Buongiorno,

condivido con te le ultime notizie dalla Borsa LME relative alla scorsa settimana ed alcuni approfondimenti dal mondo dei metalli.

Tra gli estremi di Rame e Nichel un listino fatto di valori sostanzialmente stabili e dal difficile indirizzo di tendenza.

Gli “industriali” hanno chiuso la settimana in linea con gli indirizzi di tendenza visti in apertura, con Rame e Nichel collocarsi agli opposti ed il resto del listino assumere un tono decisamente neutro. La variazione su base otto giorni dell’indice LMEX, in crescita dello 0,36%, mette bene in evidenza il clima che si è respirato a Londra.

Gli spunti di interesse si sono concentrati su due metalli, Rame e Nichel per l’appunto, con il primo gestire la crescita del proprio riferimento USD 3mesi in un ambito di relativo controllo, mentre il secondo essere ormai inghiottito in un vortice di ribassi continui, dove la fine è difficile da individuare.

Gli utilizzatori si stanno muovendo in uno stretto contesto di bisogno con il calendario a giocare un ruolo determinante nel definire i loro piani di approvvigionamento delle materie prime quotate al LME.

Lo sguardo viene quindi rivolto verso il comparto speculativo finanziario, che, nonostante la sua ridottissima attività negli ultimi tempi sui metalli industriali, risulta generare l’unico effetto di significativa variabilità all’interno del listino, con un quasi totale disinteresse sulle vicende di Alluminio e Zinco.

Rame al massimo relativo degli ultimi due mesi!

La collocazione del prezzo USD 3mesi del Rame risulta comunque molto interessante, con il metallo che, oltre a registrare il massimo relativo degli ultimi due mesi, ha trovato nella linea degli 8.400 dollari il suo elemento di demarcazione nell’individuazione della tendenza di brevissimo periodo. La spinta al rialzo avvenuta nelle ore conclusive della seduta di venerdì 24 lascia intendere che persiste nel mercato una consistente forma di approvazione sull’attuale collocazione di prezzo del Rame.

Zinco, sostanziale equilibrio tra domanda e offerta.

Lo Zinco ha messo in evidenza che la recente struttura di prezzo è frutto di un sostanziale bilanciamento tra domanda e offerta, dove i soli utilizzatori del metallo stanno determinando il fattore di fissazione del suo riferimento USD 3mesi.

Le leghe, Ottone e Zama

Le leghe con base Rame e Zinco risentono quindi di questa fase di stallo dei due metalli di riferimento, anche se non occorre essere troppo confidenti sulla durata prolungata di tale situazione. Le aree che i prezzi di Ottone e Zama andranno a popolare a breve non saranno pertanto collocate più in basso delle attuali.

Andamento lineare per l’alluminio

L’Alluminio continuerà ad avere un andamento sostanzialmente lineare con pochi sussulti e quindi con un ridottissimo livello di escursione del suo riferimento dollari 3mesi.

Le cose si complicano per il Nichel

Le cose si complicano per il Nichel, alle prese con una delle fasi più complesse degli ultimi anni in riferimento alla definizione del suo prezzo di Borsa. Le soglie di minimo relativo che sembravano di difficile superamento si sono susseguite in rapida successione, partendo da quota 18mila a seguire ed ora anche quella individuata nel valore di 16mila USD 3mesi, ha una buona probabilità di essere varcata verso il basso.

L’attesa discesa del Piombo alla fine è avvenuta!

La discesa del Piombo era tra i fenomeni maggiormente attesi in avvio della scorsa ottava e questo è avvenuto. I movimenti speculativi su questo metallo sono ancora fortemente attivi e se prima la messa in campo di denaro “lungo” aveva permesso al Piombo di crescere oltre misura, ora quello “corto” lo piloterà verso delle sequenze ravvicinate di minimi relativi.

Stagno, stesso prezzo di inizio novembre

Lo Stagno chiuderà il mese nella stessa collocazione di prezzo in dollari in cui l’aveva iniziato, con il solo dettaglio che ad inizio novembre la soglia di USD 24mila rappresentava un livello di varco verso l’alto, mentre adesso rappresenterà un limite di superamento verso il basso.

Alluminio: Henan Yongheng avvia un progetto green con una capacità annua di 500.000 tonnellate!

Il 17 novembre, la società cinese Henan Yongheng Technology Co. Ltd. ha avviato un ambizioso progetto per la creazione di una nuova lega di alluminio green con una produzione annua di 500.000 tonnellate.

Il progetto, che richiede un investimento totale di 3,5 miliardi di RMB, si svilupperà su una vasta area di 340 acri.

L’azienda prevede di costruire un impianto standardizzato di 200.000 metri quadrati, che ospiterà una linea di produzione di leghe di alluminio green all’avanguardia e attrezzature digitali intelligenti per la lavorazione e la produzione dell’alluminio.

Una volta che l’impianto sarà pienamente operativo, si prevede che il valore della produzione annuale dell’azienda salirà a ben 10 miliardi di RMB.

Questo investimento rappresenta una pietra miliare significativa per l’azienda, impegnata a rimanere all’avanguardia nel mondo in continua evoluzione della produzione di leghe di alluminio.

Si prevede che il progetto creerà un numero significativo di nuovi posti di lavoro e favorirà la crescita economica della regione per gli anni a venire, rendendolo una situazione vantaggiosa sia per l’azienda che per la comunità locale.

Nasce il più grande impianto di riciclo di alluminio degli Emirati Arabi Uniti

La costruzione del più grande impianto di riciclo di alluminio degli Emirati Arabi Uniti è stata avviata dalla Emirates Global Aluminium (EGA).

Il nuovo impianto, che sarà completato entro 3 anni, si trova ad Al Taweelah, in parte alla fonderia di EGA.

L’impianto avrà una capacità annua di 170mila tonnellate e sarà specializzato nella lavorazione sia di rottami di alluminio vecchi che nuovi. L’alluminio riciclato verrà trasformato in billette di alluminio con il marchio RevivAL.

Attualmente, la maggior parte dei rottami di alluminio degli Emirati Arabi Uniti viene esportata per la lavorazione, il che si traduce in una perdita significativa per l’economia nazionale.

Il nuovo impianto permette a EGA di diventare il più grande consumatore di rottami di alluminio degli Emirati Arabi Uniti.

Il riciclo dell’alluminio richiede il 95% di energia in meno rispetto alla produzione di metallo nuovo e riduce significativamente le emissioni di gas serra.

Crolla la produzione manifatturiera UE. -6,1% a settembre

Gli ultimi dati Eurostat sulla produzione della manifattura in Europa mostrano una situazione molto difficile.

A settembre, la produzione manifatturiera dell’Unione Europea (UE) è diminuita di oltre il 6% su base annua. Si tratta del maggior calo mensile da giugno 2020 (erano i tempi della pandemia di COVID-19).

Le più colpite dalla frenata manifatturiera sono Germania e Olanda

Gli ultimi dati Eurostat mostrano un crollo del 6,1% rispetto a settembre dello scorso anno. È la quinta riduzione consecutiva su base annua.

I paesi più colpiti dal crollo sono quattro dei cinque paesi principali consumatori di gas: Germania, Paesi Bassi, Italia e Francia. Solo la Spagna, una delle economie europee più resilienti negli ultimi due anni, è riuscita a registrare un lieve incremento pari allo 0,6% su base annua.

Disastroso il risultato della manifattura in Germania, dove settembre è stato il mese più debole per la produzione tedesca da marzo dello scorso anno. Anche la produzione manifatturiera olandese è crollata a settembre (-10,3%), mentre per tutto il 2023 non c’è stato un mese con segno positivo (i settori più penalizzati sono stati quello della chimica e della raffinazione).

L’economia europea “ha perso slancio”

In quasi tutti i paesi della UE la produzione manifatturiera di quest’anno è stata inferiore all’anno precedente. Fanno eccezione Spagna, Lituania, Croazia, Svezia e Danimarca.

Come adesso ammette anche la Commissione Europea, l’economia della UE ha perso slancio (un eufemismo per dire che è in crisi profonda) e i probabili aumenti dei prezzi dell’energia continuano a destare preoccupazione. Di conseguenza, la Commissione ha rivisto al ribasso le sue previsioni sulla crescita del PIL della UE: +0,2% anzichè+0,6%.

Gli economisti non sono sorpresi per quello che sta accadendo, visto che era stato previsto che la rinuncia all’economico gas russo avrebbe rapidamente condotto ad una drammatica deindustrializzazione del continente.

Sarà invece un’amara sorpresa per molti cittadini comuni che sentiranno sulla propria pelle le conseguenze di una deindustrializzazione.

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METALLI RARI https://www.metallirari.com/crolla-produzione-manifatturiera-ue-meno-6-percento-settembre/

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