Buongiorno,

vi invito a leggere gli eventi che ho selezionato, tra le principali notizie dal mondo dei metalli e della Borsa LME di Londra, per la settimana appena trascorsa.

La variabilità dei prezzi e contrazione dell’economia americana

◾ La variabilità dei prezzi continua ad essere importante, una situazione che non si esaurirà in tempi brevi e dove necessiterà un cambio di strategia sugli acquisti. Vi sono poi da considerare le significative variazioni degli indici USA nel settore dei metalli e dell’azionario riferito al comparto, che mettono in evidenza un quadro preoccupante sull’effettivo grado di contrazione dell’economia statunitense.

Fattori esterni che turbano il mercato

◾ Le sollecitazioni esterne, rispetto all’ambito caratteristico della Borsa LME, stanno giocando un ruolo sempre più decisivo nella determinazione dei prezzi degli “industriali”, tanto che questi fenomeni sarebbe più corretto definirli come delle vere e proprie turbative di mercato. La lista non è lunga, anzi gli elementi in questione sono sostanzialmente due, ma dal peso straordinario.

◾ Il primo è la questione valutaria, con il rapporto di cambio tra Euro e Dollaro ed il secondo il dramma del caro-energia, vero arbitro delle dinamiche economiche e quindi effetto condizionante dei mercati e delle loro prospettive di sviluppo.

Necessità di sviluppare nuovi metodi di approccio per l’acquisto

◾ La settimana di Borsa LME ben rappresenta questi intrecci, con sedute molto articolate nelle risultanze dei prezzi, dove le pianificazioni delle strategie di acquisto di metalli e leghe stanno risultando alquanto complesse.

◾ Il fenomeno dell’accentuata variabilità delle quotazioni, perché di questo si tratta, ci accompagnerà per un lunghissimo lasso di tempo e quindi, le modalità di acquisto e di fissazione dei valori di metalli e leghe, dovranno seguire inevitabilmente nuove modalità di presidio rispetto alla Borsa LME, più vicine alle competenze dei responsabili finanziari che degli uffici acquisti.

◾ Il diario settimanale del Rame LME è in grado di esporre al meglio, quanto appena asserito. La variazione complessiva su base settimanale del metallo, rapportata all’operatività SELECT di Borsa, è stata di circa 60 USD in diminuzione e in riferimento alla quotazione 3mesi. All’interno di questa forchetta, di certo ordinaria e sostenibile (-0.75%) nell’ottava appena trascorsa, il Rame ha operato all’interno di una banda di oscillazione, tra minimo e massimo, di circa 500 Dollari, vale a dire il 6% del valore di chiusura delle contrattazioni del 16 Settembre scorso! La motivazione di questa situazione, che non ha risparmiato nessun metallo del listino, è una soltanto e ripetuta da tempo: l’abbandono della Borsa LME da parte del comparto speculativo-finanziario.

◾ L’approccio all’acquisto degli utilizzatori di metalli e leghe andrà definitivamente mutato ed anche rapidamente, oltretutto potendo disporre fin d’ora di una serie di tecnicismi operativi molto efficaci e non impattanti nella gestione dei piani di approvvigionamento.

Rame e leghe

◾ La quotazione USD del Rame nei prossimi giorni sarà contenuta in un intervallo relativamente ridotto, con una valutazione di sostanziale stabilità. La lega di ottone subirà invece un riposizionamento rialzista, in considerazione dell’ultimo riferimento della settimana scorsa, calcolato sulla base del valore del Rame al di sotto dei 7700 USD 3mesi, con un adeguamento stimabile tra i 100 ed i 150 Euro/tonnellata.

Alluminio ai minimi ma adeguamenti per i costi energetici

◾ L’Alluminio risulterà ancora ai minimi delle ultime quattro settimane, una collocazione decisamente innaturale, ma non si potrà escludere, vista la situazione economica generale, un ulteriore aggiustamento ribassista, tutto questo al netto degli adeguamenti dei prezzi dei semilavorati per le quote del caro-energia.

Instabilità anche per lo Zinco e sue leghe

◾ L’instabilità contraddistinguerà la settimana dello Zinco, anche se l’attuale livello di quotazione USD 3mesi, in una visione di prospettiva, rappresenterà una delle “finestre di acquisto” più interessanti di tutto il 2022. Gli utilizzatori di Zama ed il comparto della galvanica, non potranno sottovalutare l’importanza di questo momento di Borsa riferito allo Zinco.

Nichel

◾ Il Nichel continuerà a non fornire indicazioni precise sulla sua collocazione futura di prezzo al LME. Gli ultimi movimenti di Borsa lasciano propendere ad una collocazione duratura su un intervallo di prezzo che avrà nella media dei valori registrati la settimana scorsa la propria linea di indirizzo.

Per il rialzo delle quotazioni del Piombo bisogna attendere

◾ I mutamenti di tendenza del Piombo sono insiti nel DNA di questo metallo, ma per un futuro riposizionamento rialzista bisognerà attendere la seconda metà di ottobre, ovvero al termine della sosta cinese per la settimana della Festa Nazionale.

Stagno in caduta libera

◾ La fase di flessione del prezzo USD 3mesi dello Stagno avrà degli sviluppi interessanti anche nel corso di questa settimana, con la richiesta sempre più ridotta di metallo ad incidere sull’indirizzo della quotazione, nonostante insistenti voci di limitate disponibilità di “fisico” sul mercato.

UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA

Rusal al centro di voci contrastanti

🔸 Il gigante russo dell’alluminio Rusal, vende direttamente su LME.
Il produttore russo di alluminio Rusal sta lavorando a un piano per consegnare un po’ di alluminio direttamente ai magazzini del London Metal Exchange (LME) in Asia, ha riferito Bloomberg News martedì.
Né Rusal, né il suo metallo, sono sotto sanzioni imposte ad altre società russe dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca a febbraio, che definisce una “operazione militare speciale”.

🔸 Secondo Bloomberg News, che cita fonti anonime, Rusal ha discusso della spedizione di alcuni pezzi di alluminio dal porto russo di Vladivostok, nell’estremo oriente, ai magazzini LME in Asia.

Alluminio Rusal in sconto

🔸 L’Occidente, fino ad oggi, ha evitato con cura di prendere direttamente di mira con le sanzioni la Rusal, il più grande produttore mondiale di alluminio al di fuori della Cina.

🔸 Reuters riporta che chi compra dalla Rusal riesce ad ottenere sconti sui prezzi. Sconti molto significativi, che vanno dai 100 ai 150 dollari per tonnellata. Naturalmente, anche l’alluminio russo è correlato alle condizioni di mercato e ai termini generali come qualsiasi altro accordo, ma i rischi sanzionatori hanno comunque un prezzo. Attualmente e ormai da circa un mese questo prezzo è di 100-150 dollari in meno rispetto ai prezzi di mercato.

🔸 Esistono poi alcuni acquirenti che hanno deciso di evitare completamente l’alluminio russo e stanno cercando metallo altrove. Novelis, per esempio, uno dei maggiori acquirenti di alluminio al mondo, non accetterà metallo russo nelle sue fabbriche europee nel 2023. Così come una delle divisioni di Norsk Hydro, che escluderà l’alluminio di Rusal dagli acquisti del prossimo anno.

Importazioni UE cresciute del 13% tra marzo e giugno

🔸 Chi invece sta acquistando dalla Rusal esiste una netta preferenza per l’alluminio prodotto dagli stabilimenti europei dell’azienda visto i maggiori rischi che le sanzioni comportano per la spedizione dalla Russia. In ogni caso, non ci sono dubbi che i consumatori europei stiano comprando alluminio russo più del solito. Le importazioni nella UE di alluminio russo sono aumentate del 13% tra marzo e giugno, mentre i produttori europei sono alle prese con l’aumento dei costi energetici. Al contrario, Rusal dispone di energia idroelettrica relativamente economica.

🔸 Secondo Rusal, a fronte di pochi clienti che hanno deciso di abbandonare l’alluminio russo, centinaia di altri, sparsi in tutto il mondo, si approvvigionano dall’azienda oggi più di prima. E, in effetti, c’è la netta sensazione che la Russia voglia vendere più metallo possibile.

C’è chi vende di più e chi decide di ridurre

🔸 La Dunkerque Aluminium, principale produttrice di alluminio d’Europa, dal 12 settembre ha dato il via alle operazione di taglio della produzione che entro il 1 ottobre porteranno l’output a -22% dal livello normale a causa dell’insostenibilità dei costi energetici. Di fatto, un quinto della produzione sparita. E l’amministratore delegato del gruppo, Guillaume de Goys non ha usato giri di parole nel descrive l’impatto della decisione, sia a livello di mercato che simbolico: Il settore ha già pagato un prezzo molto alto alla crisi energetica. E alla luce di questa nuova, obbligata riduzione, occorre dire chiaramente che ulteriori tagli significherebbe la perdita di sovranità produttiva per l’Ue. Un qualcosa di molto negativoCui entro fine mese si unirà la chiusura totale di una fonderia in Slovacchia della Norsk Hydro ASA. La situazione sta letteralmente precipitando. E lo fa con le modalità tipiche del disastro: quasi senza dare preavviso.

Produrre alluminio in Europa non è più conveniente e non lo sarà per lungo tempo

🔸 Nei prossimi mesi, se i governi europei dovessero razionare l’energia al settore industriale, ci saranno ulteriori riduzioni di capacità produttiva in tutto il continente. Mentre sono evidenti le perdite economiche nel breve termine, l’entità dei danni complessivi nel medio e lungo termine resta incerta.

🔸 Certamente, sarà decisiva la durata della carenza di energia in Europa, così come le misure di aiuto che i governi europei metteranno in campo per aiutare i settori industriali in crisi. Secondo Guillaume de GoysCEO di Aluminium Dunkerque Industries France, la produzione di primario ha un punto di pareggio per il costo dell’elettricità a circa 250 euro per MWh (nelle scorse settimane sono stati superati i 500 euro), ma un ritorno a quei livelli di prezzo potrebbe richiedere anni. Ciò significa che una parte dei danni fatti al settore è irreparabile. Ad oggi, la produzione di alluminio in Europa è diventata un’attività che produce perdite ma, ancor più grave, non converrà produrre questo metallo per molti anni ancora.

Alluminio UE: un ruolo sempre più marginale sul mercato globale

🔸 Va inoltre considerato che l’intero settore metallurgico europeo subirà un duro colpo della crisi in corso, ma è l’alluminio quello che ne uscirà peggio. Infatti, la produzione di alluminio richiede circa il 40% in più di energia rispetto al rame. In queste condizioni, non è difficile prevedere che la UE giocherà un ruolo sempre più marginale nel contesto del mercato globale.

IL NUOVO PIANO ENERGETICO UE NON SALVERA’ CHI PRODUCE ALLUMINIO

🔴 La scorsa settimana Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha fatto una proposta che solo pochi anni fa sarebbe stata bollata come impresentabile in una democrazia. Infatti, ha chiesto che i governi impongano un tetto alle entrate dei produttori di energia che abbiano raggiunto profitti inaspettati. Questa nuova tassa, che ricorda lo stile venezuelano di dirigere l’economia, è stata chiamata contributo di solidarietà ed ha l’obbiettivo di ottenere denaro aggiuntivo da distribuire tra quelli che ne hanno più bisogno.

🔴 Tuttavia, le conseguenze indesiderate di un piano del genere abbondano e, come ha sottolineato JP Morgan, una delle più gravi è lo scoraggiamento degli investimenti in petrolio e gas in un momento in cui gli investimenti globali in questo settore sono già inferiori a quanto dovrebbero essere alla luce delle previsioni della domanda. Mentre le grandi compagnie energetiche sono decisamente contrarie al piano, alcun attori economici hanno accolto con favore le proposte della Commissione.

🔴 E’ evidente a tutti che si tratta di misure insufficienti per alleviare i gravi problemi che devono affrontare i settori industriali più energivori come quello dell’alluminio, dello zinco, dei fertilizzanti o del vetro.

L’industria europea dell’alluminio va verso l’eradicazione

🔴 È vero che il nuovo contributo di solidarietà potrebbe fornire un sollievo immediato ai settori ad alta intensità energetica (sempre che venga attuato rapidamente) ma, come evidenzia anche la European Aluminium si tratta di misure insufficienti, che non salveranno i produttori di alluminio europei da ulteriori tagli alla produzione, dalla perdita di posti di lavoro e forse dalla chiusura definitiva degli stabilimenti. Secondo Paul Voss, direttore di European Aluminium, “Non è in gioco solo la nostra competitività. L’industria europea dell’alluminio sta affrontando l’eradicazione“.

🔴 I costi energetici rappresentano il 40% dei costi totali di produzione primaria in condizioni normali ma, in queste condizioni, sono cresciuti a dismisura. Entro la fine di quest’anno ci si attende una perdita sbalorditiva di capacità produttiva di alluminio primario stimata in 1,1 milioni di tonnellate. Una cifra che rappresenta il 50%, della capacità di produzione di alluminio primario dell’intera Unione Europea.

🔴 Val la pena notare come i problemi sopra elencati siano purtroppo un dato di fatto, mentre le proposte avanzate dalla Von der Leyen siano solo promesse, tutte straordinariamente complesse, quasi impossibili da elaborare e attuare in tempo per l’inverno anche se ci fosse consenso politico tra tutti gli stati membri, cosa che non c’è.

LINK UTILI PER APPROFONDIRE

YAHOO FINANCE : https://lnkd.in/eNSgwQPy

REUTERS : https://reut.rs/3xyymRg.

METALLI RARI : https://buff.ly/3BqhJbN

MONEY. IT : La Germania scopre la paura del default, mentre in Francia è crisi per l’alluminio (money.it)

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METALWEEK https://www.metalweek.it//filemanager/mw/MWBASE220919.html

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