Buongiorno,

nel corso dell’ultima settimana, le quotazioni degli “industriali” alla Borsa LME, hanno conosciuto delle considerevoli oscillazioni nei riferimenti espressi in Dollari USD.
Una situazione questa che denota la grande incertezza sul futuro indirizzo del PIL mondiale e non certo orientato verso aree di crescita supportate da numeri convincenti, soprattutto in quelle zone, Cina in testa, che negli ultimi tre decenni avevano determinato incrementi da un anno all’altro a ridosso della doppia cifra, se non in molti frangenti andare oltre.

Gli elementi della contrazione della ricchezza mondiale prodotta, sono noti a tutti, pandemia e guerra nel cuore dell’Europa, ma probabilmente la lista andrebbe allungata a dismisura, poiché in ogni parte di mondo stanno maturando dei focolai di criticità differenti da paese a paese.

Nello spazio delle ultime quattro settimane, l’indice LMEX ha prodotto, per ben tre volte, degli indicatori periodici di incremento o di decremento, vicini allo zero, alla semplice analisi visiva dei crudi numeri questo lascerebbe supporre una totale stabilità dei prezzi alla Borsa londinese dei metalli, ma chi vive quotidianamente il contesto del LME sa benissimo che non è andata così e nulla muterà a breve in tal senso.

Un dato significativo è l’ampiezza delle oscillazioni prodotte nel corso dell’ultima settimana, dei prezzi USD 3mesi del Rame (200) e dell’Alluminio (150), con questo metallo che è risultato decisivo per il progresso dell’indice LMEX dello 0.17% su base otto giorni. L’elevata fluttuazione dei prezzi nel corso anche di una singola seduta LME, rappresenta quindi la difficoltà per gli utilizzatori, di determinare o per meglio dire, tracciare, delle linee di tendenza consone alle proprie strategie di acquisto o vendita, in qualsiasi arco temporale.

Le analisi di metodo dovranno essere quindi, sempre più legate all’immediatezza del momento che ad elaborazioni tecniche, normalmente diffuse dagli analisti finanziari. Le terminologie del TOP (traccia ottimale prezzo) come “canne d’organo” o “flauto di pan” saranno sempre più comuni tra gli utilizzatori, con l’obiettivo di cogliere, con il massimo tempismo, anche le fluttuazioni momentanee delle quotazioni degli “industriali”.

Settimana movimentata per il Rame

La settimana del Rame, come accennato in precedenza, è stata piuttosto movimentata nella determinazione del prezzo USD 3mesi, anche se poi la variazione effettiva tra l’inizio e la fine di ottava si è tradotta in qualche decina di dollari per tonnellata. Nel corso della cinquina di sedute del periodo, il “metallo rosso” rinforzerà la propria quotazione in termini rialzisti, anche in ragione di una considerevole concentrazione di denaro “lungo” data dalla sommatoria di movimenti, sia dalla parte degli utilizzatori sia da quella speculativa-finanziaria, che sta iniziando ad affilare le armi in occasione del LME WEEK che si terrà a Londra la prossima settimana.

Zinco nella stessa situazione del Rame

Lo Zinco si sta trovando nella stessa situazione del Rame, sebbene questo metallo non sia nelle mire degli speculatori. Le leghe di riferimento risentiranno inevitabilmente delle situazioni rialziste previste nei prossimi giorni, con l’Ottone destinato a rinforzarsi oltre la soglia attuale e la Zama non scendere al di sotto della linea di quotazione determinata negli ultimi giorni della settimana scorsa.

Alluminio riposizionato su valori più alti

L’Alluminio ha anticipato Rame e Zinco di circa una decina di giorni, mettendo in atto uno “scalino” di quotazione che ha riposizionato stabilmente il valore LME 3mesi sopra i 2300 dollari, anche se nel corso della settimana la linea di prezzo si collocherà a cavallo di questa soglia.

Incertezza per la quotazione del Nichel

L’incertezza sulla determinazione di un indirizzo più nitido per la quotazione del Nichel proseguirà ancora nel corso di questa ottava, sebbene l’orientamento medio tenderà verso un rafforzamento del valore di Borsa indicato in USD.

Momento di turbolenza per il Piombo

Il Piombo andrà osservato con un’attenzione particolare, non avendo ancora trovato un’area di stabilizzazione del prezzo dollari 3mesi, anche se è ormai acquisita la collocazione media oltre quota 2mila. La relativa turbolenza sul metallo si tradurrà in un momento di volatilità di tipo rialzista, che comunque non rappresenterà una fase duratura di rinforzo per il Piombo.

Incertezza sul futuro dello Stagno

L’incertezza sul futuro dello Stagno permane, dai riscontri delle ultime sedute di Borsa emerge il fatto che per il metallo anche quota 20mila risulterebbe una soglia poco sostenibile, la causa è l’incremento della massa di “denaro corto” in ottica ribassista.

UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA

Alcoa chiede di vietare l’Alluminio russo

La multinazionale dell’alluminio americano, sta facendo di tutto per convincere l’amministrazione Biden a vietare le importazioni di alluminio russo.
Alcoa, il produttore americano di alluminio e uno dei più importanti del mondo, ha chiesto all’amministrazione Biden di vietare le importazioni di metallo dalla Russia.
Secondo Reuters, Alcoa vorrebbe che in rappresaglia agli attacchi di Mosca su Kiev, l’alluminio della Rusal fosse vietato negli Stati Uniti. Inoltre, la multinazionale americana di Pittsburgh sta facendo pressioni affinché il London Metal Exchange (LME) non accetti metallo russo nei magazzini di borsa.

Un ingombrante concorrente

Ovviamente, un embargo sull’alluminio russo da parte dei principali mercati occidentali andrebbe a tutto vantaggio dei produttori dislocati al di fuori della Russia, come per l’appunto Alcoa. Anche se le motivazioni addotte da Alcoa sono di carattere politico, e cioè il sostegno dell’Ucraina contro la Russia, nessuno ha dubbi che la veemenza con cui l’azienda americana sta spingendo per vietare le importazioni di alluminio della Rusal sia l’espressione della volontà di sbarazzarsi di un ingombrante concorrente sul mercato globale.

Per Alcoa, il venir meno dell’alluminio russo significherebbe anche eliminare tutti quei concorrenti che si trovano lungo la catena verticale dei prodotti di alluminio, che le fanno concorrenza utilizzando il metallo che possono acquistare dalla Rusal.

Altri gravi danni per il settore manifatturiero

Come hanno evidenziato molti esperti del settore, un divieto al commercio russo di alluminio aggraverà le interruzioni sulle catene di approvvigionamento globali, a discapito soprattutto del settore manifatturiero. La Rusal, il gigante russo dell’alluminio, è uno dei maggiori esportatori globali e il fornitore di moltissime aziende manifatturiere in tutto il mondo, soprattutto in Europa. Di fatto, molti paesi europei dipendono dalle importazioni di metallo dalla Russia.

I mercati finanziari non hanno mostrato particolare entusiasmo per la nuova mossa di Alcoa contro Rusal. Tuttavia, rimangono abbastanza ottimisti sulle prospettive dei titoli azionari Alcoa, con un’aspettativa di crescita del 32% nei prossimi 12 mesi.

Gli USA vieteranno l’alluminio russo?

La voce riferita da Bloomberg che gli Stati Uniti stanno valutando il divieto de facto dell’alluminio russo, ha infiammato i prezzi dell’alluminio al London Metal Exchange (LME), che sono arrivati a guadagnare anche il 7,3% in poche ore (2.400 dollari per tonnellata). Successivamente, i prezzi si sono calmati, adagiandosi intorno ai 2.310 dollari.
Il boom delle quotazioni di queste ore si deve all’amministrazione Biden che potrebbe decidere di aumentare i dazi sull’alluminio russo a livelli così alti da rendere inaccessibile il mercato americano alla Rusal. La Rusal è il più grande produttore mondiale di alluminio al di fuori della Cina, rappresentando il 6% del fabbisogno mondiale (70 milioni di tonnellate).

Nel 2018, in circostanze analoghe, i prezzi si impennarono del 30%

Come riporta anche Reuters, un intervento statunitense del genere provocherebbe una violenta salita dei prezzi. I mercati lo sanno per certo visto che, nel 2018, il Dipartimento del Tesoro americano aveva provato ad imporre sanzioni contro la Rusal, mentre l’LME bandiva il suo metallo, e gli effetti sono stati di un aumento dei prezzi dell’alluminio del 30% nel giro di pochi giorni.
Tra le numerose sanzioni che l’Occidente ha disposto fino ad ora per colpire la Russia, non ci sono restrizioni all’acquisto di metallo russo. Ma, in questi giorni, anche l’LME sta discutendo della possibilità di vietare la consegna di metalli russi (alluminio, nichel e rame) nei propri magazzini.

Quasi certamente, assisteremo ad una distorsione dei prezzi

Gli effetti di questi dazi e divieti porteranno ad una forte distorsione dei prezzi. Paradossalmente, si arriverebbe alle stesse conseguenze anche senza il divieto LME. Infatti, se la Rusal non riuscisse a vendere tutto il suo alluminio negli Stati Uniti o in Europa, lo potrebbe riversare tutto nei magazzini LME, con un enorme effetto depressivo sulle quotazioni.
Quasi inutile aggiungere che c’è una fortissima preoccupazione tra tutti gli operatori industriali del settore.

LME sta per sganciare la bomba atomica sui metalli

Un possibile divieto di forniture russe nei magazzini LME sarebbe un evento catastrofico per il settore mondiale dei metalli.
Sul mercato globale dei metalli si sta per scatenare un disastro tale da non avere precedenti nella storia. Una specie di bomba nucleare sganciata dal London Metal Exchange (LME), le cui conseguenze sono per il momento imprevedibili ma che, certamente, cambieranno la faccia del mercato per sempre.
La borsa di Londra sta infatti discutendo un divieto ai metalli russi, che taglierà fuori dall’LME e dai suoi magazzini alcune delle più grandi aziende del mondo e che produrrà conseguenze sui mercati globali e su tutta la catena di fornitura dei metalli.

Alluminio, nichel e rame in cerca di casa

Se qualcuno cominciasse a pensare che questi toni siano troppo catastrofisti, farebbe bene a leggere con attenzione quello che segue…
Come ha riportato Bloomberg, se l’LME deciderà di procedere sulla strada di vietare al metallo russo (che rappresenta circa il 9% della produzione mondiale di nichel, il 5% di alluminio e il 4% di rame) di essere consegnato nei magazzini LME sparsi per il mondo, ci saranno quantità enormi di metallo in cerca di casa.
In realtà, come sanno bene tutti gli operatori, la stragrande maggioranza del metallo globale non passa per i magazzini LME, ma viene venduto e comprato direttamente tra produttori, commercianti e consumatori. I magazzini LME funzionano solo come un mercato di ultima istanza, dove i metalli fisici vengono ritirati nei momenti di carenza e consegnati nei momenti di eccesso. Anche i grandi gruppi russi, come Rusal e Norilsk Nickel, non vendono quasi mai il loro metallo direttamente all’LME, che rimane però una via di fuga in extremis.

Conseguenze imprevedibili anche sui prezzi

Mentre i traders si stanno preparando per un crollo della domanda e un conseguente eccesso di metallo, è logico attendersi che l’alluminio della Rusal, che molti utenti non vogliono comprare, si possa riversare nei magazzini LME, con un conseguente crollo dei prezzi. Ma se dovesse passare il divieto LME, si passerebbe nella situazione opposta: niente eccedenze di alluminio e prezzi spinti verso l’alto.

Tutte queste considerazioni sono quelle che hanno spinto sull’ottovolante i prezzi dell’alluminio che, quando si sono sparse le voci di un divieto LME, hanno registrato un balzo dell’8,5%, il più grande aumento intraday mai visto.
Ad ogni modo, le conseguenze di un divieto per il metallo russo avrebbe conseguenze pesanti anche sul fronte finanziario visto che le banche finanziano metallo solo se consegnabile LME, perché vogliono essere sicure che in caso di problemi possa essere venduto facilmente in borsa.

Grossi problemi per Rusal e Nornickel, ma anche per i loro clienti in tutto il mondo

Naturalmente, per Rusal e Nornickel ci sarebbero grossi problemi di finanziamento visto che la garanzia è normalmente costituita dal metallo stesso (consegnabile LME). A ruota, i problemi cadrebbero addosso anche ai loro maggiori clienti, occidentali e non occidentali. Le società russe sarebbero costrette ad accettare prezzi più bassi e le quotazioni di riferimento LME perderebbero il loro valore globale, perché si formerebbero senza tener conto di grandi quantità di metallo che verrebbero negoziate su una specie di mercato parallelo.
Come ha evidenziato anche BMO Capital Markets, gli equilibri tra domanda e offerta non cambieranno ma esisteranno compratori che godranno del metallo russo con sconti significativi.

Nulla sarà più come prima sul mercato globale dei metalli

Alla fine di tutto, i prezzi LME diventeranno sempre meno significativi e il mercato di Londra rifletterà sempre meno il libero mercato globale. In tutto questo non va dimenticato che l’LME è una società privata di proprietà della Hong Kong Exchanges & Clearing, motivo per cui alcuni maligni insinuano che dietro a tutto ci sia ancora la mano cinese.
Comunque sia, le sanzioni occidentali contro la Russia si stanno rivelando disastrose anche per il mercato globale dei metalli. Ma non stanno facendo danni soltanto al mittente e al destinatario, stanno anche colpendo indiscriminatamente tutti gli angoli dell’industria dei metalli fisici.

LINK UTILI PER APPROFONDIRE

METALLI RARI: https://www.metallirari.com/author/rareadmin404/

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