Buongiorno,

condivido con te le ultime notizie dalla Borsa LME relative alla scorsa settimana ed alcuni approfondimenti dal mondo dei metalli.

La strategia d’intervento da parte del comparto speculativo è quella di puntare ai ribassi dei prezzi dei metalli. Una serie di indicazioni preziose che gli utilizzatori dovrebbero sfruttare per migliorare l’efficacia del loro acquisti.

La variabilità dei prezzi delle materie è da sempre uno dei fattori che caratterizza le Borse merci.

La possibilità per gli utilizzatori di intercettare le potenziali variazioni dei valori delle commodity quotate risulta sempre più importante, per non dire fondamentale, con le imprese ormai rassegnate ad operare in contesti economici articolati e complessi.

Il mese di settembre al LME è stato caratterizzato da una variabilità dei prezzi degli “industriali” veramente spiccata che ha portato il listino a generare movimenti verso l’alto ed il basso tali da disorientare le imprese che i metalli li devono acquistare per immetterli nei processi produttivi.

L’ultima ottava del mese non differirà dalle precedenti ed è importante oltremodo conoscere i riferimenti dell’indice LMEX, con il dato settimanale in diminuzione dello 0,8% e quello su base settembre in calo di 2,1 punti percentuali.

L’attività speculativa è risultata determinante nell’altalena dei prezzi LME ed è quindi fondamentale per i responsabili degli uffici acquisti, logistica e vendite, avere quasi in simultanea le informazioni sugli interventi “mordi e fuggi” operati dal comparto finanziario sui metalli industriali.

Gli “asset”, (nome tecnico dato dagli speculatori alle voci di listino), più interessati al fenomeno sono il Rame, l’Alluminio e lo Stagno, con il primo sospinto da obiettivi ribassisti e gli altri due con finalità di fondo rialziste. Non è il caso di dilungarsi in ulteriori approfondimenti, come non sono categoriche le informazioni appena date su alcuni metalli che compongono il listino LME, ma determinanti per gestire un’oculata mobilità per chi gli “industriali” li deve acquistare e successivamente vendere sotto forma di prodotti lavorati.

Rame sotto speculazione “corta” al ribasso!

Gli effetti della speculazione “corta” sul Rame sono sotto gli occhi di tutti, con il valore USD 3mesi che in soli otto giorni ha perso quasi il 2,5%, passando così dalla soglia di quotazione di 8.400 dollari a quella di 8.200, con momentanei sforamenti anche sotto questo livello. Le aspettative sul “metallo rosso” non saranno molto differenti da quelle viste nell’ultima settimana; pertanto, la sua collocazione sarà quella dei valori LME più recenti.

Progressione rialzista per lo Zinco

Un’attività di prezzo veramente interessante sta invece riguardando lo Zinco, mettendo così alle definitivamente alle spalle le giornate complesse di metà agosto. La progressione rialzista risulterà ancora attiva e poco probabile sarà un cambio d’indirizzo per il metallo nei prossimi giorni.

Le leghe, Ottone e Zama

Gli utilizzatori di leghe di Zama sono quindi avvisati, essendo lo Zinco il principale elemento di determinazione del prezzo, oltre che di composizione chimica. Una situazione differente la vivrà invece chi ha a che fare con le leghe di Ottone, dovendo porre un occhio d’attenzione sull’evoluzione del prezzo dello Zinco, più innaturale rispetto alla visione generalmente rivolta al Rame.

Alluminio su posizioni di massimo relativo

L’Alluminio risulta in grande spolvero con il prezzo USD 3mesi che ha subito una trasformazione importante nelle ultime sedute di Borsa, assestandosi sui riferimenti di massimo relativo e che ora costituiranno la base per un’ulteriore progressione rialzista, anche se di entità limitata.

Nichel al momento fuori dalle turbolenze speculative

Il Nichel andrà seguito con la massima attenzione, soprattutto per gli utilizzatori diretti ed indiretti di questo metallo. La sua collocazione di prezzo è ora di estremo interesse, risultando al momento fuori dalle turbolenze dei fenomeni speculativi.

Crollo inaspettato per il Piombo

L’escursione ribassista del Piombo è in via di conclusione, con il prezzo USD 3mesi subire un crollo inaspettato anche con la complicità di una settimana LME non certo brillante in termini assoluti e l’avvicinarsi delle vacanze in Cina.

Stagno sulla linea di minimo relativo

Il posizionamento dello Stagno sulla linea di minimo relativo delle ultime due settimane dovrebbe proseguire, anche se sul finale della settimana scorsa sono emerse delle criticità in termini di rialzo del prezzo USD 3mesi, ma che non dovranno essere interpretate come l’avvio di una fase di significativi rialzi del valore del metallo.

UNO SGUARDO ALLA REALTA’ PRODUTTIVA

Alluminio: Hydro punta molto sul metallo a basso contenuto di carbonio.

Il mercato premierà la strategia dell’azienda?

Hydro Extrusions North America ha recentemente scommesso sull’alluminio a basse emissioni di carbonio. L’azienda, che produce prodotti di estrusione personalizzati, mira infatti a guidare il mercato nordamericano dell’alluminio green. Il problema è se i consumatori statunitensi saranno disposti a pagare per questo.

Gli investimenti dell’entità nordamericana di Hydro Extrusion si inseriscono nella strategia globale 2030 dell’azienda, volta a espandere sia le estrusioni che il riciclaggio. I recenti investimenti di Hydro aumenteranno la quantità di rottami nel suo mix di fusioni, offrendo così ai clienti un’opzione a basse emissioni di carbonio.

Gli investimenti di Hydro in Nord America continuano a essere sostenuti da una forte crescita. In effetti, ciò ha spinto l’azienda a superare il livello raggiunto prima della Grande Recessione. Ad esempio, nella seconda metà dello scorso anno, l’azienda ha lavorato a pieno regime, con circa il 20% dei suoi prodotti destinati ai centri di assistenza.

Negli ultimi tempi il mercato ha registrato un notevole cambiamento. Ad eccezione di autocarri e rimorchi, che continuano a registrare un forte tasso di produzione quest’anno, la domanda di quasi tutti gli altri settori è calata.

Hydro è specializzata in estrusioni complesse e ad alta resistenza della famiglia di leghe della serie 6000. L’azienda ha un vantaggio specifico nelle leghe 6061 e 6082, che utilizzano presse più grandi (10, 12 e 14 pollici).

I lati positivi e negativi dell’alluminio a basse emissioni di carbonio di Hydro

Da un lato, la strategia di Hydro vanta rigorosi test di terze parti. L’azienda raccoglie rottami da una serie di rivenditori, molti dei quali provengono dal settore edile. Esistono due metodi principali per determinare l’impronta di carbonio dei rottami. Il primo indica tutti i rottami con un’impronta di carbonio pari a zero. Il secondo, preferito da Hydro, indica solo i rottami post-consumo come aventi un’impronta di carbonio pari a zero.

La strategia di Hydro si inserisce nel mercato in crescita delle opzioni eco-compatibili, soprattutto in seguito alla spinta in atto verso le energie rinnovabili negli Stati Uniti. Straface ha osservato che l’Europa ha ampiamente abbracciato il passaggio al materiale riciclato come parte delle sue ambizioni climatiche. Ora spera che il mercato nordamericano segua l’esempio.

Sebbene gli esperti prevedano una crescita della domanda di rottami nei prossimi anni, Hydro non ha rilevato problemi di disponibilità. La crescita del mercato dei veicoli elettrici, che utilizza più alluminio che lamiera rispetto al mercato automobilistico tradizionale, aumenterà l’offerta di rottami a livello nazionale.

L’alluminio riciclato contribuirà inoltre a migliorare l’efficienza dell’azienda. Infine, i prezzi dei rottami di alluminio sono stati a vantaggio di Hydro a causa dell’attuale rallentamento della domanda.

I consumatori sono pronti a pagare prezzi più alti dell’alluminio?

L’alluminio a basso tenore di carbonio presenta anche alcuni svantaggi, soprattutto il prezzo. Le estrusioni a basso tenore di carbonio avranno un sovrapprezzo rispetto alle loro controparti, il che potrebbe comportare un interesse limitato da parte dei consumatori nordamericani.

Le operazioni su larga scala potrebbero essere più interessate a questi prodotti. Ciò dipende principalmente dal fatto che rappresentino o meno una piccola parte di un budget molto più ampio e che possano essere utilizzati per aumentare le loro credenziali ecologiche.

Tesla, che potrebbe trarre vantaggio dal colpo in corso da parte dell’UAW presso le tre grandi case automobilistiche, è uno dei maggiori consumatori di alluminio nell’industria automobilistica nordamericana. Tesla vanta anche un margine di profitto più ampio, che potrebbe lasciare spazio a estrusioni dal prezzo più elevato.

Tuttavia, il consumatore medio, attualmente sotto pressione per l’inflazione, potrebbe sentirsi meno incline ad acquistare questi prodotti a prezzo maggiorato.

La selezione dei rottami rappresenta una sfida anche per aziende come Hydro, che continua a sviluppare tecnologie a questo scopo. L’invenzione di un metodo più economico per selezionare i rottami aiuterebbe probabilmente a migliorare l’attuale problema del premio di prezzo per i prodotti di alluminio a basso contenuto di carbonio.

Le prospettive del mercato dell’alluminio restano ribassiste sia per i prezzi che per i premi

Mentre Hydro diventa green, il mercato generale dell’alluminio rimane ribassista. Secondo un recente rapporto di Bloomberg, sei diversi acquirenti, produttori e commercianti hanno dichiarato di aver faticato a concludere accordi.

APPROFONDIMENTO

Alluminio verde? Servono tecnologie costosissime e aiuti di Stato

Le fonderie di alluminio devono investire in tecnologie costosissime per ridurre le emissioni degli anodi di carbone. Un recente studio della Rain Carbon lo ha messo nero su bianco.

Produrre alluminio primario green non sarà possibile senza anodi inerti o senza la cattura del carbonio lungo la catena di approvvigionamento. In altre parole, senza investimenti in tecnologie molto costose il raggiungimento dello zero netto di emissioni per l’alluminio non sarà possibile. Investimenti, che, se non saranno finanziati dai governi, potrebbero non essere mai realizzati perché non motivati da ragioni economiche.

Il punto debole di una fonderia a basse emissioni sono gli anodi di carbone

Soltanto costose misure tecnologiche per gestire le emissioni degli anodi di carbone potrebbero consentire di raggiungere l’obbiettivo di zero emissioni per chi produce alluminio primario. La catena di approvvigionamento del carbone e le emissioni legate ai suoi processi rappresentano oltre il 50% delle emissioni totali generate da una fonderia di alluminio a basse emissioni.

È quanto è emerso da un recente caso studio presentato da Rain Carbon alla conferenza Global Coke and Carbon tenutasi a Seattle (Stati Uniti).

Le fonderie che sembrano “verdi” in realtà non lo sono ancora

L’analisi ha quantificato le emissioni dell’intero ciclo di vita di un’operazione di fusione, basandosi sui dati raccolti nella fonderia di alluminio Alouette, in Canada. Se alimentata da energia rinnovabile, una fonderia come Alouette può raggiungere l’obiettivo di meno di 4 tonnellate di anidride carbonica equivalente (CO2e) per tonnellata di produzione di alluminio. Una quantità che viene spesso venduta come rispettosa dell’ambiente, ma che non prende in considerazione le emissioni della catena di approvvigionamento, compresa la calcinazione del coke.

Come è emerso dallo studio di Rain Carbon, oltre il 50% delle emissioni associate all’intero processo produttivo della fonderia non è direttamente collegato al funzionamento della fonderia stessa. Le emissioni di carbonio provenienti dalla catena di approvvigionamento e dai processi correlati al carbone costituiscono il 64% delle emissioni totali. Inoltre, la produzione di anodi, che comprende l’utilizzo di materie prime come coke di petrolio calcinato (CPC) e pece di catrame di carbone (CTP), insieme al processo di cottura degli anodi, rappresentano il 21% dell’impronta di carbonio complessiva della fonderia.

Difficile e costoso rimuovere gli anodi tradizionali

Ma rimuovere il carbone dal processo di fusione dell’alluminio è qualcosa di estremamente difficile e costoso. La fusione tradizionale si basa su anodi di carbone che sono essenziali nel processo ma che producono emissioni di CO2. Gli anodi inerti, che rilasciano invece ossigeno, sono ancora nelle prime fasi di sviluppo e ci vorrà tempo prima che possano essere effettivamente utilizzati su larga scala.

Inoltre, la conversione delle fonderie esistenti per usare questa tecnologia non è fattibile. Di fatto, sarebbe necessario sostituire tutte quelle esistenti con nuove fonderie, un’operazione titanica con enormi investimenti di capitale.

Un’alternativa potrebbe essere quella di mantenere gli anodi di carbone, implementando però una tecnologia di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio (CCUS) durante tutto il processo di produzione. Una spesa enorme che metterebbe fuori mercato chi dovesse utilizzarla rispetto alle fonderie che non si impegnano in investimenti simili.

In conclusione, anche il settore dell’alluminio per diventare verde ha bisogno di una montagna di soldi che il mercato non è disposto a pagare. Quindi, a chi può chiederli? A tutti i contribuenti naturalmente!

LINK UTILI

Newsletter redatta in collaborazione con i seguenti partner, per maggiori informazioni e approfondimenti o per consultare tabelle e grafici clicca sui link

METALWEEK : https://www.metalweek.it//filemanager/mw/MWBASE230925.html

COMMODITY EVOLUTION : https://www.commodityevolution.com/2023/09/25/i-prezzi-dellalluminio-lme-hanno-oscillato-lateralmente/

METALLI RARI : https://www.metallirari.com/alluminio-verde-tecnologie-costosissime-aiuti-stato/

Se sei arrivato a leggere fino a qui ti ringrazio, vuol dire che ti è piaciuta la newsletter.

Ti chiedo di lasciare un commento o una tua considerazione in merito ai temi trattati oppure una domanda alla quale vorresti risposta.

Se conosci qualcuno al quale potrebbero interessare questi temi inoltra il link al blog, grazie per la collaborazione.