La Cina ha sicuramente frenato le prospettive di un rialzo diffuso degli “industriali” alla Borsa LME, ma ora gli utilizzatori vedono nei prezzi attuali delle opportunità di buon livello in ottica futura.

L’economia cinese sta crescendo, ma non secondo le aspettative. Un fattore questo che sta condizionando in modo significativo l’evoluzione dei prezzi delle principali materie prime, metalli compresi.

Nei primi mesi dell’anno le Borse merci hanno tradotto, in termini di prezzi in calo, le difficoltà del principale polo manifatturiero del pianeta a tenere il passo con gli obiettivi di crescita dal Governo Centrale per il 2023.

Gli effetti di queste azioni di indirizzo, non proprio centrate nelle previsioni, hanno prodotto forti scompensi di natura finanziaria anche nei confronti di quelle Imprese che hanno intrapreso dei piani di copertura sulla variabilità dei prezzi delle materie prime a difesa di possibili aumenti.

I tempi sono maturi per procedere ad un cambio di passo nell’intraprendere le metodologie di “hedging”, che non devono essere più condotte sulla mono-direzionalità di breve e medio periodo, aprendo posizioni “lunghe” o “corte” e alla stregua di una scommessa, ma muovendosi sulle dinamiche effettive delle Borse merci attraverso il “market intelligence”.

I metalli industriali nel corso delle ultime settimane hanno fornito numerosi spunti di interesse in questa sorta di ambito investigativo sulle dinamiche di indirizzo dei loro prezzi di riferimento in sede LME. L’indice LMEX ritornato sopra la soglia dei 4mila punti è il risultato di un importante momento di cambio di indirizzo per molti metalli del listino.

Rame, nuova linea minima di prezzo

Le ultime quotazioni del Rame mettono in evidenza una sorta di mutazione del sottostante monetario su cui si basano gli scambi, con le controparti che stanno giungendo ad una sostanziale convergenza sugli ultimi riferimenti USD 3mesi, che potrà rappresentare la nuova linea minima del prezzo di Borsa.

Zinco con incertezza di indirizzo della quotazione.

Lo Zinco non ha ancora fornito elementi tali da poter considerare l’attuale livello di prezzo un limite di difficile valicabilità verso il basso. La considerazione scaturisce dal fatto che la natura del denaro che ruota intorno al metallo passa con relativa rapidità da “lungo” a “corto”, evidenziando un’incertezza di indirizzo, che visti gli equilibri recenti, risulta non certo orientato ad incrementi significativi.

Ottone e Zama

Le leghe di riferimento di Rame e Zinco, rifletteranno nel breve quello che si è visto al LME nell’ultima settimana. L’Ottone sarà orientato a correggere verso l’alto la sua attuale quotazione, dopo una fase altalenante di fissazioni da parte dei produttori nazionali, mentre la Zama manterrà immutata l’area di quotazione, da considerare come un’interessante zona di minimo relativo.

Alluminio destinato a salire ulteriormente.

Le riserve non mancano sull’attuale prezzo LME dell’Alluminio, fortemente condizionato da un eccesso di liquidità “lunga”. I valori di Borsa sono destinati a salire ulteriormente o almeno al momento, confermare quelli visti di recente, ma tutto deve essere considerato in termini di provvisorietà.

Discreta vitalità per il Nichel

Il Nichel ritornato a tempo pieno “in batteria” ha mostrato nell’ultima settimana una discreta vitalità. Il prezzo si colloca sempre in una zona di minimo relativo e il tempo di permanenza in quest’area del grafico dipenderà soprattutto dai riscontri di consumo di metallo “fisico” da parte degli utilizzatori, che nell’immediato non sembrano in crescita.

Piombo di difficile lettura la quotazione nel breve periodo

La lettura dell’attuale collocazione del valore del Piombo non risulta di agevole lettura, soprattutto nell’arco temporale del breve periodo. La quantità di denaro che ruota attorno al Piombo continua a rimanere elevata, ma questo non presuppone che nell’immediato la quotazione LME tenderà a ridimensionarsi.

Per lo Stagno possibili ulteriori rinforzi della quotazione

Un discorso analogo può essere fatto per lo Stagno, con il metallo indirizzato a confermare l’attuale riferimento di Borsa o più precisamente, considerare gli ultimi valori come la base di lancio per ulteriori rinforzi di quotazione.

UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA

INDONESIA

La produzione di alluminio cinese si sposterà in Indonesia?

La nuova crisi energetica nella Cina meridionale provocata dalla mancanza di pioggia, potrebbe avere un grosso impatto sulla produzione di alluminio.

L’ennesima crisi energetica in Cina sta riducendo la produzione di alluminio nella provincia di Yunnan, uno dei distretti produttivi più importanti del paese. Questa volta è la grave carenza di acqua per mancanza di precipitazioni ad ostacolare l’approvvigionamento idroelettrico, con il conseguente taglio della produzione di alluminio.

Quasi certamente, la cosa avrà effetti sui prezzi del metallo a livello globale, anche se nessun analista azzarda ancora previsioni a riguardo.

Il momento giusto per spostare i forni in Indonesia

Quello che invece sembra sempre più probabile è lo spostamento di una parte della capacità produttiva all’estero. Infatti, le principali fonderie di alluminio cinesi stanno prendendo in seria considerazione questa possibilità, che potrebbe vedere come destinazione l’Indonesia.

Lo conferma anche un recente report di S&P Global che evidenzia che sarebbe il momento giusto per l’alluminio cinese di emigrare in terra indonesiana, visto che a partire da giugno l’Indonesia prevede di vietare l’esportazione di bauxite. Il governo indonesiano ha infatti intrapreso da anni una politica volta a favorire lo sviluppo delle industrie locali che possano creare valore aggiunto dalle enormi risorse minerarie del paese.

Si tratterebbe di un trasloco di non poco conto dal momento che, l’anno scorso, la Cina ha rappresentato circa il 59% della produzione globale di alluminio primario. Quest’anno, con le previsioni di una domanda molto più alta rispetto allo scorso anno, la produzione di alluminio potrebbe registrare un significativo aumento, combinata con una crescita delle importazioni.

Le importazioni di alluminio dalla Russia sono più che triplicate

Gli ultimi dati dell’Amministrazione Generale delle Dogane riportano come la Cina abbia importato un record di 374.321 tonnellate tra gennaio e febbraio di quest’anno, in aumento dell’11,3% rispetto al 2022.

Secondo Reuters, la maggior parte delle importazioni cinesi proveniva dalla Russia (in 2 mesi la quantità è più che triplicata, con un’impennata del 266,2%).

Crisi dello zinco a Portovesme in Sardegna

Portovesme

I lavoratori della fonderia di zinco di Portovesme stanno lottando per far riaprire l’impianto. Ma Glencore non sembra pensarla nello stesso modo.

L’Illva della Sardegna, come qualcuno chiama lo stabilimento di Portovesme della Glencore, sta attraversando un altro momento difficile. Dal 28 febbraio i lavoratori sono mobilitati con proteste che hanno portato quattro di loro a chiudersi in cima ad una ciminiera.

100mila tonnellate di metallo che parlavano italiano

Lo stabilimento, che produceva zinco e piombo, è fermo (ufficialmente in manutenzione) dalla fine del 2021 ed è un’altra vittima della crisi energetica che ha travolto tutta l’Unione Europea (UE). La fonderia di Portovesme ha una capacità produttiva di 100.000 tonnellate all’anno ed è una di quelle attività industriali ad alta intensità energetica.

Lavoratori, politici e sindacati sostengono che la riduzione dei prezzi energetici durante gli ultimi mesi dovrebbero permettere il riavvio della fonderia. Purtroppo, che i prezzi siano scesi rispetto ai picchi toccati lo scorso anno non ha molta importanza dal momento che permangono a livelli ancora insostenibile per chi produce zinco (ma vale lo stesso per la produzione di alluminio).

Le multinazionali delle materie prime non vedono un futuro per la produzione in Europa

Inoltre, anche se si spera che ciò possa non valere per Portovesme, molte grandi aziende stanno abbandonando la produzione di metallo in Europa, considerando che la crisi energetica del nostro continente sia strutturale e, quindi, destinata a durare a lungo. Il gas russo a prezzi economici non tornerà più in Europa e le produzioni europee ad alta intensità energetica hanno il destino irrimediabilmente segnato.

Tanto è vero che l’azienda ha già cominciato a parlare delle possibili opzioni per la riconversione del sito produttivo. Proprio oggi (3 aprile) ci sarà una riunione tra alcuni dirigenti della Glencore e i lavoratori di Portovesme. In ballo ci sono circa 1.500 posti di lavoro.

Le politiche energetiche europee senza gas russo, con GNL acquistato a caro prezzo in giro per il mondo e sbilanciate verso le energie rinnovabili hanno dei costi. La chiusura di Portovesme fa parte, in piccola misura, di questi costi.

APPROFONDIMENTO

La Cina sta comprando oro per sganciarsi dal dollaro americano

La banca centrale cinese ha importato grandi quantità di oro negli ultimi mesi nel tentativo di diversificare le proprie riserve.

La Cina ha recentemente aumentato in misura significativa le sue importazioni di oro. La Banca Popolare Cinese (PBOC) vuole diversificare le sue partecipazioni ma, soprattutto, cerca di ridurre la dipendenza del paese dal dollaro americano.

Questo improvviso aumento degli acquisti di oro è iniziato a novembre 2022, dopo tre anni durante i quali la PBOC aveva preso una pausa. In quella data furono acquistate 32 tonnellate di oro extra, seguite da altre 30 tonnellate a dicembre (i dati provengono dal World Gold Council).

Perché la Cina sta comprando così tanto oro ?

Alla fine del 2022, le riserve auree ufficiali cinesi ammontavano a circa 2.010 tonnellate, con un aumento di circa il 3,2% rispetto alla fine di ottobre 2022, quando le riserve erano di circa 1.948 tonnellate.

Dal terzo trimestre del 2022, circa 400 tonnellate di oro sono state acquistate da acquirenti anonimi, con solo un quarto delle transazioni riportate pubblicamente e in modo trasparente. Proprio questi acquisti, che allora non si sapeva di chi fossero, hanno contribuito ad aumentare i prezzi dell’oro negli ultimi mesi. Gli esperti si domandavano quali banche centrali ci fossero dietro ad acquisti tanto rilevanti e tutti gli indizi portavano in direzione di Cina e Russia. Oggi, dopo il rilascio dei dati sugli acquisti, sappiamo che il ruolo centrale era della Cina.

Le relazioni tra Cina e Stati Uniti in progressivo deterioramento

Si pensa che la Cina si stia preparando a ridurre la sua dipendenza dal dollaro americano, mentre le sue relazioni con gli Stati Uniti si deteriorano progressivamente, come nel caso delle restrizioni imposte dal governo americano alle società cinesi di semiconduttori.

Inoltre, attualmente, le riserve della banca centrale cinese sono costituite principalmente da dollari ma, dopo quanto successo alle riserve della banca centrale russa congelate dai paesi occidentali, la Cina non vuole ritrovarsi nella stessa situazione.

I lingotti d’oro sono un’ottima opzione per diversificare le riserve, grazie alla facilità di essere convertiti in valuta, sia attraverso mezzi tradizionali che clandestini. Senza contare che anche in caso di un rallentamento delle attività industriali e manifatturiere (come, per esempio, nel caso di un aumento incontrollato dei casi di COVID-19 o di sanzioni economiche occidentali), le riserve auree potrebbero tornare utili per mantenere l’economia relativamente stabile.

Alcune previsioni danno l’oro in rialzo nel 2023

Anche se gli acquisti di oro da parte della Cina non sono stati probabilmente determinanti per i prezzi, hanno certamente aiutato. Probabile un aumento per quest’anno, in gran parte guidato dalla diminuzione degli aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve statunitense (FED), nonché dall’aumento dei rischi di recessione e stagflazione.

Di contro, un rimbalzo del dollaro e l’inflazione potrebbero spingere in direzione opposta. Senza peraltro dimenticare che l’andamento della guerra Russia-Ucraina sarà comunque determinante per le sorti di un bene rifugio come l’oro.

LINK UTILI

METALLI RARI: https://www.metallirari.com/produzione-alluminio-cinese-spostera-indonesia/

METALLI RARI: https://www.metallirari.com/crisi-zinco-portovesme-deindustrializzazione-corso/

METALLI RARI: https://www.metallirari.com/cina-comprando-oro-sganciarsi-dollaro-americano/

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METALWEEK : https://www.metalweek.it//filemanager/mw/MWBASE230403.html

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