sono stati di 318,5 miliardi di dollari.

L’anno più redditizio della storia

Oscillazioni selvagge dei prezzi, paure per le interruzioni delle catene di approvvigionamento e problemi scatenati dalla guerra in Ucraina, hanno contribuito all’anno più profittevole della storia di Trafigura, ma anche di tutte quelle aziende che trattano energia, metalli e materie prime agricole. Tanto è vero che anche concorrenti come GlencoreVitol Group e Cargill hanno riportato risultati eccezionalmente positivi.

Trafigura paga quindi dividendi per 1,7 miliardi di dollari, utilizzati in gran parte per il riacquisto di azioni per i dipendenti dell’azienda. Secondo Bloomberg, il valore delle azioni per i dipendenti è aumentato del 247% nel corso dell’anno. Inoltre, Trafigura ha aggiunto nuovi dipendenti alla sua partnership, aumentando il numero di azionisti da circa 1.000 a più di 1.100.

Straordinariamente bene il settore energetico, male quello dei metalli

Scavando nei dati di bilancio della multinazionale svizzera emerge che i guadagni sono stati maggiori nel settore energetico che in quello dei metalli dove gli utili operativi sono in calo del 24% rispetto all’anno precedente (la fonderia europea di zinco Nyrstar, per esempio, ha dovuto chiudere per le perdite eccessive provocate dagli eccessivi costi energetici).

Per quanto riguarda le imposte da pagare, quest’anno Trafigura deve versare il 12% dei suoi profitti, una percentuale leggermente più alta rispetto all’11% dello scorso anno.

Per chi si occupa professionalmente di metalli è quasi inutile ricordare che chi commercia in materie è diventato un elemento chiave dopo la guerra in Ucraina. I governi europei se ne stanno accorgendo solo adesso e cercano di correre ai ripari. Trafigura stessa ha appena firmato un contratto da 3 miliardi di dollari con il governo tedesco per assicurargli petrolio, così come per fornire metalli a vari consumatori in Germania.

LINK UTILI

METALLI RARI : https://www.metallirari.com/alluminio-scommette-ripresa-cinese-spera-nuovi-rialzi/

METALLI RARI : https://www.metallirari.com/norsk-hydro-acquisisce-estrusore-tedesco-hueck/

METALLI RARI : https://www.metallirari.com/guerra-paura-volatilita-record-profitti-7-miliardi-trafigura/

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METALWEEK : https://www.metalweek.it//filemanager/mw/MWBASE221219.html

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Un caro augurio di Buon Natale e Buon Fine Anno !!