Buongiorno,

condivido con te le ultime notizie dalla Borsa LME relative alla scorsa settimana ed alcuni approfondimenti dal mondo dei metalli.

La nuova rimodulazione del rapporto di cambio tra Euro e Dollaro ha sensibilmente mutato gli equilibri effettivi di tutti i valori degli “industriali” quotati alla Borsa LME.

Il concetto di “deroga”, molto comune nel mondo della meccanica, relativamente a partite di prodotti che non rispettano totalmente le prescrizioni tecniche o progettuali, ma definibili eccezionalmente accettabili, può essere applicato al listino LME della scorsa settimana.

Le quotazioni viste nella seconda parte dell’ottava non hanno certo rispettano le logiche attualmente sostenibili dai mercati e quindi devono essere accettate in “deroga”.

Il cambio di passo repentino dei prezzi di Borsa è riconducibile ad un solo fattore, ovvero l’improvviso stato di debolezza del Dollaro USD all’indomani della decisione della Federal Reserve di abbandonare la politica monetaria intransigente degli ultimi anni, a favore di una più accomodante fatta di tassi in discesa in almeno tre momenti nel corso del nuovo anno.

L’euro in meno di otto giorni ha recuperato l’1,7% sulla valuta statunitense, andando così a diluire l’effetto crescita del listino londinese dei metalli, il cui indice LMEX, calcolato sui valori in dollari, è salito del 2,77% su base settimanale.

Attenzioni sul Rame!

Il Rame ha catturato su di sé la maggior parte delle attenzioni e subito tramutate in una consistente crescita del riferimento USD 3mesi, fino a toccare l’1,73% rispetto al valore di apertura settimanale, pareggiando così lo scostamento valutario tra euro e dollaro degli ultimi otto giorni.

Lo spazio di crescita del Rame in rapporto alla quotazione USD non sarà ancora molto, anche in considerazione del fatto che l’accumulo di liquidità rialzista venutosi a creare sulle sue posizioni di Borsa risulta al momento eccessivo.

Possibile consolidamento di prezzo per lo Zinco

La crescita su base otto giorni dello Zinco è andata oltre la soglia di rivalutazione dell’euro sul dollaro del 3,8%, riportando il metallo a varcare la linea dei 2500 USD 3mesi dalla fine di novembre. Le aspettative sullo Zinco saranno quelle di un possibile consolidamento di prezzo sulla media dei valori registrati la settimana scorsa e questo in termini di escursione massima.

Le leghe – Ottone e Zama

I prezzi delle leghe con basi Rame e Zinco si baseranno sui fattori di equilibrio tra prezzi di Borsa e il rapporto di cambio euro e dollaro, oltre alla sempre più rarefatta domanda di “fisico” in vista della lunga pausa natalizia. L’Ottone non dovrebbe subire importanti fluttuazioni, soprattutto nella determinazione della quotazione della barra, mentre la Zama risentirà direttamente della percentuale di Zinco presente in ciascuna specifica di composizione.

Alluminio in zona di massimo relativo

La settimana dell’Alluminio si è chiusa in una zona di massimo relativo, determinando un incremento al netto del fattore valutario di 3 punti percentuali. Il prezzo USD 3mesi dell’Alluminio sarà comunque appesantito da un forte eccesso di liquidità lunga che limiterà sensibilmente un possibile rinforzo della sua quotazione di Borsa.

Sedute vivaci per il Nichel

La vivacità delle sedute LME ha portato innegabili benefici anche al Nichel, riaffacciatosi oltre la soglia dei 17mila dollari 3mesi dopo quattro settimane e producendo un saldo di quotazione positivo dello 0,8% sul valore base euro. L’accumulo della liquidità “lunga”, come nel caso dell’Alluminio, sarà l’elemento con cui il Nichel si dovrà confrontare in un suo possibile rinforzo di quotazione nel breve periodo.

Per il Piombo perfetto equilibrio tra domanda e offerta

Il Piombo risulta dopo il Rame il metallo che ha beneficiato in forma minore della franchigia valutaria, apprezzandosi dell’1% oltre tale soglia. La struttura del prezzo USD 3mesi del Piombo risulta in perfetto equilibrio tra domanda e offerta, elemento questo che porterà a quotazioni di Borsa piuttosto piatte.

Stagno in mondo a sé stante

Lo Stagno risulta come sempre un mondo a sé stante, con il valore USD 3mesi ancora destinato a rinforzarsi nel corso delle prossime due ottave 2023 e quindi in netta contrapposizione con l’orientamento generale dell’intero listino LME.

Lastre in alluminio

Alluminio: le importazioni della Cina aumentano a novembre tra la forte domanda e le preoccupazioni per l’offerta.

Le importazioni cinesi di alluminio sono aumentate del 34,2% nel mese di novembre rispetto all’anno precedente.

Il mese scorso il più grande consumatore e produttore di alluminio al mondo ha importato 343.109 tonnellate metriche di alluminio grezzo e di prodotti, tra cui metallo primario e alluminio grezzo legato, secondo i dati dell’Amministrazione Generale delle Dogane.

Il metallo leggero è ampiamente utilizzato in settori quali l’edilizia, i trasporti e l’imballaggio. La forte domanda in Cina ha attirato un maggior numero di spedizioni, in un momento in cui gli ordini negli Stati Uniti e in Europa sono stati ridotti, a causa dell’alta inflazione e del rallentamento dell’edilizia.

Le preoccupazioni per l’offerta, dovute all’esiguità delle scorte nazionali, e la notizia di un piano di riduzione della produzione nella provincia sudoccidentale dello Yunnan, hanno inoltre favorito le importazioni.

Il mese scorso le autorità dello Yunnan, la quarta regione produttrice della Cina, hanno chiesto ai produttori di ridurre la produzione in quanto la regione, dipendente dall’energia idroelettrica, è entrata nella stagione secca.

Gli analisti si attendono che la mossa avrebbe portato a un calo della produzione nazionale da dicembre fino al secondo trimestre del prossimo anno.

I venti contrari all’offerta e il sostegno della domanda hanno sostenuto i prezzi dell’alluminio cinese. Il contratto sull’alluminio più negoziato allo Shanghai Futures Exchange SAFcv1 ha registrato un guadagno mensile del 4,4% a novembre. Mentre il contratto di riferimento sull’alluminio a tre mesi del London Metal Exchange LME ha perso il 2,6%.

I prezzi più alti in Cina hanno quindi spinto i commercianti a prenotare più spedizioni per ottenere profitti. Le importazioni di novembre, tuttavia, sono state leggermente inferiori a quelle di ottobre, pari a 351.065 tonnellate, un massimo quasi biennale.

Nei primi 11 mesi, le importazioni cinesi di alluminio grezzo e prodotti sono aumentate del 28,3%, raggiungendo i 2,74 milioni di tonnellate. Le importazioni di bauxite, una materia prima fondamentale per l’alluminio, sono aumentate del 2,1% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 11,93 milioni di tonnellate il mese scorso.

Nel periodo gennaio-novembre, le importazioni di bauxite sono state pari a 129,58 milioni di tonnellate, con un aumento del 12,5% rispetto all’anno precedente.

Corteo di protesta a Panama

Stop alla miniera di rame a Panama: l’altra faccia di un mondo “green”

La chiusura della grande miniera di rame “Cobre Panamá” avrà conseguenze molto negative per l’economia di Panama, ma è anche un esempio di alcune delle contraddizioni della transizione verde.

Con il crescere delle proteste a Panama il mese scorso contro una delle più grandi miniere di rame del mondo, il governo ha deciso che la miniera verrà chiusa per assecondare l’opinione pubblica (il prossimo anno si svolgeranno nel paese le elezioni politiche). Di fatto, si tratta di un esproprio contro First Quantum Minerals, l’azienda canadese che aveva acquistato la miniera Cobre Panamá nel 2013.

La cessazione delle attività di Cobre Panamá, la più grande miniera dell’America Centrale (l’1,5% del rame mondiale), rappresenta un duro colpo per l’economia di Panama.

Il 4,8% del PIL di Panama

Secondo First Quantum Minerals, sono stati investiti 10.000 milioni di dollari, producendo lavoro per circa 40.000 persone tra posti di lavoro diretti e indiretti. La produzione era cominciata nel 2019 e nel 2022 la miniera era diventata la 14esima miniera di rame più importante del mondo (dati dell’International Copper Study Group). Rappresentava il 4,8% del PIL di Panama e il 75% delle esportazioni del paese.

Ora il governo di Panama si trova ad affrontare quello che potrebbe essere uno dei casi arbitrali internazionali più grandi mai visti. Sembra che le richieste arbitrali della First Quantum Minerals siano di 50 miliardi di dollari.

Il sentimento anti-miniere rende difficile ottenere metalli per la transizione verde

La fine del progetto evidenzia che garantire l’approvvigionamento di materie prime cruciali per la transizione verde in un contesto di crescente sentimento anti-miniere è una faccenda abbastanza complicata.

Proteggere a spada tratta l’ambiente e assecondare la narrativa infantile di pretendere energia senza alcun costo (sia economico che ambientale), rende difficile ottenere tutti i metalli di cui il mondo ha bisogno per diventare verde.

Panama ha ridotto drasticamente il tasso di povertà negli ultimi decenni grazie a un modello di investimento aperto e favorevole alle imprese. Il suo PIL pro-capite ha raggiunto e in alcuni casi superato quello di diverse nazioni dell’Europa Orientale.

Tuttavia, le proteste di massa contro la miniera di rame hanno causato perdite per 1,7 miliardi di dollari, che si aggiungono ad una siccità storica che ha limitato il traffico merci attraverso il Canale di Panama, minacciando una preziosa fonte di entrate.

Gli esperti del settore minerario sono rimasti sbalorditi dalla rapidità della campagna sui social media, così come dalle proteste e dai blocchi stradali che hanno portato il paese a buttare all’aria il suo più grande investimento estero.

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METALWEEK: https://www.metalweek.it//filemanager/mw/MWBASE231218.html

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METALLI RARI: https://www.metallirari.com/stop-miniera-rame-panama-altra-faccia-mondo-green/

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