Buongiorno,

Il listino LME attualmente non fornisce dati che possano risultare attendibili per definire strategie future da parte degli utilizzatori. Si trova infatti in una situazione di forte confusione.

Confusione e difficoltà, paragonabili a quelle di un improvvisato scalatore che decide di raggiungere la vetta di un ottomila senza dotarsi della bombola dell’ossigeno; l’ossigeno nel caso specifico è il denaro che alimenta gli scambi di Borsa.

Il deciso incremento dei prezzi degli “industriali”, in una settimana l’indice LMEX ha sfiorato il 7.4% di crescita, ha come limite proprio il debole supporto della componente monetaria a sostegno degli indirizzi rialzisti dei metalli che formano il listino londinese.

Se alla fine di questo mese, i risultati sull’inflazione europea e soprattutto americana non dovessero mantenere i trend di contrazione visti di recente, con le rispettive Banche centrali pronte ad imporre politiche sui tassi fortemente restrittive, il mercato borsistico dei metalli, nonostante i rilevanti volumi degli scambi riscontrati in questa ultima settimana, potrebbe velocemente cambiare di indirizzo.

Una situazione particolarmente fluida e dai risvolti imprevedibili con l’incognita cinese sempre incombente all’orizzonte, sia per l’imminenza della sosta produttiva legata al Capodanno, che inizierà il prossimo fine settimana e terminerà il 30 Gennaio, sia per le scarsissime notizie che trapelano da fonti governative sulla gestione contagi Covid nel Paese.

La confusione regna indisturbata alla Borsa LME con gli utilizzatori che stanno operando al buio o per meglio dire fortemente disorientati dalle notizie captate o lette qua e là, molto spesso di dubbia provenienza e attendibilità, sul reale stato di salute della Cina sul piano economico. Il fattore comune di lettura nel contesto degli “industriali” resta quindi, come detto in precedenza, la quantificazione della massa monetaria che ruota intorno a ciascun metallo e le sorprese non mancano.

Rame tendenza rialzista ma per quanto?

Il Rame presenta attualmente una quotazione di Borsa che negli ultimi sei mesi non si era più riproposta, con il valore USD 3mesi che nelle prime due settimane dell’anno è cresciuto del 9.4%

Il fenomeno dell’inerzia rialzista è da tenere in forte considerazione e potrebbe spingere la quotazione del metallo oltre la linea dei 9.300 dollari, con enormi dubbi sulla permanenza prolungata del prezzo del Rame a quei livelli nel breve termine.

Maggiore equilibrio nella valutazione dello Zinco

Il valore dello Zinco presenta una connotazione di maggiore equilibrio nella distribuzione dei fattori tra domanda e offerta, affermazione che tradotta “in soldoni”, significa una contestualizzazione di mercato del riferimento USD 3mesi non destinato a scendere in tempi rapidi, considerando che l’attuale prezzo LME rappresentava la costante media già registrata nel corso dell’ultimo trimestre 2021 e quindi circa 12 mesi or sono. 

Riferimenti contrastanti per le leghe a base Rame e Zinco

Le definizioni dei prezzi di riferimento delle leghe a base di Rame e Zinco risultano pertanto estremamente tese. L’Ottone, la cui quotazione è la sommatoria dei due metalli, presenterà in avvio di ottava una crescita alta, stimabile in quasi 100 Euro/tonnellata, senza escludere ulteriori fasi evolutive rialziste basate sull’estensione massima di quotazione che riguarderà il Rame. La Zama, alla luce di quanto affermato in precedenza sullo Zinco, risulterà in ulteriore aumento, dando così ragione a coloro che negli ultimi mesi del 2022 si sono spinti a pianificare gli acquisti di questa lega anche per il primo trimestre dell’anno in corso.

Attenzione alla quotazione dell’Alluminio e al fattore “trappola”

Il fattore “trappola” non è certo da sottovalutare per l’Alluminio, la cui quotazione LME è fuorviante, con dati alquanto inaffidabili e inattendibili, nonostante il valore USD 3mesi sarà nei prossimi giorni ancora in crescita. La concentrazione di denaro “lungo” è la più alta di tutto il listino e questo elemento non depone a favore per la tenuta del prezzo dell’Alluminio ai valori di massimo relativo attuali.

Nichel sotto osservazione

Il Nichel sta diventando un “ricettore di sentiment” sulle reali intenzioni del comparto speculativo-finanziario in Borsa. La quotazione LME è stata sopra la linea TOP MetalWeek dal 28 Novembre al 4 Gennaio (tendenza rialzista), con passaggio inverso, ovvero linea TOP MetalWeek sovrastare il riferimento di Borsa, proprio a partire da mercoledì scorso; un indizio sul metallo e in termini generali sull’intero listino LME, da non sottovalutare.

Settimana interessante per il Piombo

Un’ottava molto interessante sarà quella del Piombo, con il riferimento USD 3mesi in crescita significativa, sfruttando anche favorevolmente il contesto generale di Borsa. La sua importante crescita, che si registrerà fino a metà settimana, non esclude l’avvio di una fase di volatilità con indirizzo ribassista dopo quel momento.

Stagno, settimana record per la sua quotazione

La marcata escursione rialzista che ha permesso allo Stagno di mettere a segno una settimana di Borsa estremamente positiva, più 12.5% di incremento settimanale sul dato USD 3mesi, concederà una replica in questa e avrà come obiettivo il possibile raggiungimento dei 30mila dollari sulla scadenza LME di pari riferimento.

UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA

SLOVALCO CHIUDE DEFINITIVAMENTE

Dopo 70 anni, Slovalco (alluminio) cessa totalmente la produzione.

Per evitare il fallimento, Slovalco spegne completamente tutti i forni. I costi energetici insostenibili e la mancanza di aiuti governativi hanno messo all’angolo l’unico produttore di alluminio della Slovacchia.

L’azienda non può più permettersi di tenere accesi gli ultimi forni che erano rimasti in funzione e, per evitare il fallimento, spegne tutto. La Slovacchia rimane così senza l’unica fonte di alluminio nazionale e l’Europa perde un altro importante produttore di primario.

I dipendenti rimasti verranno gradualmente licenziati

Slovalco gestiva originariamente 226 forni ma il numero di quelli attivi era stato ridotto del 40% poco più di un anno fa, a causa degli elevati costi energetici. Dalla scorsa estate restavano in funzione solo 133 forni elettrici, mentre circa 300 dipendenti dell’azienda (su 450) perdevano il lavoro. L’azienda prevede adesso di licenziare gradualmente i restanti lavoratori.

Anche se questo sembra l’atto finale di una crisi che lo scorso anno ha fatto capire che l’epilogo sarebbe stato nefasto, il produttore non prevede di ritirarsi definitivamente dal mercato. Infatti, vorrebbe mantenere le attrezzature all’interno della fabbrica a livelli stabili per consentire un possibile futuro riavvio della produzione, ma per questo ha bisogno del sostegno finanziario del governo slovacco.

Dal governo slovacco nessun sostegno

Sostegno per nulla scontato, dal momento che fino ad oggi, secondo i dirigenti, l’inerzia governativa ha impedito l’adozione di un emendamento che avrebbe adeguato l’importo della compensazione per le imprese ad alta intensità energetica al livello di altri paesi industrializzati della UE.

Il produttore era strategico per il paese visto che riforniva soprattutto aziende automobilistiche europee e, con l’arrivo di Volvo a Košice (Slovacchia), avrebbe potuto incrementare l’alluminio venduto.

Sebbene il prezzo dell’alluminio durante lo scorso anno sia stato mediamente elevato, il costo dell’energia elettrica era ed è a un livello tale che se Slovacco avesse continuato ad operare avrebbe prodotto forti perdite nel corso del 2023. Gli azionisti possono anche accettare perdite per un periodo di tempo limitato ma, nel caso della crisi energetica in corso, nessuno intravede la luce in fondo al tunnel.

Ancora qualche mese difficile per alluminio, rame e metalli base

La domanda in contrazione terrà sotto pressione i prezzi dei metalli base ancora per qualche mese. Le previsioni di Citi e Bank of America sono al ribasso…

Le speranze che la domanda di metalli industriali torni a crescere ha solide basi nei fondamentali di molti metalli. Tuttavia, gli stessi fondamentali fanno intendere che non sarà una questione che riguarda il breve termine.

Miglioramento della domanda e crescita dei prezzi dovranno probabilmente attendere almeno qualche mese, sempre che gli eventi geopolitici non stravolgano il mercato come accaduto lo scorso anno. Da quando le preoccupazioni per le forniture di materie prime dalla Russia avevano innescato un rally dei prezzi, il rame è crollato del 22%, l’alluminio del 41% e lo zinco del 39%. Ma c’è anche chi ha fatto peggio: il nichel è crollato del 50% e lo stagno del 70%. Chi è andato un po’ meno peggio è stato il piombo che, grazie soprattutto alle basse scorte, ha perso solo il 15% da marzo.

Nei prossimi mesi la domanda di metalli base si indebolirà

Interessante quanto accaduto di recente ai prezzi dell’alluminio, che hanno reagito istintivamente all’allentamento delle restrizioni COVID in Cina e sono saliti grazie al fatto che si tratta di un metallo utilizzato nei trasporti, negli imballaggi e nell’edilizia. Tuttavia, una nuova ondata di infezioni ha spinto i compratori a ripensarci.

Nei prossimi mesi, con un’inflazione pazzesca, la frenata ai consumi provocata dalla politica zero-COVID della Cina e l’aumento aggressivo dei tassi di interesse, l’economia globale si indebolirà e con essa la domanda di metalli industriali.

Analisti ribassisti su rame e nichel

Secondo gli analisti di Bank of America, il quadro macro nel 2023 assomiglia al 2022 e molte delle crisi esplose l’anno scorso si ripercuoteranno in questo. Tuttavia, i prezzi dei metalli sono già diminuiti in modo significativo fino ad oggi e nella prima metà del prossimo anno potrebbero fare un po’ meglio rispetto alle materie prime energetiche.

Per Citi, nei prossimi tre mesi, il rame scenderà a 7.800 dollari a tonnellata per un mercato in surplus determinato dall’aumento della produzione, dalla debolezza stagionale della domanda e da consumi in contrazione per la crisi economica. Gli analisti di Citi sono sostanzialmente ribassisti anche sul nichel.

APPROFONDIMENTO

Metalli insufficienti per la transizione verde. E i prezzi impazziranno!

Secondo gli analisti di settore, i prezzi di molti metalli potrebbero aumentare drasticamente a causa di forniture strutturalmente troppo ristrette.

Siamo in mezzo ad un periodo critico per l’offerta di materie prime, soprattutto di metalli. Così critico che potremmo assistere ad un’impennata dei prezzi al primo shock geopolitico.

È Trafigura Group a dire chiaramente che se non verrà risolto il problema di un’offerta troppo ristretta potremo trovarci presto con livelli di prezzi estremi. A questo proposito, l’AD della multinazionale svizzera delle commodities, Jeremy Weir, ha espresso le sue preoccupazioni durante una conferenza che si è tenuta in Arabia Saudita.

Servono investimenti per garantire al mondo più metalli

Il problema è noto da tempo a tutti gli esperti del settore. Il settore minerario dovrebbe vedere molti più investimenti per garantire al mondo scorte sufficienti di metalli per la transizione energetica nel prossimo decennio. Per esempio, il rame, un metallo industriale chiave, è salito la scorsa settimana a 9.131 dollari per tonnellata, superando la soglia dei 9.000 dollari per la prima volta da giugno.

Minerali come rame, cobalto e nichel sono fondamentali per le batterie dei veicoli elettrici, le turbine eoliche e i parchi solari.

Anche secondo Dominic Barton, Presidente di Rio Tinto Plc, non ci sono abbastanza progetti di sviluppo in corso per sviluppare miniere. Quindi, se continuiamo su questa strada, non riusciremo a colmare il divario tra domanda e offerta e le conseguenze si rifletteranno violentemente sui prezzi, sia nel breve che nel lungo termine.

Le persone hanno un’immagine distorta dell’industria mineraria

Ormai da decenni gli operatori del settore dicono, senza essere ascoltati, che le miniere non sono l’attività sporca e inquinante che l’opinione pubblica è abituata a descrivere. Al contrario, sono proprio le miniere e le attività trasformazione associate che possono rallentare il cambiamento climatico, poiché sono loro a fornire i minerali e i metalli indispensabili per la transizione verde.

Il mondo ha bisogno dell’industria mineraria, ma l’immagine che le persone ne hanno è rimasta ferma a qualche secolo fa. Una grave stato di ignoranza che costerà alla nostra società un sacco di soldi nel migliore dei casi o che, nel peggiore dei casi, farà naufragare gli allegri progetti europei del Green Deal.

LINK UTILI

METALLI RARI : https://www.metallirari.com/dopo-70-anni-slovalco-alluminio-cessa-produzione/

METALLI RARI : https://www.metallirari.com/ancora-mese-difficile-alluminio-rame-metalli-base/

METALLI RARI : https://www.metallirari.com/metalli-insufficienti-transizione-verde-prezzi-impazziranno/

Newsletter redatta in collaborazione con Metalweek – per maggiori informazioni e per consultare grafici e tabelle prezzi , ti metto qui di seguito il link

METALWEEK : https://www.metalweek.it//filemanager/mw/MWBASE230116.html

Se sei arrivato a leggere fino a qui ti ringrazio, vuol dire che ti è piaciuto l’articolo.

Ti chiedo di lasciare un commento o una tua considerazione in merito ai temi trattati oppure una domanda alla quale vorresti risposta.

Se conosci qualcuno al quale potrebbero interessare questi temi inoltra il link al blog, grazie per la collaborazione.