Buongiorno,

ritorna nel suo giorno consueto, la pubblicazione dell’articolo del blog che riporta le ultime notizie dalla Borsa LME ed alcuni approfondimenti dal mondo dei metalli.

I valori degli “industriali” ritornano a collocarsi al punto di origine visto ad inizio ottava, segno questo che la domanda di metalli da parte degli utilizzatori risente della generale riduzione dei consumi per i primi stop produttivi dovuti alle vacanze estive.

Gli scambi sono stati caratterizzati da una certa apatia, condizionati soprattutto dallo stato generale delle richieste di “fisico” decisamente contratte, con la maggior parte degli utilizzatori ormai concentrati a ridurre gli acquisti in vista della pausa estiva, che in alcuni mercati, come quelli del nord – Europa, risultano già parzialmente assoggettati a questa contingenza.

Le fasi di tensione viste al LME nel corso dell’ultima settimana di giugno sono svanite con una rapidità sorprendente e soprattutto hanno interessato i metalli guida del listino, come Rame e Alluminio ed il Nichel in seconda battuta.

Rame, domanda e offerta in equilibrio

La vicenda del “metallo rosso” aiuta a comprendere meglio le dinamiche in atto alla Borsa londinese dei metalli. La quotazione USD 3mesi del Rame è stata supportata nel corso della settimana da un pressante accumulo di liquidità “lunga”, con il suo apice in concomitanza della massima escursione rialzista nel corso dell’ottava. L’evoluzione settimanale del metallo non dovrebbe essere differente da quella vista nella fase conclusiva dell’ultima cinquina di sedute LME, con le componenti domanda e offerta in sostanziale equilibrio.

Denaro con indicazioni rialziste anche per lo Zinco

Un problema, quello della presenza eccessiva di denaro con indicazioni rialziste, che sta interessando anche lo Zinco e oltretutto in una collocazione di prezzo USD 3mesi non è certo in un punto di massimo, ma appiattito nel valore a quella linea ideale sotto quota 2.400 dollari, tale da rappresentare la discriminante tra i due possibili scenari.

Ottone e Zama, prospettive incerte.

Le prospettive risultano decisamente incerte anche per le quotazioni delle leghe, con Ottone e Zama seguire i destini di Rame e Zinco, dove alla linearità dei loro prezzi indicati in dollari, proprio il fattore valutario entra prepotentemente in gioco per determinare le variazioni dei riferimenti di mercato. Una variabile che nelle ultime quattro settimane ha giocato un ruolo importante e che ha portato l’euro ad apprezzarsi dell’1.4% rispetto alla Divisa statunitense.

Alluminio, la scarsa domanda determina una difficoltà nella ripresa delle quotazioni  

L’Alluminio continua a collocarsi ai margini di una ripresa del prezzo LME che sta via via perdendo d’intensità, questo anche a causa di una sempre meno spiccata propensione di richiesta del metallo da parte dei vari comparti manifatturieri di riferimento.

Nichel al termine il limitato rialzo della scorsa settimana

Il limitato sussulto rialzista che ha interessato il Nichel nel corso dell’ultima ottava perderà molta della sua “intensità”, con il metallo che andrà a ricollocarsi sulla linea di minimo relativo disegnata sul suo grafico di riferimento a partire dalla quarta settimana di giugno. Nel complesso, l’effetto inerzia sta tenendo il Nichel ancora in territorio positivo in termini di crescita del prezzo USD 3mesi, anche se l’ipotesi più plausibile al momento resta quella di una quotazione LME in area 20.700 dollari.

Il Piombo forse riserva ancora qualche sorpresa

Il Piombo, all’interno della sua nicchia, sarà ancora in grado di riservare qualche sorpresa interessante, anche sulla base dell’evidenza di alcuni piccoli movimenti speculativi operati sul metallo con una prospettiva di carattere “lungo”.

Anche per lo Stagno è un momento di sostanziale equilibrio tra domanda e offerta

Per quel che riguarda lo Stagno, il differenziale tra il prezzo in contanti e quello della scadenza a 3 mesi (backwardation), sta assumendo un valore decisamente più accettabile, anche se questa fase di normalizzazione del differenziale ha portato il prezzo del metallo a crescere in modo significativo, oltrepassando la soglia dei 28.000 dollari sulla prima quotazione a termine (3mesi). Le prospettive restano comunque supportate da una visione di sostanziale equilibrio tra le componenti domanda e offerta e questo porterà lo Stagno a lambire la soglia dei 29.000 USD 3mesi.

UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA

Beltrame ferma altri impianti produttivi. Costi troppo alti in Europa

Il Gruppo Beltrame sospende altre linee di produzione in Europa perché i costi dell’energia e delle materie prime sono troppo elevati.

Il Gruppo Beltrame ha annunciato la scorsa settimana la sospensione della produzione di acciaio in alcuni dei suoi impianti in Europa, a causa dell’aumento dei costi di produzione.

Il produttore italiano di barre industriali e di profili speciali con sede a Vicenza aveva già fermato alcune linee di produzione nelle sue acciaierie dislocate in Italia e in Francia ma adesso, come riporta il portale Kallanish, interromperà anche la produzione di barre in Svizzera, dove si produce principalmente il tondo.

Costi energetici insostenibili per le industrie italiane ad alta intensità energetica

Soprattutto in Italia, l’energia ha costi spropositati per chi produce. Inoltre, i prezzi elevati dei rottami e delle materie prime utilizzate per produrre acciaio, insieme alla debole domanda di prodotti finiti in tutta Europa, stanno mettendo sotto pressione i margini dei produttori. In queste condizioni, a partire da questa settimana, il Gruppo Beltrame aumenterà i prezzi di alcune tipologie di profili speciali di 20 euro per tonnellata.

Probabilmente, a peggiorare le cose per la siderurgia italiana, il governo annullerà il credito d’imposta e l’esenzione delle tariffe per il trasporto e la distribuzione di energia elettrica per le industrie ad alta intensità energetica, con la conseguenza che i costi delle acciaierie italiane per l’elettricità potrebbero aumentare del 35%.

Senza aiuti governativi i costi italiani dell’elettricità saranno quasi il triplo di quelli francesi

Mentre gli industriali francesi pagano ad oggi circa 42 euro/MWh, i produttori di acciaio tedeschi pagano 60 euro/MWh. Invece, le acciaierie italiane pagano circa 100 euro/MWh, che diventeranno 120 euro/MWh non appena il governo interromperà gli aiuti.

Nel frattempo, Bruxelles ha invitato tutti i paesi dell’Unione Europea (UE) a ridurre le attuali misure di sostegno energetico entro la fine del 2023 per mantenere gli obiettivi di bilancio e fiscali entro i limiti raccomandati.

APPROFONDIMENTO

La nuova tassa UE sull’alluminio paralizzerà l’industria europea?

Le aziende del settore evidenziano come la CBAM incoraggia i produttori extra UE a generare rottame da rifondere per inondare l’Europa con metalli a basso costo.

L’industria europea dell’alluminio è stata devastata dall’aumento dei costi energetici dopo la guerra in Ucraina e le sanzioni contro la Russia, con la chiusura di circa la metà della capacità di fusione dell’Unione Europea (UE).

In questo difficile contesto, una delle ultime tasse verdi di Bruxelles minaccia di paralizzare quel che resta della produzione europea di alluminio. Si tratta del tanto discusso CBAM, il cosiddetto meccanismo di aggiustamento alla frontiera del carbonio, un’imposta sulla quantità di emissioni di CO₂ prodotte durante la fabbricazione di beni importati nell’Eurozona.

I paesi fortemente inquinanti potranno aggirare le regole e inondare l’Europa con metalli a basso costo

Proprio in questi giorni, come ha scritto il Financial Times, i produttori europei di alluminio hanno avvertito che la carbon border tax della UE non porterà a nessun risultato positivo, visto che i paesi fortemente inquinanti come la Cinapotranno aggirare le regole e inondare l’Europa con metalli a basso costo. Infatti, secondo quando stabilisce la CBAM, i rottami di alluminio che vengono rifusi possono essere venduti come un prodotto a zero emissioni di carbonio anche se il materiale vergine è stato prodotto con carbone o altra energia da combustibili fossili.

Norsk Hydro e Speira hanno dichiarato al Financial Times che la CBAM ha incentivato i produttori al di fuori della UE a generare quanti più rottami possibile che sarebbero poi stati rifusi ed esportati in Europa.

Non rimarrà più nulla della nostra industria da decarbonizzare?

Secondo la European Aluminium, le nuove misure sono progettate male e il settore europeo rischia di venir danneggiato così gravemente che non ci sarà più nulla da decarbonizzare.

La CBAM sarà operativa ad ottobre di quest’anno, con un periodo di prova che non comporterà nessun costo per le aziende e coprirà sette diversi settori: cemento, ferro, acciaio, alluminio, fertilizzanti, elettricità e idrogeno. Ma, dal 2026, i produttori dovranno pagare il prelievo.

Alla maggior parte degli operatori del settore è ben chiaro quanto sia dannosa la CBAM per la competitività dell’alluminio europeo, ma la Commissione Europea sembra di tutt’altro avviso.

Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, l’alluminio è il metallo base più energivoro e la sua produzione rappresenta circa il 3% delle emissioni industriali mondiali (poco più delle emissioni del trasporto aereo). Inoltre, nella UE, le fonderie emettono circa 6,8 chilogrammi di CO₂ per ogni chilogrammo di alluminio, rispetto a una media globale di 16,1 chilogrammi di CO₂ (dati European Aluminium).

LINK UTILI

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METALWEEK : https://www.metalweek.it//filemanager/mw/MWBASE230710.html

METALLI RARI : https://www.metallirari.com/beltrame-ferma-produzione-acciaio-costi-troppo-alti-europa/

METALLI RARI : https://www.metallirari.com/nuova-tassa-ue-alluminio-paralizzera-industria-europea/

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