Buongiorno,

Condivido con te le ultime notizie dalla Borsa LME relative alla scorsa settimana ed alcuni approfondimenti dal mondo dei metalli.

La speculazione abbandona nuovamente la Borsa LME e gli effetti si sono immediatamente visti, con i prezzi degli “industriali” ritrovare valori più graditi agli utilizzatori.

Lo storno dei prezzi degli “industriali” ha avuto luogo in un contesto di relativa tranquillità e soprattutto con un passo regolare.

La dinamica degli arretramenti delle quotazioni USD 3mesi non ha messo in evidenza forti scompensi e la quantificazione di questa rimodulazione ribassista ha prodotto una flessione complessiva della serie riferita all’intero listino di Borsa con l’indice LMEX riposizionato verso il basso dell’1,85% su base settimanale.

Rame il meno colpito dal ribasso

Il Rame è forse il metallo che meno ha contribuito a questo stato generale di arretramento, almeno nell’analisi di sintesi dell’andamento della “cinquina” di sedute LME, limitando allo 0,7 % la sua contrazione di valore. La prima parte della settimana aveva comunque visto il metallo guida del listino toccare un picco di massimo relativo oltre gli 8600 dollari / 3mesi, una situazione simile a quella di quattro settimane fa.

L’altalena di quotazioni ha prodotto un contesto di Borsa per il Rame che al momento può essere considerato bilanciato tra domanda e offerta, dove gli eventuali allunghi ribassisti risulteranno soltanto una conseguenza della significativa riduzione del suo riferimento in così breve tempo.

Per lo Zinco invece una discesa più marcata

La discesa dello Zinco è stata più marcata, totalizzando un arretramento settimanale del 5%, chiudendo definitivamente una parentesi di prezzi in crescita in atto dalla seconda parte dello scorso mese. La fase di debolezza del prezzo USD 3mesi dello Zinco è in pieno sviluppo, la cui ampiezza non è ancora quantificabile in termini assoluti.

Il fattore valutario non deve essere messo in secondo piano, con il dollaro passare da uno stato di debolezza ad uno di rinforzo e in un tempo decisamente compresso.

Le Leghe, Ottone e Zama

La determinazione dei prezzi in euro dei metalli è quindi la vera incognita e in questa logica si inserisce il posizionamento di mercato delle leghe di Rame e di Zinco. L’Ottone ha seguito, in tutto e per tutto, l’andamento del principale metallo in composizione, così come avverrà nei prossimi giorni, mentre la Zama avrà spazi di correzione verso il basso compatibilmente con le vicende valutarie.

Alluminio quotazioni in equilibrio

La discrezione è l’elemento che ha contraddistinto l’Alluminio in tutte le sedute della settimana appena conclusa, dimostrando uno stato di equilibrio tra i fattori di determinazione del valore di Borsa che neppure nei prossimi giorni sarà abbandonato.

Nichel ancora sotto esame

Gli esami per il Nichel non terminano mai e sarà interessante vedere come questo metallo si comporterà in assenza di spinte speculative e in funzione dell’ambiente generale di Borsa. Il mantenimento della quotazione USD 3mesi oltre quota 16mila non risulterà in discussione, ma allo stesso tempo sarà da escludere per il Nichel un veloce riposizionamento rialzista sui livelli visti di recente.

Piombo mai domo

Lo spirito che alimenta il Piombo è quello di non essere mai domo. Un fattore di irrequietezza del prezzo LME che ha nella componente speculativa il suo vettore principale, determinando delle situazioni di Borsa altalenanti, sebbene con scompensi di valore non certo significativi.

Momenti di incertezza per lo Stagno

Nei momenti d’incertezza lo Stagno mette maggiormente in evidenza il suo limite, ovvero la consistenza decisamente “sottile” del sottostante monetario. La flessione di prezzo vista nelle ultime sedute LME trova nell’elemento della scarsità dei lotti scambiati il suo fattore caratterizzante.

Cauto ottimismo per le billette di alluminio, ma non in Germania

I margini dei produttori di billette in Europa sono ancora sotto pressione, ma la sensazione è che i ribassi dei premi siano terminati.

Dopo un anno in discesa, il 2024 si apre con una nota di cauto ottimismo per il mercato europeo delle billette di alluminio.

Durante l’ultimo trimestre del 2023, i produttori hanno sofferto per il calo dei premi e per l’atteggiamento attendista degli acquirenti che non volevano impegnarsi su grandi tonnellaggi, in un contesto macroeconomico molto incerto. I prezzi delle billette, di conseguenza, erano scesi ai loro livelli più bassi in oltre tre anni.

Contenute le aspettative per il primo trimestre

Tuttavia, a fine dicembre, qualcosa è cambiato e i compratori di billette stanno tornando sul mercato. Gli operatori hanno la sensazione che i cali su questo mercato siano terminati, anche se le aspettative per il primo trimestre di quest’anno sono contenute.

Inoltre, a differenza dello scorso anno quando tutti i compratori volevano solo contratti mensili per coprire i fabbisogni nell’immediato, si sta lentamente tornando ai tradizionali contratti trimestrali.

Va comunque evidenziato che sta emergendo una discrepanza tra le diverse regioni d’Europa. Mentre il mercato tedesco rimane problematico per la scarsa domanda, l’Italia mostra una situazione leggermente migliore.

Naturalmente, la Germania è il mercato leader nell’Unione Europea e i problemi che lo affliggono (soprattutto gli alti costi dell’energia) preoccupano tutti. Di conseguenza, i produttori di billette tedeschi si attendono un primo trimestre difficile.

Mercato tedesco ancora nel tunnel

Questa visione generalmente negativa del mercato tedesco è confermata dal Purchasing Managers’ Index del settore edile tedesco a novembre. I dati dicono che, tra il forte calo dell’attività dei costruttori e la diminuzione dell’edilizia commerciale, le aspettative per il futuro sono basse, anche a causa dei tassi di interesse elevati e dei costi crescenti.

In queste condizioni, i margini di produzione rimangono sotto pressione.

Si tratta di un problema che investe sia i produttori di alluminio secondario che primario, alle prese con un livello storicamente basso dei premi e con prezzi dell’energia troppo alti.

Metalli industriali: gli analisti vedono debolezza della domanda nel 2024

Secondo una trentina di analisti, il rame vacillerà prima di riprendersi nella seconda metà di quest’anno. Anche l’alluminio dovrebbe registrare un modesto aumento dei prezzi. Non altrettanto favorevoli le prospettive per il nichel e gli altri industriali.

Secondo l’ultimo sondaggio Reuters tra gli analisti, il 2024 per i metalli di base sarà un anno fiacco, con una domanda debole che smorzerà le pressioni rialziste dell’offerta.

Solo il rame e l’alluminio dovrebbero registrare prezzi mediamente più alti quest’anno e i guadagni previsti rispetto al 2023 sono molto modesti, rispettivamente del 2,8% e del 2,1%.

Per zinco, piombo e stagno si prevede un calo dei prezzi, anche se altrettanto modesto. Il nichel è l’elemento di spicco. Probabilmente vanta il profilo di domanda più forte grazie al suo utilizzo nelle batterie dei veicoli elettrici, ma è sommerso da un’ondata di nuova produzione dall’Indonesia.

Quadro macro-negativo per la maggior parte degli analisti

La maggior parte degli analisti pensa a un quadro macro-negativo per quanto riguarda le previsioni per l’anno in corso. Gli alti tassi di interesse, la recessione manifatturiera in molte economie occidentali e il rallentamento del motore di crescita cinese hanno la meglio su qualsiasi narrazione rialzista dell’offerta.

L’offerta di rame, ad esempio, è stata recentemente oggetto di un ripensamento collettivo alla luce di una forte contrazione nel segmento delle materie prime del mercato. Gli analisti prevedono ora un deficit di domanda di rame di 35.000 tonnellate quest’anno, rispetto all’eccedenza di 302.500 tonnellate prevista nel precedente sondaggio di ottobre.

Ma le aspettative di prezzo sono relativamente contenute, con una previsione di prezzo medio cash del London Metal Exchange (LME) di 8.714 dollari per tonnellata per il 2024.

Il freno della domanda dovrebbe diminuire con l’avanzare dell’anno, con una previsione mediana che passa da 8.380 dollari nel primo trimestre a 9.000 dollari nel quarto trimestre e a 9.300 dollari nel 2025. Alcuni analisti estremamente bullish ricompaiono nelle previsioni per il prossimo anno, Citi in testa con una richiesta di rame a una media di 12.000 dollari per tonnellata.

L’alluminio è l’altra tendenza bullish per gli analisti per il 2025, grazie a una visione sull’offerta che prevede una crescita limitata della capacità produttiva e periodiche interruzioni dell’energia nel gigantesco settore della produzione primaria cinese.

Lo zinco e il piombo sono visti come mercati ben riforniti quest’anno e la previsione mediana è che entrambi accumulino surplus di offerta significativi, rispettivamente di 300.000 e 71.820 tonnellate.

Lo stagno dovrebbe registrare un deficit di offerta marginale di 1.000 tonnellate, ma con un movimento di prezzo limitato. Lo spettro delle previsioni per quest’anno va da un minimo di 20.944 dollari a un massimo di 29.500 dollari per tonnellata nel 2024.

Il prezzo cash del nichel LME è crollato del 45% nel corso del 2023 e quest’anno si prospettano ulteriori difficoltà, con una previsione mediana di un ulteriore calo del 23% del prezzo medio. Il mercato del nichel dovrebbe essere sommerso da un’ondata di nuove forniture provenienti dall’Indonesia, che ha puntato a diventare un hub globale per i metalli delle batterie.

Alla base delle negative previsioni sui prezzi c’è l’aspettativa che l’offerta di nichel superi la domanda di 240.500 tonnellate quest’anno e di altre 204.000 tonnellate nel 2025. Ciò rappresenta una massiccia eccedenza in quello che è un mercato globale da tre milioni di tonnellate all’anno.

La previsione dei prezzi del nichel è diventata un calcolo della curva dei costi. Fino a che punto il prezzo deve scendere per costringere l’offerta a riequilibrare il mercato?

Per il nichel, tuttavia, ci sono due problemi. In primo luogo, la curva dei costi del nichel è altamente dinamica. Ad esempio, i prezzi del minerale di nichel sono scesi bruscamente di recente, abbassando il costo della ghisa di nichel indonesiana e cinese.

In secondo luogo, molti produttori di nichel a costi più elevati sono in qualche modo protetti da aiuti governativi o aziendali centrali. Il processo di riequilibrio dell’offerta potrebbe rivelarsi lungo.

Galvorn

Più forte dell’acciaio e più leggero dell’alluminio: il Galvorn

Conduttivo, resistente, leggero e biocompatibile. Il Galvorn è un nuovo materiale ad alte prestazioni per un mondo a basse emissioni di carbonio.

I nuovi materiali ci hanno ormai abituati a non stupirci più di tanto visto che quasi con non passa giorno che vengano inventati nuove leghe o materiali dalle variegate proprietà.

Ma, nel caso del Galvorn, lo stupore è d’obbligo. Questo nuovo materiale, più resistente dell’acciaio, più leggero dell’alluminio e conduttivo come il rame, ha infatti tutto il potenziale per rivoluzionare il panorama della tecnologia verde.

Un’alternativa al rame puro

Gli esperti della DexMat, azienda con sede a Houston (Stati Uniti), sottolineano come il loro prodotto costituisca un’alternativa al rame puro, un metallo fondamentale nell’elettronica.

Come riporta GreenBiz, Galvorn è il risultato di un investimento di oltre 20 milioni di dollari da parte di due agenzie di ricerca della U.S. Air Force, del Dipartimento dell’Energia, della NASA e di altri grandi colossi della tecnologia.

Il nuovo materiale si presenta sotto forma di nastro, di filato, di filo o di rete ed è stato realizzato utilizzando una tecnica high-tech che prevede la scissione degli idrocarburi. I suoi creatori hanno detto che il processo è stato in parte ispirato dal romanzo “Il Signore degli Anelli” di JRR Tolkien.

Veicoli più leggeri e più veloci

Le potenziali applicazioni del Galvorn sono numerose: da veicoli più leggeri e più veloci a pale di turbine eoliche più leggere, oltre a batterie con una migliore conduttività per migliorare lo stoccaggio dell’energia rinnovabile. Inoltre, l’inserimento di fibre di Galvorn nel calcestruzzo e in altri materiali da costruzione potrebbe rafforzare e garantire una maggiore durata degli edifici e delle infrastrutture.

Attualmente, viene già utilizzato per aiutare a sbrinare le ali degli aeroplani.

L’azienda produttrice, la DexMat, è comprensibilmente entusiasta del nuovo materiale e prevede che potrà avere un grande e positivo impatto sulla crisi climatica, sulla transizione verso l’energia pulita e sulla mobilità elettrica.

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