I prezzi “moderni” delle commodity si formano sulla base di pochissimi elementi, che interconnessi tra loro, determinano la quantificazione economica di una quotazione.

Un’ovvietà, verrebbe da dire, ma andando a scavare più nel profondo si scopre che i cardini che determinano i prezzi attuali delle merci, di qualsiasi natura o genere, sono mutati rispetto a quello che avveniva nella fase più spinta della globalizzazione.

Il riferimento è alle disponibilità di manufatti industriali in “pronta consegna” presenti realmente “a terra” ed in questo caso l’accezione di “mercato” si riferisce al contesto di “località”, portata a livelli estremi. Nello scorso decennio veniva spesso considerato l’approccio “glocal” da parte di molte imprese, la presunta velleità di poter operare e forse anche controllare, i mercati a più livelli, quelli locali e quello mondiale.

Una vera e propria utopia e gli effetti si sono visti negli ultimi anni, caratterizzati dalla pandemia e dal conflitto tra Russia e Ucraina. La dimensione mondiale dei mercati, per quanto riguarda la determinazione dei prezzi delle commodity, risulta essere ormai assurta ad una dimensione sostanzialmente eterea e per scendere più nel dettaglio dei nostri temi, il riferimento è alle giacenze di metalli presso i magazzini LME, marginate a dei semplici “asset” finanziari.

Un quartiere può considerarsi sicuro se vi è una presenza attiva e visiva degli agenti di polizia, un mercato può essere reputato conosciuto se si hanno le esatte corrispondenze delle uscite di semilavorati dagli impianti di produzione e relative dinamiche dei loro stoccaggi presso rivenditori e utilizzatori.

La variabilità, dei prezzi degli “industriali” vista negli ultimi giorni al LME, ben rappresenta quello che si è appena affermato. La triade Rame, Alluminio e Zinco ha lasciato alle spalle i minimi relativi fatti registrare nel corso della scorsa settimana, portando un benefico effetto in termini generali all’indice LMEX, che con un progresso su base ottava del 2.4% è ritornato in territorio positivo dopo un mese di febbraio tutto contraddistinto da segno meno.

FASE DI EQUILIBRIO PER LE QUOTAZIONI DEL RAME

Il Rame si trova al momento in una fase di marcato equilibrio, a dimostrazione che l’attuale prezzo LME 3mesi trova concordi le controparti interessate a scambiare questo metallo. Le aspettative della settimana permangono su questo indirizzo generale di stabilità, anche se una seppur blanda fase di volatilità ribassista che ha interessato il Rame a partire da Giovedì 2 Marzo potrebbe avere ancora dei residuali effetti di condizionamento in questa prima parte di settimana.

ZINCO STABILE SOPRA 3.000 $/TON

Lo Zinco confermerà quanto visto nella cinquina di sedute precedenti, con la sola conferma della quotazione stabilmente collocata oltre la soglia dei 3mila dollari / 3mesi. La relativa linearità dei prezzi di Rame e Zinco avrà come effetto la sostanziale stabilità dei valori delle leghe di riferimento.

OTTONE E ZAMA

L’Ottone potrebbe vedere completamente annullato il progresso di quotazione fatto registrare a metà della settimana scorsa, mentre la Zama continuerà a rimanere in una zona di minimo relativo, con la sensazione che questa fase si prolungherà per molto tempo ancora.

ALLUMINIO SENZA ECCESSI

L’Alluminio seguirà le indicazioni viste per Rame e Zinco, senza eccessi in entrambi i segni di indirizzo, tutto questo a dimostrazione di una domanda complessiva di metallo che rimane molto bassa e minime previsioni di incremento nel breve periodo.

NICHEL DEBOLE ANCORA A LUNGO?

La debolezza del Nichel proseguirà ancora a lungo, senza che al momento si possano evidenziare degli elementi sul mercato tali da determinare un repentino cambio di indirizzo. Il denaro presente sul metallo non permette di pensare ad un colpo di mano orchestrabile dal comparto speculativo-finanziario.

PIOMBO ANCORA “VIVACE”

Il Piombo continua a mostrare una relativa vivacità, con il riferimento LME 3mesi sempre supportato da un inspiegabile eccesso di aspettative rialziste che tutto sommato stridono con la situazione generale di Borsa. La tenuta dell’attuale linea di prezzo non dovrebbe essere comunque un problema per il Piombo anche nel corso di questa settimana.

STAGNO – DOMANDA SOTTO LE ASPETTATIVE

La curiosità è alta su quello che farà lo Stagno nei prossimi giorni, dopo che la quotazione USD 3mesi ha fatto registrare un minimo relativo che non si vedeva da oltre tre mesi. Le aspettative, sulla carta, dovrebbero essere marcatamente rialziste, ma molti utilizzatori non credono sia ancora il momento di una svolta di indirizzo, vista la domanda di Stagno “fisico” decisamente sotto le aspettative.

UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA

Talum – Slovenia

TALUM ferma per sempre la sua produzione di alluminio primario!

Dopo quasi 60 anni, si chiude definitivamente il sipario sulla produzione di alluminio primario in Slovenia. La crisi energetica europea non fa prigionieri…

Dopo aver prodotto alluminio primario per quasi 60 anni, l’azienda slovena Talum fermerà il prossimo aprile i forni elettrolitici ancora attivi per la produzione di alluminio. Motivo? Produrre primario in Europa non è più redditizio e l’azienda ha deciso di dedicarsi esclusivamente alla lavorazione del metallo e ad altre attività più proficue.

La UE perde almeno altre 50.000 tonnellate di primario all’anno

Il rapido aumento dei prezzi dell’energia aveva costretto lo scorso anno il produttore sloveno, con sede a Kidričevo, a ridurre la sua produzione di alluminio primario a circa il 20% della sua capacità. Per chi ancora non lo sapesse, i prezzi dell’elettricità in Europa sono aumentati di dieci volte dall’inizio del 2021. Poiché la produzione di alluminio primario è ad alta intensità energetica, la produzione di molti impianti è diventata anti-economica.

La Talum è un’azienda importante nel panorama economico della Slovenia, tanto che è tra i primi dieci esportatori del paese, con una produzione di 50.000 tonnellate di primario all’anno (ma aveva una capacità di 84.000 tonnellate) e oltre 110.000 tonnellate di altri prodotti in alluminio all’anno.

Nella nuova UE in guerra contro a Russia non ci sono più le condizioni per produrre primario

Ma il definitivo abbandono dell’azienda slovena sul mercato dell’alluminio primario non è purtroppo un’eccezione nella nuova Unione Europea (UE) delle sanzioni contro la Russia e della guerra in Ucraina.

Secondo AlCircle, la produzione di alluminio primario nell’Europa occidentale è diminuita di circa il 12,6% lo scorso anno, attestandosi a circa 2,9 tonnellate. Un dato che però ancora non descrive l’entità del terremoto che ha colpito il settore dell’alluminio nel nostro continente.

Infatti, le cifre negative peggioreranno ulteriormente dal momento che molte fonderie di alluminio in vari paesi dell’Europa occidentale hanno recentemente interrotto la produzione a causa dei costi energetici troppo alti, che rendono l’attività produttiva del tutto insostenibile.

Il dazio del 200% sull’alluminio russo negli USA è ufficiale

Come ampiamente anticipato nelle scorse settimane, la Casa Bianca ha ufficialmente deciso di imporre un dazio del 200% sull’alluminio (e prodotti derivati) proveniente dalla Russia. La misura entra in vigore dal 10 marzo e, in aggiunta, ci sarà un dazio sempre del 200% sulle importazioni di alluminio primario prodotto in Russia dal 10 aprile.

Di fatto, si tratta di un divieto di importazione di metallo russo, prodotto in gran parte dalla Rusal che rappresenta circa il 6% delle forniture globali.

I prezzi dell’alluminio non hanno reagito alla notizia di nuovi dazi contro la Russia

Dallo scoppio della guerra in Ucraina fino ad oggi, tra tutte le sanzioni messe in campo dai paesi occidentali contro la Russia, nessuna aveva preso di mira l’alluminio o altre società russe del settore. Era invece già successo nel 2018 che gli Stati Uniti sanzionassero la Rusal, bloccando gran parte delle sue esportazioni in territorio americano e paralizzato le catene di approvvigionamento. In quell’occasione i prezzi dell’alluminio era schizzati verso l’alto ma, questa volta, il mercato ha quasi ignorato la notizia dei nuovi dazi americani.

Naturalmente, Alcoa ha accolto con favore le imposizioni del governo statunitense sull’alluminio russo.

E se adesso la Russia blocca le esportazioni di nichel e palladio?

Le importazioni statunitensi di alluminio grezzo e leghe dalla Russia sono state di 191.809 tonnellate nel 2022. Una cifra che rappresenta circa il 4,4% degli oltre 4,4 milioni di tonnellate totali dello scorso anno.

Anche se non ci sono state conseguenze immediate sui prezzi dell’alluminio, gli analisti hanno avvisato che la Russia potrebbe reagire bloccando le esportazioni di nichel e palladio, due metalli che ricoprono un ruolo ben più importante per il settore industriale statunitense. Il nichel è vitale per il settore aerospaziale e per le batterie dei veicoli elettrici, mentre il palladio è un componente chiave per i catalizzatori delle auto a benzina.

APPROFONDIMENTO

Rottami

Verso una carenza di rottami? La Germania sta già preoccupandosi

I produttori di acciaio tedeschi sono in apprensione per una possibile futura carenza di rottame in tutta Europa.

Se ancora non dovesse essere chiaro a tutti, la decarbonizzazione della siderurgia in Europa passa per i rottami. Di, conseguenza, una carenza di quest’ultimi sarebbe come un macigno sulle ambizioni europee di ridurre le emissioni di CO2.

Chi opera nel settore ha ben chiaro che non esiste una fabbrica dei rottami e che, nei prossimi anni, una delle sfide più impegnative sarà quella di trovare tutti gli scarti necessari a far funzionare i forni. Proprio in questi giorni la WV Stahl (German Steel Federation) ha espresso seria preoccupazione per una possibile futura carenza di rottami metallici nel paese.

Le importazioni di rottami in Germania dovranno crescere di quasi un terzo

Nel 2020, le grandi imprese industriali tedesche hanno deciso il passaggio alle ultime tecnologie per ridurre le emissioni di carbonio, cosa che farà aumentare anno dopo anno l’uso di rottami per la produzione di acciaio. Le stime indicano che le importazioni di rottami metallici in Germania dovranno crescere di quasi un terzo rispetto al 2021, fino a raggiungere 5 milioni di tonnellate.

Secondo WV Stahl, i rottami di acciaio sono un fattore cruciale nella riduzione delle emissioni di carbonio. Pertanto, l’industria siderurgica tedesca e quella dell’intera Unione Europea (UE) sono estremamente dipendenti dalla disponibilità di questa materia prima strategicamente importante.

Il problema dei rottami che lasciano l’Europa

Ma la preoccupazione dei produttori di acciaio tedeschi si riferiscono anche alle crescenti esportazioni di rottami dalla UE. Solo dal 2016, l’esportazione di materie prime secondarie è aumentata di 6,8 milioni di tonnellate, fino a 14 milioni di tonnellate nel 2021.

Anche EUROFER, l’associazione dei produttori europei di acciaio, è sulla stessa linea di WV Stahl anche se ritiene che misure più rigorose per garantire l’esportazione di rottame siano necessarie solo per quei consumatori che hanno standard ambientali equivalenti ai paesi UE. Inoltre, EUROFER ha chiesto di includere i rottami metallici nell’elenco delle materie prime critiche.

LINK UTILI

METALLI RARI : https://www.metallirari.com/talum-ferma-produzione-alluminio-primario/

METALLI RARI : https://www.metallirari.com/dazio-200-alluminio-russo-usa-ufficiale/

METALLI RARI : https://www.metallirari.com/verso-carenza-rottami-germania-sta-preoccupandosi/

Newsletter redatta in collaborazione con Metalweek – per maggiori informazioni e per consultare grafici e tabelle prezzi , ti metto qui di seguito il link

METALWEEK : https://www.metalweek.it//filemanager/mw/MWBASE230306.html

Se sei arrivato a leggere fino a qui ti ringrazio, vuol dire che ti è piaciuto l’articolo.

Ti chiedo di lasciare un commento o una tua considerazione in merito ai temi trattati oppure una domanda alla quale vorresti risposta.

Se conosci qualcuno al quale potrebbero interessare questi temi inoltra il link al blog, grazie per la collaborazione.